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Biathlon

Servus, Ole! Riviviamo i 25 anni di carriera di Bjørndalen

Ole Einar Bjørndalen inizia a imporsi all’attenzione globale nel 1993, anno in cui è il mattatore dei Mondiali juniores, dove vince 3 medaglie d’oro. Poche settimane dopo arriva l’esordio in Coppa del Mondo, che si verifica il 18 marzo 1993 in quel di Kontiolahti. Si disputa una 20 km, che Ole conclude al 29° posto.
Nell’inverno successivo inizia a frequentare con costanza il massimo circuito, dove raccoglie un paio di piazzamenti nei venti. Alla vigilia delle Olimpiadi di casa di Lillehammer è al centro di un caso mediatico in Norvegia. A chi affidare l’ultimo posto per la manifestazione? Al giovane Bjørndalen o al veterano dal glorioso passato Kvalfoss? Prevale la linea verde e Ole gareggia in entrambe le competizioni individuali, classificandosi attorno alla trentesima posizione.
All’inizio dell’inverno successivo arriva il primo podio. È il 10 dicembre 1994 e Bjørndalen si classifica secondo nella sprint di Bad Gastein. Il suo rendimento cresce di colpi e infatti comincia a flirtare con la top-three con costanza, sfiorando anche il successo nella sprint dei Mondiali di Anterselva 1995. Si classifica quarto, seppur a soli 7”3 dal vincitore e a 2”1 dal bronzo!
Proprio Anterselva è teatro della sua prima vittoria. L’11 gennaio 1996 si impone nella 20 km tenutasi nella località altoatesina.
L’inverno 1996-’97 è quello dell’esplosione definitiva. Bjørndalen tiene un rendimento tale da lottare per la conquista della Coppa del Mondo, alfine arrendendosi sul filo di lana a Sven Fischer. Per il norvegese arriva comunque la Coppa di specialità della sprint e la prima medaglia individuale ai Mondali, ovvero il bronzo nell’inseguimento.
La consacrazione arriva nel 1997-’98. Ai Giochi olimpici di Nagano 1998 Ole ha ormai la medaglia d’oro della sprint al collo, ma quando è in testa e nessuno può batterlo arriva la beffa. La competizione viene annullata a causa delle condizioni meteo fattesi impossibili (fittissima nevicata a cui si associa la nebbia). Si deve ripetere la gara e Bjørndalen la vince di nuovo, conquistando così il primo oro olimpico della carriera. Poche settimane dopo arriverà anche la Sfera di cristallo assoluta, ottenuta battendo in volata Ricco Groß.
Le due annate successive sono però avare di soddisfazioni, almeno se parametrate alle aspettative di un fuoriclasse. Sia nel 1998-’99 che nel 1999-’00 Ole arriva secondo in classifica generale, superato prima da Sven Fischer poi Raphael Poirée, raccogliendo peraltro poco ai Mondiali (un paio di bronzi) e una sola Coppa di specialità.
Nel 2000-’01 i risultati finali non sono dissimili, ma in questo caso ci si mette anche la sfortuna. Nella mass start iridata di Pokljuka, Bjørndalen cade nell’ultimo giro lasciando via libera a Poirée, ormai diventato a tutti gli effetti il suo grande rivale, dovendosi così accontentare dell’argento quando appariva destinato alla conquista dell’oro. Inoltre perde la Coppa del Mondo per soli 10 punti, disputando però tre gare in meno del francese. Colpa del malanno di cui è vittima durante le vacanze natalizie e che lo costringe a disertare la tappa di Oberhof, dove invece il transalpino approfitta al meglio dell’assenza dell’avversario.
Per il 2001-’02 Ole decide di puntare tutto sulle Olimpiadi di Salt Lake City, con il sogno di trionfare sia nel biathlon che nello sci di fondo. Infatti decide di lottare su due fronti, lasciando perdere la corsa alla classifica generale. A dicembre disputa due gare nella Coppa del Mondo di fondo dimostrandosi all’altezza dei migliori specialisti, tanto da chiudere al secondo posto entrambe le competizioni.
