Ad appena 26 anni è stato promosso allenatore responsabile della nazionale italiana Juniores Under 20 maschile, dopo aver lavorato per anni al fianco di Francesco Semenzato, oggi allenatore della femminile, con cui continuerà a collaborare fianco a fianco, visto che le due squadre si raduneranno sempre insieme. Il giovane allenatore cuneese avrà una bella responsabilità, quella di allenare due atleti sui quali il fondo azzurro investe tantissimo come Luca Del Fabbro e Davide Graz, ma ha già le idee chiare su cosa pretendere da tutti gli atleti della squadra e come farli rendere al meglio delle loro possibilità.
Ciao Paolo. Da questa stagione ti è stato assegnato il ruolo di allenatore responsabile della nazionale juniores italiana; un compito molto importante.
«Dopo le elezioni federali si sono presentate diverse opzioni, visto che si dovevano ridisegnare tutti gli staff tecnici. Quando mi è stato chiesto cosa preferissi, ho riferito al dt Marco Selle, che sarei rimasto volentieri a lavorare con gli juniores, in particolare la squadra maschile. Da lì mi è stato assegnato un ruolo di maggior responsabilità rispetto al passato. Sotto un certo punto di vista sono contento, perché significa che Marco (Selle, ndr) e Pietro (Piller Cottrer, ndr) hanno fiducia in me. Dall’altro, ovviamente, ho una grande responsabilità, che mi motiva e stimola a lavorare ancora meglio per mettere nelle migliori condizioni possibili i ragazzi. Sono contento di proseguire il lavoro già intrapreso con alcuni di loro da diverse stagioni, nelle quali ho imparato delle dinamiche diverse rispetto ai tempi del comitato, crescendo quindi anche come allenatore. Ora posso mettere in pratica quanto appreso negli scorsi anni e dare ancora qualcosa in più di mio».
Avrai la responsabilità di allenare due ragazzi che rappresentano la grande speranza per il fondo azzurro, come Luca De Fabbro e Davide Graz.
«Tutti e sette i ragazzi possono ambire a ottimi risultati, sono stati scelti per questo. Sarà il terzo anno in cui lavoro con Luca, mentre Davide l’ho già allenato lo scorso anno. Entrambi hanno la possibilità di fare bene nelle loro carriere, perché hanno talento e tanta voglia di lavorare. Più che una responsabilità, sento il dovere di fare tutto al meglio per metterli nelle migliori condizioni possibili di esprimersi. Poi ovviamente in gara dovranno essere loro a fare la differenza, quando affronteranno le gare più importanti della stagione in OPA Cup e ai Mondiali. Quando alleni dei giovani talenti come loro, devi essere bravo a limitare al massimo gli errori e far si che possano rendere al meglio delle loro possibilità. Fermo restando, però, che non ci sono solo loro. Lo stesso Stefano Dellagiacoma, che è reduce da una stagione al di sotto delle proprie possibilità, anche perché ha perso buona parte dell’autunno dopo l’arruolamento nei Carabinieri, ha grandissimi mezzi e quando è in condizione non è da meno rispetto agli altri. Così come i quattro giovani appena entrati in squadra, che hanno tante qualità».
A proposito, puoi presentarci i nuovi arrivati?
