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Salto

Venti anni fa moriva Falco, il cantante ispirato dal salto con gli sci

Oggi, 6 febbraio 2018, cade il ventesimo anniversario della prematura scomparsa di Johann Hölzl, noto al grande pubblico con il nome d’arte di Falco. Si tratta del cantante austriaco di maggior successo nella storia della musica moderna, avendo venduto 20 milioni di album e 40 milioni di singoli.
Impostosi all’attenzione globale nel 1981 con il singolo “Der Kommissar”, nel 1985 è diventato il primo (e tutt’ora unico) artista di lingua tedesca in grado di raggiungere il numero 1 della hit parade statunitense con la notissima “Rock me Amadeus”.
Qualcuno si starà chiedendo cosa c’entri tutto questo con gli sport invernali. Ebbene, pochi sanno che se Johann Hölzl è passato alla storia come “Falco” il merito è di un atleta delle discipline nordiche, ovvero del saltatore Falko Weißpflog (da non confondersi con Jens Weißflog).
Falko Weißpflog è stato uno degli atleti di culto della seconda metà degli anni ’70. Non tanto per i suoi successi (il picco della sua carriera è la medaglia di bronzo sul trampolino grande conquistata ai Mondiali di Lahti 1978), quanto per il fatto di essere uno dei saltatori più coraggiosi in circolazione all’epoca.
Non a caso il 5 marzo 1976 stabilì il record del mondo sull’Heini-Klopfer-Schanze di Oberstdorf, atterrando a 174 metri ed eguagliando Toni Innauer, che però due giorni dopo si riprese il primato in solitudine volando fino a 176.
Le strade di Johann Hölzl e Falko Weißpflog si “incrociano” nel giorno di capodanno del 1978. Il musicista, ancora lontano dal raggiungere la fama internazionale (all’epoca lavora come bassista in alcuni locali di Berlino Ovest), è alloggiato in un albergo di Vienna. Per ammazzare il tempo sta guardando in televisione il Neujahrsspringen, ovvero la tappa di Garmisch-Partenkirchen della Tournée dei quattro trampolini.
La gara viene vinta da Jochen Danneberg, ma è Falko Weißpflog (quarto classificato) a colpire l’immaginario di Johann, che viene rapito dalle gesta dell’allora ventiquattrenne della Germania dell’Est al punto tale da decidere di utilizzare il nome di battesimo dell’atleta come proprio nome d’arte. Ben presto cambierà lo spelling in “Falco” per cercare di avere un taglio più internazionale.
Inizialmente affiancò anche un cognome d’arte, prima Gottehrer e poi Stürmer, ma ben presto optò semplicemente per “Falco”, con cui negli anni a venire ha raggiunto successo e fama.  
Dunque, sembra strano a dirsi, ma uno degli artisti più influenti della Neue Deutsche Welle e della scena Europop degli anni ’80 è passato alla storia con un nome nato proprio grazie al salto con gli sci.

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