Non è stata una stagione invernale ricca di soddisfazioni per Davide Bresadola, che partito con alte aspettative al termine di un’estate nella quale aveva ottenuto diversi risultati positivi, è rimasto piuttosto deluso. Nessun punto in Coppa del Mondo, miglior risultato un 32° posto a Willingen, un’Olimpiade sfortunata nella quale una caduta non gli ha permesso di qualificarsi per la seconda manche, dopo un’estate invece positiva nella quale Bresadola era anche entrato nella top ten a Hinzenbach, arrivando decimo, ed aveva concluso ben sei gare nella top sei.
Per capire meglio cosa non sia andato l’abbiamo intervistato, approfittando per l’occasione anche per chiedergli un pensiero sulla realizzazione del trampolino HS60 nella sua Val di Sole.
Ciao Davide. Per te è stata una stagione al di sotto delle aspettative per te e i tuoi compagni, arrivata dopo un’estate molto positiva.
«È stata una stagione dai due volti, perché avevamo vissuto un’ottima estate alla quale non è seguito un inverno al livello delle nostre aspettative. È stato un peccato perché in estate ero convinto che fosse l’anno buono e potessimo ottenere degli ottimi risultati. Invece ci siamo ritrovati subito a rincorrere ed è stato molto complicato. Comunque la scorsa estate ci siamo tolti alcune soddisfazioni e avuto delle conferme che possono farci guardare al futuro con positività. Dobbiamo però aggiustare il tiro e capire cosa non abbia funzionato al meglio e se eventualmente siano stati anche commessi degli errori».
Sei riuscito a darti una spiegazione su quanto accaduto?
«Non completamente perché ho ancora qualche dubbio. A dir la verità faccio veramente fatica ad accettarlo, ancora mi scoccia ripensarci (ride, ndr). Non ho il rammarico di aver fatto troppo poco, anzi il contrario, probabilmente abbiamo fatto il passo più lungo della gamba. Però ci stava rischiare in estate il tutto per tutto perché la posta in palio era alta, ci abbiamo provato e forse se tornassimo indietro magari faremmo qualcosina in meno. L’estate passata è stata molto impegnativa perché avevamo l’importante obiettivo di aumentare le quote per schierare più atleti in Coppa del Mondo e ci siamo riusciti. Questo ha fatto si che ci trovassimo a fare una stagione molto impegnativa, abbiamo avuto 67 giorni di gara tra estate e inverno. Sono davvero tanti perché a questi dobbiamo aggiungerci tutti gli spostamenti, l’allenamento estivo e le trasferte più lontane. Magari molti atleti forti nel corso dell’estate hanno preferito puntare maggiormente sulla preparazione per poi trovarsi più energie durante l’inverno ma noi non potevamo permettercelo perché siamo pochi e quindi è tutto più difficile».
Cambiando argomento: dopo anni di attesa pare essersi sbloccata la situazione attorno al trampolino HS60 di Pellizzano.
«Questa è una gran bella notizia, la costruzione di questo impianto avrebbe un valore grande per la comunità perché darebbe una possibilità in più ai giovani saltatori che si affacceranno alla nostra disciplina e sarebbe importante per tutto il movimento italiano che ha necessità di un trampolino scuola come quello da 60. Purtroppo da tanti anni non ne abbiamo uno in Italia ma finalmente l’attesa sembra finita visto che sta arrivando sia a Predazzo sia a Pellizzano, dando così una grande spinta al nostro movimento. Mi piacerebbe a questo punto tenere duro ancora un po’ per poterlo testare. Speriamo si sbrighino a costruirlo e che nel frattempo io possa anche ottenere qualche bel risultato in grado di motivarmi ad andare avanti ancora diversi anni, così potrò farci due saltini (ride, ndr)».
L’ammissione di Davide Bresadola: “Faccio fatica ad accettare i risultati dell’ultimo inverno”
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