«Nel raduno dell’ultima settimana insieme agli atleti di interesse nazionale non ho avuto modo di conoscerli meglio perché eravamo tanti. Con Alessandro Longo sono stato molto a contatto in occasione dei Mondiali dello scorso anno. Così come tutti i ’99 della squadra si è appena diplomato. È all’ultimo anno da junior, quindi sarà una stagione importante per lui. Secondo me ha ancora tanto da esprimere, va forte, è riuscito già a ottenere ottimi risultati e fare belle prestazioni pur non essendo ancora al limite con gli allenamenti e soprattutto ha grossi margini di miglioramento. Didier Chanoine abita a La Salle, paese che dà i natali a tanti ottimi atleti, come Federica Brignone e Michela Carrara. Vive in un ambiente che lo stimola a fare bene, viene da una famiglia di sciatori. Io, per esempio, gareggiavo con il fratello più grande e sono stato istruttore della sorella nel corso maestri. Questo ragazzo ha tanta passione e voglia di fare bene, la sua presenza in squadra aiuterà anche il fratello Jacques, gli darà ulteriori stimoli. Loro due si allenano sempre insieme con Alessandro anche nell’Asiva, quindi sarà fondamentale il rapporto con Tovagliari nella loro gestione. Augusto Celon si è guadagnato il posto in squadra grazie ad alcune prestazioni di rilievo fatte nella scorsa stagione. Anche lui ha ancora tanto da dare e può crescere moltissimo, anche perché negli anni passati si allenava spesso da solo, visto che abita a Verona, è un cittadino con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso per chi fa sport sulla neve. Credo che quest’anno, con l’opportunità di allenarsi con la nazionale, sicuramente avrà un maggior confronto con i compagni e stimoli per tirare fuori il meglio da sé. Infine c’è Michele Gasperi, classe 2000 come Graz. L’abbiamo già portato in OPA Cup nella passata stagione, quando ha dimostrato di sapersi gestire e organizzare al meglio. È un ragazzo serio, ha voglia di emergere e fare bene, un atleta tutto da scoprire per me, perché per ora ho avuto solo un allenamento con lui e un confronto con Daniele Compagnoni, suo allenatore nel comitato. Ancora non ho avuto la possibilità conoscerlo al cento per cento, ma ho l’impressione che sia un altro ragazzo con voglia di fare e imparare. Già nel passato raduno veniva spesso a farmi domande sulla tecnica e sul programma delle prossime settimane. Si vede che ha voglia di sfruttare questa opportunità che gli è stata data».
Al termine della stagione Paolo Rivero sarà soddisfatto se?
«Certamente alla vigilia della stagione ci sono degli obiettivi di risultati, che sono anche quelli che fanno i titoli grossi sui giornali. Personalmente sarò soddisfatto se sarò riuscito a passare a questi ragazzi tutto ciò di cui hanno bisogno per poter dare il loro massimo, che sia una top ten mondiale o una ventesima piazza in Coppa Europa. Insomma sarò soddisfatto se sarò sicuro di averli messi nelle migliori condizioni possibili per esprimere le proprie capacità».
Qual è il consiglio che dai ai ragazzi della squadra?
«Per quelli che sono entrati in squadra quest’anno alla loro ultima stagione da juniores, consiglio di approfittare al massimo dell’occasione che hanno ricevuto dalla federazione dal punto di vista logistico, della programmazione e degli altri supporti che ricevono da staff tecnico, medico, e skiman, che non sono solo le persone che sciolinano gli sci ma li aiutano anche a conoscere meglio i materiali. Insomma devono sfruttare tutto ciò che gravita attorno al mondo della nazionale che crede in loro perché li ha voluti in azzurro. Quello che chiederò ai ragazzi, in occasione del prossimo raduno, è di metterci la massima professionalità in ciò che fanno. Il nostro obiettivo è rendere questi ragazzi il più professionali possibile, dargli il giusto senso di educazione sportiva. Loro invece dovranno fare il massimo, perché come io voglio dargli tutto ciò che è nelle mie possibilità, loro dovranno tirare fuori il meglio da se stessi, con la consapevolezza che tutto ciò che fanno oggi andrà a loro vantaggio in futuro se affronteranno una carriera professionale».
Fondo – Paolo Rivero ai giovani azzurri: “Approfittate dell’occasione che vi è stata data”
Ti potrebbe interessare
L’emozione dell’esordiente Daniele Cappellari: “Sono felice e darò il meglio di me”
Parla il giovane friulano appena convocato per la tappa di Oslo: "Ancora non mi rendo conto che gareggerò con
Sci di Fondo – Scelto il contingente per Ruka: l’Italia andrà con 3 uomini e 4 donne
Al termine del test odierno di Livigno, il direttore tecnico Freddy Stauder ha annunciato al sito della FISI i nomi
Sci di fondo – Italia in raduno a Sjusjoen, i 9 convocati e i piani di Pellegrino: ecco quando raggiungerà i compagni
L’Italia dello sci di fondo continua a lavorare sodo in vista della prossima stagione, con in testa l’obiettivo di