Per lui Salt Lake City 2002 comincia proprio nello sci di fondo, con la 30 km mass start. Qui Johan Mühlegg, che poche settimane dopo verrà trovato positivo a un farmaco analogo all’Epo, impone un ritmo forsennato. Ole decide di seguire comunque lo spagnolo, il cui passo indemoniato però lo schianterà. Alla fine taglia il traguardo in sesta posizione.  Imbracciata la carabina, i Giochi statunitensi si trasformano in una marcia trionfale. Bjørndalen vince tutte le medaglie d’oro messe in palio nel biathlon, le 3 individuali più la staffetta.
Nel 2002-’03 per la prima volta Ole domina in lungo e in largo. Vince la bellezza di 11 gare (all’epoca record assoluto in una singola stagione), torna a conquistare la Sfera di cristallo assoluta dopo cinque anni e finalmente arriva anche la tanto agognata medaglia d’oro iridata, sinora incredibilmente mai arrivata. Anzi, ne arrivano due perché lo scandinavo primeggia sia nella sprint che nella mass start.
L’inverno successivo non è altrettanto ricco di soddisfazioni, poiché Poirée si dimostra superiore su tutta la linea. Infatti il francese vince la Coppa del Mondo e ai Mondiali infligge un rotondo 3-0 nel conteggio delle medaglie d’oro al coetaneo scandinavo.
Nel 2004-’05 però i rapporti di forza cambiano, nonostante Bjørndalen decida nuovamente di gareggiare anche nello sci di fondo, con l’obiettivo di conquistare una medaglia iridata nella 15 km. La sua campagna contro gli specialisti degli sci stretti non andrà a buon fine (concluderà 11° la competizione di Oberstdorf), tuttavia nel biathlon non ce n’è per nessuno. Ai Mondiali di Hochfilzen arrivano 4 medaglie d’oro (sprint, inseguimento, mass start e staffetta) e a fine stagione addirittura la Sfera di cristallo nonostante la presenza in sole 20 gare su 27. D’altronde Ole vince 12 volte (record che verrà battuto solo nel 2016-’17 da Martin Fourcade) e Sven Fischer deve rinunciare alla mass start conclusiva a causa di un principio di congelamento alle mani.
Il 2005-’06 si rivela una stagione agrodolce. A metà gennaio Bjørndalen ha preso parte a sole quattro gare (su undici in programma). Vuoi perché ha deciso di disertare la tappa di Brezno-Orsblie, vuoi perché si ammala durante le vacanze natalizie e non prende parte agli appuntamenti tedeschi. Le Olimpiadi di Torino alla fine si rivelano deludenti, poiché arrivano due argenti e un bronzo, ma nessuna medaglia d’oro. Tuttavia, grazie a un rendimento devastante nel mese di marzo, Ole mette le mani sulla quarta Coppa del Mondo della carriera.
Nel 2006-’07 c’è ancora la volontà di lottare nello sci di fondo e il 18 novembre 2006 Bjørndalen vince la 15 km di Gällivare, diventando uno dei pochi eletti a poter vantare vittorie sia nel biathlon che nel fondo. A causa del doppio impegno Ole salta tante gare, ma quando si presenta al via spesso e volentieri vince. Infatti ai Mondiali di Anterselva ottiene la medaglia d’oro sia nella sprint che nell’inseguimento. La manifestazione iridata di Sapporo non è altrettanto fortunata, poiché la 15 km viene pesantemente condizionata dal meteo e Ole conclude 13°, vedendo peraltro Lars Berger raccogliere l’oro e guadagnarsi il posto nella staffetta poi destinata a vincere. Alla fine le tante assenze gli costano anche la Sfera di cristallo, che va a Michael Greis.
Con i ritiri di Poirée e Fischer, Bjørndalen rimane padrone indiscusso del massimo circuito. C’è solo un giovane Emil Hegle Svendsen che riesce a dargli fastidio, almeno quando è in salute. Tuttavia il biennio 2007-’08 e 2008-’09 per Ole è trionfale. Arrivano infatti entrambe le Coppe del Mondo, la quinta e la sesta della carriera, nonché la bellezza di 6 ori iridati tra Östersund 2008 e PyeongChang 2009.
