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Olimpiadi , Salto

Back to back di Kamil Stoch: bissa l’oro olimpico su Large Hill

In una stagione straordinaria Kamil Stoch continua a scrivere record su record: quest’oggi, in occasione della gara olimpica disputata sul Large Hill dell’Alpensia Ski Jumping Center, ha eguagliato il più vincente di tutti i tempi, al secolo Matti Nykkaenen, in quanto ha bissato la medaglia d’oro conquistata a Sochi 2014 sul trampolino dalle medesime dimensioni.
Il leitmotiv della competizione odierna è stato molto simile proprio a quella gara che, 4 anni fa, consacrò il polacco con la seconda vittoria in quei Giochi Olimpici: allora fu Noriaki Kasai a contendergli punto a punto l’alloro che vale una carriera, mentre quest’oggi questo ruolo è stato assunto dal medagliato d’oro della settimana scorsa Andreas Wellinger.
Il mattatore dell’ultima Tournee dei Quattro Trampolini ha costruito il successo nella prima serie, non tanto per il vantaggio accumulato sul teutonico, quanto per quello guadagnato su gran parte dei norvegesi: in quest’occasione Stoch ha realizzato il miglior punteggio, essendo atterrato a 135 metri con una delle condizioni del vento peggiori di manche e soprattutto realizzando un telemark a dir poco sontuoso che gli è valso una valutazione di 19.5 unanime da parte dei giudici.
Nel momento decisivo il trentenne di Zakopane si è trovato a fronteggiare delle grandissime prestazioni di Wellinger e dei rivali scandinavi, ma da fuoriclasse qual è non si è fatto intimorire andando a trionfare di 3.4 lunghezze sul teutonico, in virtù di una performance da 136.5 metri con vento analogo al primo round.
Dunque il primo storico limite in termini di anzianità è stato abbattuto: infatti nessun atleta over trenta si era mai imposto prima d’ora in una competizione a cinque cerchi nel salto speciale, similmente questa asticella è presente per la sfera di cristallo e chissà che proprio anche questa non possa essere infranta da colui che è ormai da considerarsi il polacco più grande di sempre, con buona pace dell’altra leggenda mitteleuropea Adam Malysz.
Come detto, la medaglia d’argento è stata appannaggio di Wellinger: il ventiduenne di Ruhpolding è stato autore di una prova ben superiore a quanto fatto vedere nei giorni scorsi, ribadendo il fatto di essere capace di aumentare la propria competitività nei momenti che contano per davvero. Alla fine la seconda vittoria nel giro di pochi giorni gli è sfuggita a causa del fatto che ha sempre trovato maggior fortuna dalle condizioni meteo, soprattutto nella seconda serie quando ha realizzato il salto più lungo di giornata da 142 metri, quindi la relativa compensazione l’ha affossato di quel tanto che è bastato a posizionarlo alla piazza d’onore.
Un argento che è andato ad impreziosire la già prestigiosa bacheca del bavarese che a questo punto vanta 4 medaglie individuali tra Olimpiadi e Mondiali – di cui ben 3 del metallo dal valor intermedio – ed altre 3 in prove a squadre inserite in un main event – con tendenza inversa rispetto agli allori individuali (2-1-0) – mica male per un ragazzo nato nel 1995, ma non sembrerebbe essere finito qua il conteggio in questi Giochi Olimpici.
La favola di Robert Johansson continua: dopo il bronzo conquistato sul Normal Hill appena una settimana fa, quest’oggi è partito tra gli uomini da battere e così è stato, essendosi ripetuto sul terzo gradino del podio. Nonostante sia un atleta monodimensionale, con poca esplosività sul dente ma avente un’immensa sensibilità in fase di volo, il norvegese è venuto a capo delle condizioni complesse che avrebbero potuto estrometterlo dalla lotta per il successo, soprattutto nell’ultima manche.
