Terzo mandato di presidenza della FISI per Flavio Roda. Per raggiungere questo traguardo doveva superare il 55% previsto dallo statuto, ma con i 73.495 voti totalizzati ha toccato addirittura il 79,10%. Ovvio che abbia potuto contare sui presidenti dei comitati più rappresentativi, che puntavano alla continuità, ma per lui la conferma è stata quasi plebiscitaria. Si poteva dubitare delle sue possibilità di successo di fronte ad un quorum tanto elevato, ma non c’è stata storia. Messo sul piano sportivo, il confronto è risultato un KO imprevedibile per i tre avversari: 10,94 % Claudio Ravetto, 8.77% Maurizio Paniz, 1,04% Franco Vismara.
Un segno evidente di fiducia quello manifestato dall’assemblea elettiva, che ha superato ogni record precedente, e ha preso atto del riassetto del bilancio, chiuso abbondantemente in attivo e da consolidare ulteriormente nell’immediato futuro, con la ricerca di nuove sponsorizzazioni, se si vuole crescere e affrontare i bisogni del territorio, oltre che ribadire i risultati ottenuti nelle varie discipline degli sport invernali, e attuare il programma con il quale Roda si è presentato. Programma in cui rientrano una struttura organizzativa più idonea, la prosecuzione delle attività di sviluppo informatico, il consolidamento dei rapporti con i gruppi sportivi, la semplificazione delle procedure di gestione dei rapporti con le società, un supporto economico all’attività giovanile sui territori attraverso i comitati regionali, implementandola con l’inserimento di nuove figure, l’ampliamento dei centri federali e il potenziamento dell’area medico/scientifica in modo di rafforzare la preparazione degli atleti. Tutte potenzialità che si possono sviluppare.
Non ultimo, ma certamente significativo per l’elettorato, l’effetto che può avere avuto la considerazione di cui Flavio Roda gode nell’ambito del CONI, tanto da essere stato cooptato nella Giunta esecutiva. Che è un po’ la stanza dei bottoni dello sport italiano e aveva concesso il prestito che Roda ha rimborsato ben prima della scadenza. Premesse, quelle da lui annunciate, che poggiano su basi ben più consolidate delle promesse che vengono quotidianamente propinate dai professionisti della politica, per un programma che porterebbe la FISI ad un ulteriore salto di qualità. C’è solo da aspettarne la messa in opera tramite l’operato del Consiglio federale, che delibererà l’assegnazione degli incarichi ai singoli componenti. Che sono, in ordine di votazione, Pietro Marocco, Carmelo Ghilardi, Angelo Dalpez, Stefano Longo, Enzo Sima, Dante Berthod, Alfons Toma (laici) , Gabriella Paruzzi e Mauro Mottini (atleti) e Carlo Dal Pozzo (tecnico). Con loro ci sarà Elio Grigoletto, presidente del Collegio revisori dei conti.
Vedremo su chi cadrà la scelta per le discipline dello sci nordico di cui si occupa questo sito e che stanno attraversando un momento difficoltà per quanto riguarda i risultati. Pesante la situazione del fondo: quello maschile legato agli “exploit” di Pellegrino, quello femminile del tutto inesistente dopo un passato glorioso legato a Di Centa, Belmondo e Paruzzi. Se n’è persa la scia se non addirittura la memoria anche per chi, come il sottoscritto, se ne occupa da quasi mezzo secolo e con credibilità incontestabile e per questo fastidiosa per chi teneva in mano il pallino. E cioè da quando, inventando Scifondo e dandogli ampio spazio, contribuì alla creazione di un movimento che inizialmente i responsabili della FISI rinnegavano unicamente per partito preso più che per convinzione motivata. Avrebbe sottratto fondi al settore maschile. Furono però costretti a prenderne atto quando cominciarono ad arrivare le medaglie di cui si assunsero ovviamente il merito senza mai averci mai messo la faccia. Ci vollero Camillo Onesti e Benito Moriconi per affrontare e sbloccare la situazione.
Nel nuovo consiglio il fondo è ben rappresentato: ha perso purtroppo Marco Mapelli, che ha il merito della cooptazione dello skiroll nella Federazione della quale è stato una colonna portante, ma può vantare Gabriella Paruzzi e Carlo Dal Pozzo: un oro olimpico e un bravissimo tecnico che, si spera, riescano a dare il loro apporto nelle decisioni che potrebbero rilanciare la specialità che ha portato alla FISI fior di medaglie olimpiche e mondiali. Se poi qualcuno lo ritenesse utile, considerando che sono rimasto l’ultima memoria storica e posso vantare anche conoscenze tecniche, resto disponibile a dare una mano: gratis naturalmente, come ho fatto per tanti anni con lo skiroll. Fortunatamente, malgrado gli 81 anni e qualche acciacco che non mi impedisce di fare il nonno di due scatenati nipotini, pur se fisicamente avviato al capolinea, di testa non sono ancora rimbambito.
Giorgio Brusadelli: “Roda ha ricevuto un segno evidente di fiducia”
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