Negli ultimi tre anni il suo grande lavoro all’interno del Centro Sportivo Esercito ha consentito a Elisa Brocard di scalare posizioni ed essere la fondista italiana che ha ottenuto i migliori risultati nell’ultima stagione. Le capacità di Simone Paredi non sono passate inosservate e, come richiesto da più parti, il nuovo dt Marco Selle ha affidato a lui il difficile compito di allenare e rilanciare la squadra femminile di Coppa del Mondo. L’abbiamo intervistato per conoscere i suoi obiettivi e le idee in vista di quello che ci auguriamo essere un ciclo quadriennale, perché in questi anni, tra le altre cose, è anche mancata continuità a causa dei diversi cambiamenti alla guida della squadra.
Buon pomeriggio Paredi. Da pochi giorni ha preso il ruolo di allenatore della Squadra A e A2 femminile.
«Ci tengo subito a sottolineare che le ragazze si alleneranno sempre assieme. Più in là spiegheremo meglio il significato della divisione in A e A2. Per quanto mi riguarda speravo di poter proseguire il mio lavoro con Elisa dopo questi anni tanto positivi e portare il lavoro fatto con lei anche in nazionale proponendolo alle atlete azzurre. Per questo motivo sono stato felicissimo della chiamata ricevuta da Marco Selle. Non potevo sperare di ricevere un incarico migliore di questo anche se da una parte mi dispiace lasciare la guida della squadra del CS Esercito».
Da anni la squadra femminile fatica a ottenere risultati di rilievo e ci si aspetta che le cose cambino: sente un po’ di pressione?
«Come sempre, quando prendi un ruolo in federazione, c’è anche un po’ di pressione. Cercherò di non stravolgere quello che ho imparato in questi anni nella sede del Centro Sportivo Esercito seguendo Elisa, che ha ottenuto dei buoni risultati. Per fare le cose al meglio ascolterò tutti i consigli che arriveranno da persone vicine e chiederò informazioni ad allenatori che hanno già intrapreso questo ruolo. Sicuramente negli ultimi anni la squadra femminile ha fatto fatica. Va detto che le ragazze sono state un po’ sballottate con continui cambi di corso. Bisogna quindi dare continuità al progetto e lavorare alcuni anni. Se faremo le cose per bene i risultati arriveranno, perché qualcosa c’è, le ragazze qualche buon piazzamenti in passato l’hanno fatto e Ilaria, per esempio, è anche entrata nelle dieci».
Quali saranno i primi interventi che farà?
«Innanzitutto voglio parlare con ognuna di loro per capire cosa non sia andato in questi anni e partire da lì per poi pianificare la preparazione estiva prima e sulla neve poi. Vogliamo ottenere il meglio da ognuna di loro. Non sarà un lavoro facile ma abbiamo intenzione di costruire un bel gruppo, motivato, nel quale tutte dovranno anche divertirsi. Cercherò di riportare in nazionale l’ambiente che avevo creato all’interno del gruppo sportivo, dove le mie tre atlete lavoravano, si divertivano, andavano d’accordo ed erano molto motivate. Purtroppo non tutte sono poi riuscite a ottenere risultati per diversi motivi».
È un gruppo molto vario sia nell’età delle atlete, si va dai 34 anni di Brocard ai 21 di Comarella, sia nelle loro caratteristiche.
«Notavo proprio l’altro giorno che in squadra abbiamo un’atleta ogni due o tre annate. Il gruppo è vario e può essere un vantaggio. Mi auguro che Elisa (Brocard, ndr) e Sara (Pellegrini, ndr) possano tirare fuori qualcosa in più dalle giovani e guidare un po’ il gruppo. A loro aggiungo anche Ilaria (Debertolis, ndr) che ha tanta esperienza in Coppa del Mondo e voglia di riscatto dopo i problemi fisici dello scorso anno. Mi auguro che Anna (Comarella, ndr) possa salire quel gradino in più che è nelle aspettative di tutti. Nelle sprint abbiamo Greta (Laurent, ndr) che nella passata stagione ha fatto vedere qualcosa di buono, arrivando anche in semifinale a Seefeld, proprio dove sono in programma i Mondiali. Va recuperata poi Caterina (Ganz, ndr), perché una che ha vinto la Coppa Europa i numeri li ha. Con lei dovremo capire cosa non abbia funzionato nella passata stagione e ripartire poi da lì per migliorare. Infine c’è Lucia Scardoni, una fondista completa, va sia nelle sprint sia nelle distance ed è anche un’ottima alternista. Proprio ieri mattina pensavo alla staffetta, alle tante possibilità che abbiamo. Spero proprio che le atlete mi mettano in difficoltà nelle scelte».