Dunque l’ennesima perla di una carriera cominciata ben lontano dall’essere un predestinato, realizzata però con tanti sacrifici che l’hanno portato da essere un primatista mondiale, seppur per pochi minuti, e soprattutto a mettersi al collo due metalli olimpici che tante leggende dello sport hanno sempre ammirato da spettatori non paganti.
La giornata positiva per la Norvegia non è terminata con il risultato di Johansson: gli altri tre membri del quartetto selezionato da Alexander Stoeckl hanno terminato la loro fatica nei migliori 8, tutt’altro che fortunati con Eolo. Daniel Andre Tande è stato autore di una grandissima rimonta dalla 15^ piazza parziale fino alla 4^, precedendo l’argento del trampolino piccolo Johann Andre Forfang, a sua volta in progressione rispetto a metà gara. Ottavo posto per Andreas Stjernen, autore di due prestazioni equivalentemente di alto livello.
Leitmotiv di giornata opposto rispetto a Tande e Forfang per Michael Hayboeck. L’austriaco ha sognato a lungo di conquistare la prima preziosissima medaglia individuale della carriera, avendo chiuso alla posizione d’onore la prima manche grazie ad un salto che ha ricordato l’atleta che due anni fa fu in grado di ottenere un bel filotto di podi in Coppa del Mondo. Nel secondo round, però, i soliti errori degli ultimi tempi sono riemersi, quindi si è dovuto accontentare della 6^ moneta. Per il resto è stata una giornata negativa per i colori Rot-Weiß-Rot, con il solo Stefan Kraft (18°) che ha preso parte alla seconda parte di gara, segnali tutt’altro che positivi in vista dell’imminente futuro.
Guardando ai risultati odierni gli scandinavi paiono essere i favoriti assoluti per l’ultima gara in programma nella Contea di PyeongChang: il team event di lunedì. L’esito, però, potrebbe non essere così scontato, poiché i detentori del titolo sono parsi di poco inferiori. La Germania, infatti, ha piazzato anche un ottimo Karl Geiger (7°) e Richard Freitag (9°) nella top 10, mentre ha faticato maggiormente Markus Eisenbichler (14°). Per il leader teutonico della prima parte di stagione è continuato il momento poco positivo in termini di buona sorte, oggi è stato in assoluto il più sfortunato con il vento trovato analogamente  alle scorse settimane.
Alla 10^ posizione c’è stato un ex aequo che ha riguardato ben tre saltatori: Dawid Kubacki, Peter Prevc e Ryoyu Kobayashi. Il polacco era invischiato nella lotta alle medaglie al termine della prima serie, ma un secondo salto meno competitivo gli ha fatto perdere qualche preziosa posizione; stesso andamento di gara per il nipponico, confermatosi di gran lunga il migliore della propria squadra, e lo sloveno, rappresentante di un team da cui ci si aspettava molto di più alla vigilia della spedizione in estremo oriente.
Prezioso 23° posto per il gardenese Alex Insam che ha ottenuto il miglior risultato alle Olimpiadi a livello maschile per un saltatore italiano dall’edizione di Salt Lake City  del lontano 2002, quando Roberto Cecon fece breccia nella top 20 in entrambe le competizioni individuali. Gli altri due azzurri, che avevano superato la qualificazione nella giornata di ieri, sono rimasti fuori dalla seconda parte di gara, con Sebastian Colloredo piazzatosi 40° e Davide Bresadola 47°, quest’ultimo protagonista di una caduta apparentemente senza conseguenze dopo un ottimo salto.
OWG PYEONGCHANG 2018 – LARGE HILL HS 142
1. STOCH Kamil (POL) 285.7
2. WELLINGER Andreas (GER) 282.3
3. JOHANSSON Robert (NOR) 275.3
4. TANDE Daniel Andre (NOR) 273.1
5. FORFANG Johann Andre (NOR) 271.6
6. HAYBOECK Michael (AUT) 267.7
7. GEIGER Karl (GER) 267.6
8. STJERNEN Andreas (NOR) 267.3
9. FREITAG Richard (GER) 260.0
10. KUBACKI Dawid (POL) 258.0
10. PREVC Peter (SLO) 258.0
10. KOBAYASHI Ryoyu (JPN) 258.0
Clicca qui per i risultati completi.

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