Superati i 35 anni, iniziano gli acciacchi, soprattutto alla schiena. Nel 2009-’10 infatti per la prima volta dopo 13 inverni non conclude sul podio la classifica generale. Alle Olimpiadi di Vancouver c’è l’argento nella 20 km e l’oro nella staffetta.
L’ingresso nella parabola discendente è ormai palese, tuttavia Ole rimane a lottare, salendo occasionalmente sul podio (talvolta anche sul gradino più alto) e togliendosi grandi soddisfazioni soprattutto nelle prove a squadre. Non a caso tra il 2011 e il 2012 si mette al collo 4 ori iridati tra staffetta monosesso e staffetta mista.
Il 2012-’13 sembra l’anno del declino definitivo. Vero che raccoglie la medaglia d’oro iridata in staffetta, ma viene escluso dalla mista e per la prima volta dopo 19 anni non sale mai sul podio a livello individuale. Infatti a giugno 2013 Bjørndalen dichiara che quella successiva sarà la sua ultima stagione.
Però arrivano le Olimpiadi di Sochi 2014, dove Ole risorge e vince la medaglia d’oro nella sprint, lottando per il successo anche nella mass start. Dopodichè arriva l’oro anche con la staffetta mista. Proprio i risultati di Sochi lo convincono a ripensarci e a proseguire per altre due stagioni, cioè fino ai Mondiali di casa di Oslo 2016.
Il 2014-’15 non regala grandissime soddisfazioni, a differenza del 2015-’16. Bjørndalen apre la stagione vincendo l’individuale di Östersund, quindi a marzo si mette al collo gli argenti della sprint e dell’inseguimento, il bronzo della mass start e – tanto per cambiare – l’oro in staffetta. Un Mondiale da protagonista a 42 anni suonati, che lo spinge a proseguire per un altro biennio.
L’ultimo sussulto arriva nel 2016-’17, quando conquista il bronzo nell’inseguimento iridato. Il 2017-’18 si rivela un’annata complicatissima, poiché la competitività non è più quella del passato. Infatti sei connazionali si dimostrano superiori e Ole non viene neppure selezionato per le Olimpiadi di PyeongChang. Arriva uno scatto d’orgoglio nella sprint di Kontiolahti, 25 anni dopo il suo esordio, ma è un 12° posto. Da qui la decisione di dire addio dopo un quarto di secolo passato sulle piste della Coppa del Mondo.
Questo il palmares di Bjørndalen nelle competizioni di primo livello.
95 vittorie individuali (primato assoluto nel biathlon) + 1 nello sci di fondo. Totale 96. 179 podi individuali (primato assoluto nel biathlon) + 3 nello sci di fondo. Totale 182. 5 ori individuali ai Giochi olimpici (primato assoluto nel biathlon). 8 ori complessivi ai Giochi olimpici (primato assoluto nella storia dei Giochi olimpici). 8 medaglie individuali (5 ori, 3 argenti, 1 bronzo) ai Giochi olimpici (primato assoluto nel biathlon). 13 medaglie complessive (8 ori, 4 argenti, 1 bronzo) ai Giochi olimpici (primato assoluto nel biathlon). 6 Coppe del Mondo assolute (secondo solo a Martin Fourcade, arrivato a 7). 20 Coppe di specialità (secondo solo a Martin Fourcade, arrivato a 24). 13 stagioni consecutive sul podio della classifica generale (primato assoluto nel biathlon). 11 ori individuali ai Mondiali (primato assoluto nel biathlon). 20 ori complessivi ai Mondiali (primato assoluto nel biathlon). 26 medaglie individuali (11 ori, 6 argenti, 9 bronzi) ai Mondiali (primato assoluto nel biathlon). 45 medaglie complessive (20 ori, 14 argenti, 11 bronzi) ai Mondiali (primato assoluto nel biathlon). Primato di atleta più anziano a vincere una gara di Coppa del Mondo (41 anni e 309 giorni). Primato di atleta più anziano a essere salito sul podio in Coppa del Mondo (43 anni e 16 giorni).

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