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Salto, il dt Federico Rigoni: “Siamo determinati e sereni, abbiamo fatto un buon lavoro”

Venerdì prossimo, con la qualificazione sul trampolino di Wisla, si aprirà la Coppa del Mondo di salto 2018/19. Nella gara polacca l’Italia sarà al via con Alex Insam e Sebastian Colloredo, mentre non parteciperà al team event di sabato. Sarà un momento speciale per Federico Rigoni, ex Forestale oggi in forza ai Vigili del Fuoco, da luglio direttore tecnico delle nazionali di salto e combinata nordica.
L’abbiamo contattato a pochi giorni dal via, per fare il punto della situazione sulle squadre azzurre di salto e combinata, conoscere le sue aspettative e parlare delle prospettive italiane in queste discipline.
Buon pomeriggio Rigoni. Qual è il suo stato d’animo a pochi giorni dal via della stagione? È un po’ emozionato?
«Sento un po’ di tensione positiva, per me in parte è come essere tornato atleta. Cerchiamo però di restare sereni e concentrarci soltanto su quella che sarà la stagione. Ovviamente ci auguriamo di partire bene ma la stagione è molto lunga, affrontiamola con serenità e determinazione, consapevoli di aver fatto un buon lavoro grazie all’aiuto della Federazione e dei corpi sportivi, che ci hanno dato massima disponibilità».
Quali sono le sue aspettative in vista dell’esordio di Wisla?
«Ci auguriamo soltanto che i ragazzi riescano a portare dei buoni salti in gara, confermino i miglioramenti che ci sono stati nell’ultimo periodo quando ho visto dei segnali molto positivi sia da Alex (Insam, ndr) sia da Sebastian (Colloredo, ndr). Speriamo ripetano anche in gara i salti visti in allenamento».
Avete rinunciato invece alla gara a squadre, lasciando in Italia Davide Bresadola e gli altri per allenarsi tra Planica e Tarvisio.
«L’allenatore responsabile, d’accordo con gli altri tecnici, ha preferito far allenare ancora un po’ Davide Bresadola e gli altri giovani per alzare ulteriormente il loro livello. Hanno ancora bisogno di migliorare un po’ e per questo stanno lavorando con l’obiettivo di essere presto più competitivi».
È soddisfatto del lavoro svolto in estate? Siete riusciti a seguire tutto il programma predisposto?
«Abbiamo cercato di seguire la linea impostata a luglio quando abbiamo iniziato questo percorso. I primi segnali buoni si sono visti già nel corso della stagione estiva, con alti e bassi come normale. Ora sarebbe importante partire subito al meglio per avere una carica ulteriore e lavorare con maggiore serenità. Chi meglio inizia, più energia recluta».
L’estate del salto femminile è stata invece piuttosto sfortunata.
«Purtroppo ci sono stati alcuni incidenti che hanno fermato delle ragazze. Il bruttissimo infortunio di Manuela Malsiner che resterà ferma tutta la stagione e anche il problema fisico che ha frenato Elena Runggaldier per la prima parte della preparazione. È rientrata da poco, dimostrandosi subito determinata come la conosciamo. Tornando a Manuela, l’aspettamo a braccia aperte. Lei è molto decisa e tornerà più agguerrita di prima. È grintosa, così come sua sorella Lara, lo sta dimostrando anche in questo periodo. Poi ovviamente nessuno accetta uno stop. Sicuramente non siamo stati fortunati con il salto femminile ma sono fiducioso perché abbiamo un bel gruppo di giovani che sta lavorando bene. Bisognerà capire quali decisioni verranno prese per la combinata nordica femminile dalla federazione internazionale, se diventerà o meno disciplina olimpica. In base a questo verranno fatte delle scelte in ottica futura. In qualunque caso stiamo lavorando per sviluppare delle capacità che serviranno in futuro a queste atlete, vogliamo renderle il più complete possibile con metodologie di allenamento che favoriscano la multilateralità. L’atleta del futuro è evoluto, preparato su molte attività sportive».
In campo giovanile sono arrivati, tra salto e combinata nordica, risultati piuttosto positivi nel corso dell’estate soprattutto tra le ragazze.
