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Olimpiadi , Sci di fondo

Olimpiadi al via, i ricordi di Stefania Belmondo: “Vivevo l’attesa dei Giochi con emozione e concentrazione”

È l’atleta italiana che ha vinto più medaglie nella storia delle Olimpiadi Invernali. Stefania Belmondo, contando anche la staffetta, ha conquistato ben dieci medaglie nelle cinque Olimpiadi cui ha preso parte, vincendo due ori (entrambi individuali), tre argenti e cinque bronzi. Tante le gioie che la piemontese ha regalato al fondo italiano. Per questo motivo, alla vigilia dell’inizio ufficiale dei ventitreesimi Giochi Olimpici Invernali, l’abbiamo sentita per ricordare i suoi successi e dare qualche consiglio agli atleti che gareggeranno in Corea del Sud.

Ciao Stefania. Hai partecipato a cinque edizioni dei Giochi Olimpici: come vivevi l’attesa di questo evento?

«Per me rappresentavano il clou della stagione, l’emozione più grande. Ho sempre preparato le Olimpiadi con particolare attenzione. Per esempio prima dei Giochi del 2002 a Salt Lake City andai in America per un mese ad allenarmi. Quello era il mio obiettivo, quindi mi concentravo esclusivamente nel prepararmi al meglio per ottenere una medaglia. Insomma l’avvicinamento era sempre un mix di emozione e concentrazione».

Nel 1988 partecipasti giovanissima alle Olimpiadi di Calgary; quali furono le tue emozioni in quell’occasione?
«Mi portarono in Canada a 19 anni come riserva, poi una mia compagna si infortunò così gareggiai al suo posto. Ricordo che partii con il numero uno e fu una grandissima emozione perché i canadesi avevano questo cappello stile cowboy che si tolsero di fronte a me, essendo io la prima atleta a partire. Fu un modo bellissimo per esordire».

In cinque Giochi hai vinto dieci medaglie tra le quali due d’oro: nella 30km di Albertville nel 1992 e nella 15km di Salt Lake City nel 2002.
«Sono stati due momenti bellissimi, fantastici, superlativi della mia vita. Ad Albertville vinsi l’oro a 23 anni, dopo aver ottenuto in quelle Olimpiadi un quinto, un quarto, un terzo e un secondo posto. Fu bellissimo, erano arrivati due pullman dalla mia valle (Valle Stura in provincia di Cuneo, ndr), anche i miei genitori erano venuti a vedere la gara. Mi emoziona ancora pensarci. La seconda arrivò ben dieci anni dopo e fu una cosa per me bellissima essere ancora lì a battagliare per vincere con le migliori. Quella fu una gara molto particolare perché vinsi dopo aver rotto anche un bastoncino, che rese la cosa ancora più speciale e ovviamente più bella».

Cosa pensano i tuoi figli della loro mamma olimpionica?
«Secondo me ancora non si rendono davvero conto dell’importanza di quei risultati, sono più gli altri che gli fanno notare questa cosa. Ogni tanto parliamo di sport e di ciò che ruota attorno a esso. Per esempio con il più piccolo, che ha iniziato a fare le prime gare di sci, parlavamo pochi giorni fa dell’invidia, un sentimento che esiste nel mondo dello sport. Mi fa piacere passargli quelle che sono state le mie esperienze, anche se mi dispiace che non mi abbiano mai vista gareggiare sul campo».  

A Pyeongchang l’Italia ha speranze di medaglia al maschile con Pellegrino nella sprint e con il valdostano in coppia con Nöckler nella team sprint, ma anche con De Fabiani. Cosa auguri a loro e agli altri azzurri?
«Di ottenere il risultato che si sono prefissati, quello per cui hanno lavorato tanto. Non soltanto a Pellegrino, Nöckler o De Fabiani ma anche a tutti gli altri, perché conosco bene i sacrifici che tutti questi atleti avranno fatto anche soltanto per essere lì. L’Olimpiade è qualcosa di diverso, non gareggi soltanto per te stesso, rappresenti la tua nazione, vuoi fare bene per la tua bandiera, hai una responsabilità in più. Auguro loro di tornare soddisfatti».

Italiani a parte per chi farai il tifo?
«Delle altre nazioni mi piace tantissimo Cologna, un fondista che stimo moltissimo. A dir la verità, però, stimo tutti perché so quanta fatica bisogna fare per raggiungere un certo livello. Pronostici? Difficili farli perché l’Olimpiade è sempre qualcosa di diverso, una gara a sé, bisognerà vedere come molti atleti arriveranno a questo appuntamento, come si sono preparati in questi mesi. Spero tanto che gli italiani ci regalino tante soddisfazioni nel fondo e negli altri sport».
A Pyeongchang esordirà a vent’anni la giovane Anna Comarella; cosa le consigli?
«Lo dico a lei ma anche alle altre: l’importante è affrontare le Olimpiadi con la giusta tensione, non deve mai essere troppa altrimenti può toglierti energie. Bisognerà scendere in pista con la giusta adrenalina e riuscere così a raccogliere il massimo dal tanto lavoro fatto. Ad Anna Comarella consiglio di utilizzare questi Giochi Olimpici come una grande esperienza, un’opportunità per migliorare e riuscire negli anni a riportare, insieme alle sue compagne, il fondo femminile ad alti livelli».

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