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Andreas Zingerle: “Abbiamo cambiato tanto ma con il nuovo staff siamo partiti col piede giusto”

Si è chiuso venerdì ad Anterselva il primo raduno del nuovo gruppo elite di Coppa del Mondo, formato da Dorothea Wierer, Dominik Windisch, Lukas Hofer e Lisa Vittozzi. I quattro campioni azzurri si sono allenati con Andreas Zingerle, allenatore responsabile della squadra, unico rimasto del terzetto vincente di tecnici, formato da lui, Patrick Favre e Patrick Oberegger, questi ultimi passati a Francia e Norvegia. Insieme a lui era ovviamente presente Andrea Zattoni, nuovo tecnico nel gruppo. Delle tante novità nello staff tecnico e nell’organizzazione della squadra abbiamo parlato con Zingerle nella seguente intervista.
Buongiorno Zingerle. Partiamo dagli addii di Favre e Oberegger.
«È stata una primavera un po’ particolare perché quando perdi due collaboratori con cui sei andato d’accordo e hai lavorato bene, sei costretto a ripartire da zero, perché entrano nuove persone con le quali devi creare degli equilibri sul lavoro. Non è mai una cosa facile, ci vuole tempo e pazienza ma l’inizio fa ben sperare».
Come si sta trovando con il nuovo staff?
«L’impatto è stato abbastanza positivo, andiamo già d’accordo e abbiamo entrambi le idee abbastanza chiare sul modo di lavorare. Sono convinto che potrà diventare un’ottima collaborazione. Certo ci vorranno alcune settimane per conoscerci e trovare il giusto amalgama, però ho trovato una persona molto interessata e attenta. Siamo partiti con il piede giusto».
Come mai si è deciso di creare un gruppo elite di soli quattro atleti?
«Si era parlato di questa idea già nel corso del passato inverno. L’obiettivo è di dare qualcosa in più a questi quattro atleti che negli anni hanno portato tanti ottimi risultati all’Italia e possono ottenerne ancora di grandi. Vogliamo seguirli con una maggior attenzione, per dargli quel qualcosa in più e valorizzarli ancora. Arrivati al loro livello attuale, si può migliorare ancora soltanto curando alcuni particolari. Per farlo al meglio bisogna avere un gruppo ristretto».
Come hanno approcciato gli atleti a questo primo raduno?
«In maniera molto positiva, hanno subito mostrato di avere grande voglia di lavorare. Anche per loro c’è stato un cambiamento importante, perché del vecchio gruppo di allenatori sono rimasto soltanto io. Però li ho visti molto tranquilli, si sono impegnati e hanno lavorato duramente come sempre».
Tutti e quattro sono reduci da una bellissima stagione. Quali sono le loro aspettative?
«Sicuramente vogliono ripartire da dove hanno concluso la stagione precedente. Certo, dopo le medaglie olimpiche hanno avuto diversi impegni extra sportivi, però non sono preoccupato perché hanno lavorato tantissimo negli ultimi anni. Loro vogliono crescere partendo dai risultati ottimi della passata stagione e noi li aiuteremo a farlo».
Tra le donne ci sono stati alcuni ritiri eccellenti, pensa che Wierer e Vittozzi possano approfittarne?
«È sbagliato immaginare che se alcune avversarie hanno smesso le cose saranno più facili nella prossima stagione. Il biathlon non regala mai nulla, ogni stagione ci sono atlete che emergono e altre che tornano in auge, quindi l’unica soluzione vincente è continuare a lavorare e pensare solo a se stesse. Dorothea e Lisa hanno grandi possibilità di fare bene e per riuscirci devono fare quello che hanno sempre fatto: allenarsi con il massimo impegno».
Qual è l’obiettivo della prossima stagione?
«Certamente arrivare al massimo della forma ai Mondiali di Oestersund, un traguardo che dobbiamo raggiungere. Ovviamente, poi, non lasceremo certo nulla in Coppa del Mondo».
Nel corso dell’estate vi allenerete anche insieme alla Squadra A, oppure i due gruppi resteranno separati?
«Faremo molti raduni insieme all’altro gruppo, soprattutto quando bisognerà lavorare sull’intensità, così potremo avere pure un confronto. Da novembre in poi saremo sempre insieme. Questa divisione è stata fatta soltanto per permetterci di dare qualcosa in più agli atleti, lavorare su determinati particolari in alcuni raduni. Questi quattro biatleti hanno meritato negli anni queste attenzioni da elite. Inoltre anche gli altri ne gioveranno, perché in un piccolo gruppo si lavora meglio».  
Al termine della stagione sarà soddisfatto se?
«Per me la cosa più importante è che questi atleti facciano sempre quello che è nelle loro possibilità. Non è importante tanto se vincono o meno delle gare, ma la cosa fondamentale è essere consapevoli alla fine della gara che abbiano ottenuto il massimo da se stessi».

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