«Al di là di Lara Malsiner, che come ho detto in precedenza è molto grintosa quanto sua sorella e ha vinto in OPA Cup, abbiamo ottenuto buoni risultati dalle giovani. Stiamo lavorando molto bene con loro, grazie alla FISI che sta investendo su salto e combinata, nonostante siano una piccola realtà in Italia. Eppure la federazione sta credendo tanto in noi, ha investito su tre tecnici stranieri che ci stanno dando tanto e così anche i corpi sportivi che stanno mettendo a disposizione delle squadre giovanili tanti tecnici. Speriamo di ripagare FISI e corpi sportivi con dei risultati positivi sia con le squadre maggiori sia con quelle giovanili. Bisogna soltanto avere calma, non crearsi aspettative troppo alte, perché i risultati dobbiamo ottenerli anziché dichiararli. Voglio essere realista, non dobbiamo pensare di stravolgere tutto dall’oggi al domani ma stiamo lavorando per crescere nel tempo. L’augurio è che anche la fortuna ci assista».
Abbiamo parlato della squadra di salto maschile e di quelle femminili di salto e combinata nordica. A questo punto parliamo della squadra di combinata nordica maschile.
«È un bel gruppo, i ragazzi sono affiatati e lo staff è molto unito. Una cosa importante perché quando si lavora bene insieme si ottengono dei buoni risultati. Adesso la squadra è in Finlandia in compagnia di altre nazioni. L’augurio è di partire subito con il piede giusto. Durante la preparazione Pittin ha dato dei buoni segnali, così come Buzzi. Inoltre qualche giovane si è distinto di più rispetto allo scorso anno. Poi c’è il ritorno di Samuel Costa, che è importante per tutto l’ambiente. Lui è molto agguerrito e grintoso, ha riportato aria nuova nel gruppo pur venendo da un periodo difficile. Non dobbiamo pretendere da lui subito dei risultati, visto che viene da un anno di stop e diversi interventi. Già il rientro è un cosa positiva, diamogli tempo di ritrovare la sua condizione. Gli ho detto di lavorare con calma e non strafare, è importante faccia un passo alla volta. Non sarà facile per lui ritrovare subito tutte le sensazioni sul salto, ci vorrà del tempo per riaccendere il motore e far tornare le cose come prima dell’infortunio. Ma sono molto fiducioso perché da parte mia c’è la massima stima nei confronti dei tecnici e di tutti gli atleti».  
Giochiamo un attimo e facciamo qualche pronostico: chi vincerà la Coppa del Mondo di salto?
«Non potrebbe esserci una domanda più difficile perché nel salto, a livelli altissimi come questi, basta sbagliare pochissimo e ti ritrovi fuori non solo dai dieci ma anche dai venti. Non si può fare un pronostico, è un’utopia, come dimostra il fatto che da anni nessuno vince la classifica generale per due anni consecutivi. Stoch? È un grandissimo campione, salta con serenità, non è mai stressato, fa quasi invidia per questo. Ovviamente potrebbe essere tra i candidati alla vittoria, ma è difficile dirlo. Lo stesso tra le donne. Sara Takanashi è una grande campionessa e ha già dimostrato in passato di avere una marcia in più rispetto alle altre. Qualche anno fa era proprio imbattibile, però come si è visto lo scorso anno, in questo sport basta un piccolo particolare per cambiare tutto».
E nella combinata nordica?
«In campo femminile parliamo di uno sport in crescita che non è ancora disciplina olimpica. So che stanno lavorando molto bene le squadre di Germania e Austria, ma anche la Francia. La Russia si è già ben comportata lo scorso anno, così come il Giappone. Ma la favorita per la Continental Cup è la statunitense Tara Geraghty Moats. Il livello comunque è destinato ad alzarsi ancora e bisognerà vedere quanto le nazioni investiranno in questa disciplina in futuro. Per quanto riguarda la Coppa del Mondo maschile, ovviamente mi aspetto il ritorno della squadra tedesca. Stanno lavorando molto, investono tantissimo in salto e combinata nordica. Pensate che hanno anche messo un trampolino a disposizione per l’intera squadra di salto e combinata nordica. Da loro è uno sport molto sentito e hanno anche un numero altissimo di praticanti»

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