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Sci di fondo

Giandomenico Salvadori: “Ho capito che se sono in condizione posso fare cose importanti”

Anche in questa stagione si è confermato in crescita, andando spesso a punti in Coppa del Mondo e ottenendo degli ottimi risultati nel finale di stagione, compreso un bel quarto tempo nell’inseguimento in skating di Falun. Giandomenico Salvadori è soddisfatto per i risultati ottenuti in questa stagione, nella quale ha anche realizzato il sogno di partecipare alla sua prima Olimpiade. Il trentino delle Fiamme Gialle ha concesso a Fondoitalia un’intervista per commentare i risultati da lui ottenuti in stagione e guardare già al futuro.
Ciao Giandomenico. Si è appena conclusa una stagione molto lunga nella quale hai anche partecipato alla tua prima Olimpiade. Sei soddisfatto per come sono andate le cose?
«In generale sono soddisfatto di tutta la mia stagione, non ho nulla da recriminare nemmeno per i risultati olimpici perché in quell’occasione contano solo le medaglie e tutti vi arrivano in grande forma. Sono riuscito a chiudere la stagione in crescendo, ottenendo ottimi risultati tra Lahti e Falun, gare nelle quali ho dimostrato che se sto bene posso dire la mia. Magari non sono un fenomeno alla Pellegrino o De Fabiani ma se sono in condizione posso tirare fuori qualcosa di importante».
A Falun hai anche fatto registrare il quarto tempo nell’inseguimento, peccato per come siano andate le cose nella mass start in classico del giorno prima, altrimenti avresti potuto chiudere più avanti.
«Purtroppo nella mass start del sabato sono caduti diversi atleti davanti a me e Diddi (Nöckler, ndr), così ci siamo ritrovati tra gli ultimi. Ho recuperato tante posizioni e sono soddisfatto per quanto ho fatto in quella gara anche se mi è dispiaciuto perché stavo bene e avrei potuto chiudere molto più avanti, come ho dimostrato il giorno dopo. Magari, però, se fossi partito più avanti la domenica non sarei riuscito a far registrare il quarto tempo, in quanto sono andato a tutta dall’inizio alla fine, tanto che non so nemmeno dove avrei potuto tirar giù quei quattro secondi che mi hanno separato dai primi tre. Mi ha fatto piacere, però, chiudere così bene perché fa capire che ci siamo come squadra, compresi tecnici e skiman, e possiamo continuare a lavorare con fiducia».
Chenetti ha parlato molto di te nell’ultima intervista, mettendo in evidenza quanto tu sia cresciuto rispetto ad altri atleti che erano con te in Coppa Europa.
«Forse rispetto ad altri ho anche avuto la fortuna di indovinare le gare giuste e fare così il salto nella Squadra A. Sono però convinto di essermi meritato tutto quanto perché in questo sport nessuno ti regala nulla e per entrare nella squadra di Coppa del Mondo ho dovuto lavorare molto e fare risultati. Poi, certo, quando ti alleni con gente come Pellegrino o De Fabiani, migliori sicuramente. Ho fatto bene a crederci sempre, anche quando i risultati non arrivavano, come accaduto all’inizio della passata stagione quando ero tornato in Coppa Europa per alcune gare. Per i risultati che ho ottenuto devo ringraziare Chenetti perché è un bravo allenatore e mi ha reso un atleta migliore, oltre agli skiman e tutti i tecnici che hanno fatto un gran lavoro».
Quest’anno hai anche partecipato alla tua prima Olimpiade.
«È stato un evento bellissimo da vivere perché alla partenza senti un’emozione diversa dal solito, anche se poi smetti di pensarci perché in fin di conti ti ritrovi a sfidare gli avversari di sempre. Ogni atleta sogna da bambino di partecipare ai Giochi Olimpici, io ci ho sempre pensato e creduto soprattutto negli ultimi anni, finendo per realizzare questo mio sogno».  
Passiamo alla staffetta olimpica nella quale hai provato ad andare oltre quello che avevi in corpo per tenere la squadra agganciata al podio cedendo però nel finale.
«Se avessimo voluto accontentarci del quarto posto, saremmo riusciti a conquistarlo tranquillamente perché mi sarebbe bastato, dopo il primo giro, andare con il mio ritmo per non entrare poi in crisi. Alle Olimpiadi però il quarto posto non serve a nulla, quindi ci ho provato con tutto me stesso ma gli altri andavano di più. Krüger, per esempio, era in formissima, mentre pochi giorni dopo già a Falun non ne aveva più, così come Parisse che ha fatto una grande frazione. Mi è dispiaciuto perché i compagni che mi avevano preceduto erano stati protagonisti di una grande frazione ma io ho dato tutto quello che avevo. Siamo convinti che avremo occasione di rifarci, così come sapevamo di poterci giocare le nostre chance già all’Olimpiade».
Qual è stato il momento più bello della tua stagione?
«Proprio la partecipazione alle Olimpiadi, in particolar modo l’essere stato scelto tra i quattro della staffetta italiana, una cosa che mi ha reso orgoglioso. Per quanto riguarda i risultati, invece, posso dire le gare a Falun e la 15km in classico di Lahti».
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi e dove credi di poter migliorare ancora?
«Non saprei, io continuerò ad allenarmi come ho sempre fatto negli ultimi anni. Sicuramente posso migliorare ancora tecnicamente perché cerco sempre di crescere un po’ alla volta, ottenendo risultati sempre migliori da una stagione all’altra. Con Chenetti in questi anni è andato tutto bene, ha avuto il merito di portarmi sempre in ottima condizione all’appuntamento importante della stagione. Ora vedremo quale sarà il nuovo staff tecnico e in quel momento programmeremo il lavoro in vista del prossimo anno».
Anche in questa stagione ti sei confermato un atleta molto polivalente.
«Si e mi auguro di continuare ad andare bene in entrambe le tecniche. Non ce ne è una che preferisco all’altra, perché ho ottenuto dei buoni risultati sia in classico sia in skating. Diciamo che forse in alternato ho ottenuto qualche risultato migliore anche senza essere per forza al centro per cento mentre in pattinato devo stare bene per dire la mia. Questo perché in classico puoi permetterti di recuperare in discesa mentre in skating devi essere sempre brillante»

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