Quali sono gli obiettivi per questa stagione?
«Sicuramente quello che verrà sarà una sorta di anno zero per la squadra femminile. Anche perché nella passata stagione si prese la decisione di non costruire la squadra e di mandare le atlete ad allenarsi nei corpi sportivi, una cosa che non ha funzionato. L’obiettivo è quindi costruire un gruppo motivato e con voglia di lavorare, facendo in modo che le ragazze non vivano l’allenamento come un peso. Sarà importante che facciano gruppo e possano aiutarsi a vicenda in quanto hanno età, esperienze e caratteristiche diverse».
Quale lavoro imposterà con le atlete dell’Under 23 e quelle che sono rimaste fuori dalle squadre?
«Per quanto riguarda l’Under 23 allenata da Pasini, faremo quasi sicuramente qualche raduno insieme per far allenare le più giovani con le atlete della Squadra A, come è giusto che sia guardando al futuro. Per quanto riguarda le atlete che non sono entrate in squadra, facendo bene i conti, sono rimaste solo cinque e questo mi dispiace molto perché tre di loro dovranno allenarsi praticamente da sole. Alice Canclini l’ho allenata fino alla passata stagione, l’ho già sentita e le ho detto di portare avanti il lavoro fatto insieme in questi anni. Parlerò prossimamente anche con le atlete degli altri corpi sportivi. Mi dispiace che Baudin si allenerà da sola nelle Fiamme Gialle e Virginia De Martin farà lo stesso nei Carabinieri. Per fortuna almeno Giulia Stürz ed Erica Antoniol potranno allenarsi insieme, perché so quanto sia difficile soprattutto per le atlete fare tutto da sole. Sono convinto che saranno molto motivate per farsi trovare pronte a inizio stagione, anche perché le porte della nazionale sono aperte a tutte. Chi andrà bene avrà la sua possibilità, anche perché il Tour de Ski partirà dall’Italia e potremmo quindi avere qualche posto in più. Presto incontrerò gli allenatori dei corpi sportivi, come venne fatto lo scorso anno con Paolo Riva, che era il supervisore delle donne, per mettere su una linea comune anche sulle gare valide per la selezione. Sono una persona che ascolta i consigli, li valuta e se sono utili prende spunto da essi per migliorare».
Le dispiace per il ritiro di Gaia Vuerich?
«Moltissimo. Io ho preso ufficialmente l’incarico e l’ho subito chiamata ma lei aveva già preso la sua decisione, avendo anche già firmato la carta di dismissione. Per noi è una grossa perdita come atleta e come persona. Avrei avuto una sprinter in più che avrebbe lavorato con Greta (Laurent, ndr) e Lucia (Scardoni, ndr) ma purtroppo siamo arrivati troppo tardi».
A fine stagione Simone Paredi sarà soddisfatto se?
«Se avremo costruito un gruppo motivato in grado anche di ottenere dei risultati positivi. Ci auguriamo di fare più punti rispetto all’ultima Coppa del Mondo, nella quale solo Elisa ha portato a casa qualcosa nelle distance, mentre qualche punto è arrivato nelle sprint».
Parla Simone Paredi, nuovo allenatore della Squadra A femminile: “Per noi sarà una sorta di anno zero”
Ti potrebbe interessare
Oberstdorf 2021 – Alessandro Pittin: “Sul large hill devo cambiare registro, altrimenti non merito la team sprint”
Il friulano delle Fiamme Gialle ha parlato dopo la staffetta della combinata nordica: "Devo saltare bene dal
Biathlon – Serenità e motivazione guidano la preparazione estiva di Jacquelin: “Tutto è tornato alla normalità”
La scorsa estate, Emilien Jacquelin era in piena ricostruzione da un periodo difficile, che gli aveva fatto
Biathlon – Tarjei Bø, orgoglio e riscatto: “Ho ancora qualcosa da dire al vertice”
Criticato, discusso, a tratti sicuramente deludente. Tarjei Bø, però, ha continuato a lavorare nel silenzio. E a