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Fausto Denti e la FISI che verrà: “Priorità a scuola, attenzione ai costi e corpi militari”

L’assemblea federale è passata. Quando parliamo con Fausto Denti, ben prima che si scatenasse la bagarre domenicale, l’argomento è "off limits".
Ci concentriamo sulla stagione che è stata per Bergamo e dintorni, trionfale, sia nei successi ma anche per la copiosa neve che ha fatto tornare il sorriso all’imponente sistema turistico bergamasco. Non solo, parlando a ruota libera, è chiaro che un pensiero sull’avvenire della Federazione esce fuori, tra speranze e preoccupazioni.
Presidente, partiamo dall’analizzare una stagione che è molto ricca, sia a livello sportivo ma anche turistico.
"E’ stata un’annata incredibile. Dei successi sportivi ne ho parlato la scorsa intervista e non posso che sottolineare che dietro ai grandi successi c’è un lavoro dietro di una serie di persone e organizzazioni di cui poco si parla e alle quali non viene dato il giusto riconoscimento . Per quanto riguarda la stagione invernale, parlando le diverse realtà della bergamasca, ha riscontrato molta positività e felicità. La neve finalmente è stata tanta e ha aiutato il turismo. Questo non può che essere un punto di partenza; dobbiamo guardare oltre: non possiamo permetterci il lusso di aspettare la neve come la manna dal cielo. Bisogna essere propositivi e sempre pronti con idee innovative e fresche. Il nostro turismo non può più basarsi sulle seconde case e ad una mentalità legata al passato. Fondamentale è promuovere un turismo che porti sempre più famiglie sulle nostre montagne, andando ad intercettare il nostro bacino di utenza con pacchetti concorrenziali creati ad hoc."
Quest’ anno lo si può definire come una sorte di una nuova alba verso nuovi orizzonti?
"Come ho detto dobbiamo essere in grado di capire come si sta muovendo il mercato del turismo ed essere bravi a ritagliarci la nostra fetta. La mentalità deve essere cambiata, come i nostri impianti e le infrastrutture legate alle stazioni sciistiche. Ho citato l’esempio del turismo delle seconde case come un grosso problema che ha limitato lo sviluppo di nuovi alberghi e strutturec ricettive più appetibili e funzionali alla creazione di una diversificazione dell’offerta, anche legata all’organizzazione di eventi a livello nazionale e non solo. Questo è il cambiamento che serve per le nostre vallate e le nostre aree turistiche."
Capitolo Federazione. Molti hanno puntato il dito sulle difficoltà del comparto nordico. Cosa si può fare per uscire dall’empasse in cui è caduto il fondo vista la vostra storica tradizione?
Lo sci di fondo sta andando a fondo. Stiamo riscontrando nelle enormi difficoltà, che si acuiscono anno dopo anno, quando componiamo le squadre. Reclutamento giovani, allargamento della base, costi insostenibili che si uniscono a entrata risicate all’osso e via discorrendo. Ormai non possiamo limitarci a fare praticare determinati sport nelle solo  vallate nostrane ma dobbiamo arrivare ai fondovalle per aumentare il potenziale bacino. Secondo passo è la creazione di scuole dedite allo sci nordico come nello sci alpino e, se serve, con allenatori pagati che seguano gli atleti più bravi. Questo, però, dovrebbe essere incentivato dalla Federazione in primis….
Ha anticipato la prossima domanda: come giudica l’operato FISI in questo quadriennio?
"La mia, in precedenza, non era una polemica ma solo una constatazione del fatto che ci sentiamo un po’ abbandonati. Sicuramente qualcosa è stato fatto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Serve un cambiamento all’interno della struttura federale. Basta con le parole e più fatti. La FISI deve essere presente sul territorio con i propri Consiglieri, i quali devono rappresentare l’organo centrale nelle diverse realtà territoriali, come può essere la nostra o un’altra in Italia, che, da sole, hanno poco peso decisionale. Bisogna fargli capire che è la famosa base, quella di cui tanto parlano per convenienza, degli sci club che fa ricca il Palazzo e non viceversa."

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