A margine dall’evento intitolato “Obiettivo Medaglia”, che si è svolto presso lo Skyway Monte Bianco e ha visto la partecipazione di tanti personaggi del mondo del fondo italiano per festeggiare l’argento olimpico di Federico Pellegrino, l’atleta valdostano si è fermato a parlare anche con i giornalisti dopo averli ringraziati per aver divulgato notizie che lo riguardavano nel corso della stagione. Ecco le principali dichiarazioni da parte del campione azzurro.
La rielezione di Roda
«Sono contento perché in questi anni ha fatto bene. Ho percepito un senso di appartenenza alla Federazione superiore rispetto al passato, forse anche perché ho iniziato a vincere e ovviamente sono stato più considerato, cosa che mi ha forse portato a vedere le cose in maniera diversa. Non mi è mancato nulla negli ultimi quattro anni e sicuramente il fatto che si andrà avanti così mi garantisce la tranquillità che anche i prossimi potranno andare bene. Roda non è stato presente all’evento che ho organizzato proprio perché è rimasto a Milano per impegni legati alla FISI. L’augurio di tutti, infatti, è che possano essere ufficializzati i nuovi quadri tecnici il prima possibile. Era però presente il CONI con il presidente Malagò, una cosa che mi ha onorato».
Il secondo posto olimpico, uno stimolo in più?
«In questi anni ho imparato che devo sempre fare il massimo nel tentativo di ottenere il meglio da me stesso. È quello che farò, poi se qualcuno sarà avanti a me, non potrò farci nulla. L’importante è che abbia sempre la consapevolezza di aver dato tutto. Il secondo posto di PyeongChang, comunque, mi fa capire che nella mia bacheca non c’è ancora tutto ed è importante per uno come me che cerca nuove motivazioni».
Il Mondiale di Seefeld della prossima stagione
«Da quando esiste il titolo Mondiale sprint, nessuno è riuscito a ripetersi ma sono sempre arrivati vincitori diversi. Dua anni fa Klaebo non era certamente contento di arrivare secondo, così quest’anno ha fatto una grandissima stagione. Ripetersi però non è mai facile. Se è il Sagan del fondo? No, quello è Northug. A proposito, attenzione, perché è ritornato con la squadra ed è un volpone. Se temo gli avversari più giovani? Ogni anno ne escono sempre di nuovi».
Olimpiadi del 2026 in Italia? Cosa farebbe Pellegrino?
«In questo momento non è nemmeno scontato immaginare che nel 2022 sarò ancora in questo stato di forma. So che ci sarò e parteciperò ma anche che sarà difficile competere a questi livelli. Figuriamoci, quindi, per i Giochi Olimpici successivi che ci saranno tra otto anni, sono troppo in là. Magari potrei avere un altro ruolo, perché un’Olimpiade in Italia fa gola. Ormai gareggio in Coppa del Mondo da dieci anni, tra un paio d’anni sarò trentenne, poi si vedrà. Si dice sempre che un fondista vince dopo i trent’anni, giusto? Io ho ancora tanta fame».
Sul prossimo allenatore.
«L’attesa non mi disturba, perché tanto adesso devo solo fare base, non c’è qualità, quindi l’allenatore arriverà nel momento giusto. Nel giro di due settimane lo sapremo, non sono preoccupato. Io sto aspettando le proposte per poter dire la mia. Suggerimenti? Non è facile darli, quando arriverà qualcuno troverò il modo di accettarlo. Per esempio in un primo momento quando arrivò Chenetti non ero d’accordo, perché quattro anni fa volevo continuare con Saracco. Poi pian piano mi sono adeguato, ho iniziato a credere in quello che mi è stato presentato. Non giudico in base al nome ma al metodo, capire come allena, cosa pensa sulla tecnica, sulla gara, su psicologia e tutti gli aspetti».
Possibili nomi?
«Non posso sbilanciarmi. Sicuramente so che negli ultimi tre anni ho richiesto molto al mio fisico e mi sono anche accorto di aver perso un po’ di brillantezza nonostante gare come Lahti o Dresda non lo facciano sembrare. Sicuramente un nuovo stimolo deve esserci. Andrò a cena con Sepp Chenetti la prossima settimana quando sarò a Moena. Ci faremo una bella chiacchierata, dirò a lui giustamente uno dei più grandi grazie perché in questi anni abbiamo fatto delle cose straordinarie. Il mio fisico, però, ha bisogno ora di stimoli nuovi. Soprattutto per puntare all’Olimpiade tra quattro anni non si possono fare dei cambi in corsa, quindi ci sta che si aspetti e ci sia del tempo per prendere una strada che deve essere quella giusta per il prossimo quadriennio olimpico».
Sulle difficoltà della squadra femminile
«Sono quattro stagioni che non ottengono i risultati che valgono. Il presidente ha già detto che quest’anno la squadra delle donne ci sarà perché non può non esserci. Hanno fatto questo tentativo lo scorso anno che in un certo senso è stata una dichiarazione di fallimento, come a dire: “Per tre anni ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti, quindi rimettiamole nei corpi militari”. Qualcuno ha sfruttato l’occasione ed è riuscito a farle andare bene. Va però detto che un atleta non può cambiare allenatore ogni anno, come accade a queste ragazze che nella prossima stagione ne avranno ancora un altro. In Italia c’è un numero ristretto di atlete professioniste, sono quelle che abbiamo fino a quando hanno voglia, visto che ho già sentito voci di qualcuna che pur avendo un grande potenziale purtroppo rimasto inespresso potrebbe smettere. Queste sono e loro bisogna far andare forte, non si può andare a cercare le ’98, 2000 o 2002. Queste giovani arriveranno e se si fa un bel lavoro con le senior di oggi, avranno anche la possibilità di esprimersi al meglio senza pressioni. Tutti noi speriamo in una nuova Belmondo o un Pellegrino ma non arrivano così. C’è bisogno di tempo. Comunque vi dico la verità, io devo pensare un po’ meno allo stato del fondo italiano e concentrarmi più su me stesso perché la cosa migliore che possa fare per il fondo italiano è andare forte io».
Federico Pellegrino: “La mia bacheca non è ancora piena e io cerco sempre nuove motivazioni”
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