Heinz Kuttin, dimissionario dal ruolo di capo allenatore della squadra austriaca di salto, ha rilasciato le prime dichiarazioni dopo aver deciso di abbandonare il proprio ruolo.
“Quando si entra in una spirale negativa, da cui non riesci a uscire in nessun modo, allora l’unica cosa da fare è metterci una croce sopra e dire basta. Abbiamo preparato questa stagione come le precedenti, cambiando solo un paio di dinamiche.
Eppure, le cose non sono andate come ci aspettavamo. Inoltre le nostre difficoltà hanno avuto grande risonanza. Mi sono chiesto se valesse la pena di continuare in questo modo, se tutta la pressione potesse essere sopportata e soprattutto se non avrebbe condizionato la buona riuscita del mio lavoro. La risposta è stata negativa e ho preferito costruirmi un futuro diverso. Non so ancora di che genere, ma di sicuro qualcosa che possa appassionarmi.
Se potessi cancellare gli ultimi due mesi, il ricordo della mia esperienza come head coach sarebbe bellissimo. Anche in questo ultimo inverno ho visto alcune cose positive. Soprattutto non ci sono state divisione interne, nonostante dal punto di vista emotivo sia stata una stagione difficilissima. A un certo punto è subentrata la frustrazione, perché ci mancava sempre il centesimo per fare l’euro”.
Personalmente ritengo che il punto più alto di questi quattro anni sia stato il doppio oro mondiale di Stefan Kraft a Lahti 2017, un successo che durerà fino al 2019 poiché a Seefeld lui avrà il posto nominale garantito e quindi avremo la possibilità di schierare 5 atleti nelle gare iridate di casa. Questa è l’eredità che lascio al mio successore”.
A proposito di successore, al momento i nomi più caldi sarebbero quattro, tutti già presenti nello staff tecnico austriaco. Tre di essi nell’ultima stagione hanno ricoperto il ruolo di assistenti di Kuttin. Si tratta di Andreas Widhölzl, Harald Rodlauer e Alexander Diess. A loro si aggiungerebbe il nominativo di Florian Liegl, attuale capo allenatore del Trainingsgruppe II, ovvero l’equivalente della squadra B. È circolata anche l’ipotesi Andreas Mitter, appena lasciato libero dalla Finlandia, di cui è stato capo allenatore per un biennio. Tuttavia pensare che Mitter possa “bagnare il naso” a tanti connazionali inseriti nelle gerarchie interne appare al momento fantasioso.
Heinz Kuttin parla per la prima volta dopo le dimissioni. Quattro nomi per la successione
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