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Olimpiadi , Sci di fondo

Nöckler e Pellegrino: “Quattro anni bellissimi, è mancata la ciliegina sulla torta”

Sognavano di chiudere quattro anni splendidi, vissuti insieme team sprint dopo team sprint senza mai scendere dal podio, vincendo una medaglia olimpica. A PyeongChang, però, Dietmar Nöckler e Federico Pellegrino non sono riusciti a realizzare il loro sogno in una team sprint olimpica durissima, su una pista piena di asperità e avversari di altissimo livello, oggi più forti di loro. Le altre nazioni, infatti, hanno optato per una coppia formata da atleti forti nelle distance più che nelle sprint, tanto che erano in gara sette dei primi dieci classificati della 15km in tecnica libera più Klaebo e Bolshunov.
I due azzurri hanno chiuso al quinto posto e smaltita la delusione per il podio sfumato hanno parlato ai microfoni di Eurosport, mettendo in evidenza la conclusione di questi quattro anni passati insieme a partire dalle Olimpiadi di Sochi. Un ciclo iniziato con un’eliminazione in semifinale, proseguito poi con due vittorie e diversi podi in Coppa del Mondo più un argento e un bronzo ai Mondiali.

Dietmar Nöckler: «Non ho rimpianti. Ringrazio Pellegrino per questi quattro anni bellissimi, iniziati a Sochi quando non riuscimmo a qualificarci per la finale, poi siamo sempre saliti sul podio prima i oggi. Sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stata una team sprint dura, ce l’ho messa tutta ma all’ultima salita ero cotto, le gambe non giravano più. Ci siamo trovati di fronte tutti pattinatori forti, quelli che nella 15km erano davanti. Ci auguravamo venissero schierati più sprinter. Non ho rimpianti, siamo riusciti a stare lì quasi fino all’ultimo cambio».

Federico Pellegrino in prima battuta ha parlato della gara e dei suoi Giochi Olimpici: «Davanti andavano come dannati e chi ci ha preceduto ha dimostrato di valere più di noi oggi. Non abbiamo niente da rimproverarci, abbiamo dato tutto oggi come in tutto il percorso di avvicinamento a questa gara. Sono stati quattro anni belli, molto intensi, oggi avevamo l’occasione di mettere la ciliegina sulla torta ma non è arrivata. Possiamo, però, essere solo orgogliosi di quanto abbiamo fatto in questi anni, abbiamo mostrato un’Italia competitiva. Personalmente torno a casa con una medaglia ed è arrivato il momento di tirare via il muso e fare un bel sorriso. Ringrazio tutti i tifosi che mi hanno sostenuto durante i Giochi, che per me finiscono qui. Ero partito con l’obiettivo di conquistare una medaglia e alla vigilia ero convinto di portarla a casa nella team sprint, invece è arrivata nella sprint individuale. Per me è stata una soddisfazione essere competitivo anche qui, ci siamo fatti vedere lì davanti con i colori dell’Italia che portiamo con onore».

Il campione del mondo di Lahti ha poi espresso le sue considerazioni sul fondo italiano, mostrandosi ancora una volta un leader: «Purtroppo al momento nelle distance siamo indietro rispetto alle sprint ma l’età è dalla nostra parte e ora inizia un nuovo quadriennio olimpico. Comunque spero ancora nei miei compagni della 50km. Speravamo di conquistare una medaglia oggi per arrivare a quelle dieci che il Coni aveva posto come obiettivo ma non ci siamo riusciti. Per quanto mi riguarda sto facendo il mio per aiutare il fondo italiano, non soltanto con i risultati ma dando anche supporto ai miei compagni per far crescere tutto il team. Contiamo di continuare così, vogliamo far saltare i tifosi sul divano e non soltanto per due frazioni e mezzo della staffetta. Credete in noi, perché ce la mettiamo tutta, diamo il massimo da aprile fino ad aprile. Nessuno di noi vuole scherzare, sappiamo quanta gente vorrebbe essere al nostro posto quindi diamo il massimo anche per loro. De Fabiani? Nella 50km in classico possiamo fare bene anche perché abbiamo dimostrato che i nostri tecnici nella loro baracca stanno riuscendo a metterci ai piedi qualcosa di importante. Avevo grandi sci io nella sprint e anche i miei compagni in classico nella staffetta. Pure oggi avevamo dei materiali super, avevo dei missili sotto ai piedi, questo grazie ai tecnici che hanno dato l’anima, lavorando anche nel giorno di riposo dal mattino alla sera. Qui non si scherza, tutti noi diamo il massimo»

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