L’eco per la mancata convocazione di Ole Einar Bjørndalen ai Giochi olimpici non si è ancora sopita e, dalla Norvegia, giunge un’indiscrezione clamorosa.
L’emittente televisiva Nrk afferma che il Cio starebbe valutando l’ipotesi di permettere al quarantaquattrenne norvegese di prendere parte comunque all’appuntamento a Cinque cerchi grazie a una sorta di “wild card”.
L’appiglio sarebbe rappresentato dal fatto che Bjørndalen è il campione olimpico in carica della sprint.
Non va infatti dimenticato come ai Mondiali il detentore del titolo abbia diritto di partecipazione extra contingente nel format di gara in cui ha trionfato l’anno precedente. Questa regola però non si è mai applicata in ambito olimpico.
Viene da chiedersi che senso abbia tutto questo e soprattutto se il Cio si renda conto di quali conseguenze possa avere una mossa del genere.
Se Bjørndalen dovesse ricevere una wild card per la sprint essendo considerato extra-contingente, allora per equità anche tutti gli altri campioni olimpici dovrebbero ricevere lo stesso trattamento. Non solo nel biathlon, ma in ogni disciplina in cui il detentore del titolo iridato ha il posto garantito anche nella successiva edizione dei Mondiali, come per esempio avviene in tutti gli sport di area Fis.
Consentire a Bjørndalen di gareggiare extra-contingente nella sprint potrebbe aprire un vaso di Pandora sul piano legale. L’Austria dello sci alpino potrebbe a buon diritto chiedere di gareggiare con 5 uomini in discesa libera e 5 donne nel super-G, in quanto Matthias Mayer e Anna Veith sono campioni olimpici in carica. Per non parlare della Norvegia dello sci di fondo, a cui i 4 pettorali stanno sempre stretti, che in campo femminile potrebbe pretendere di schierare 5 atlete nella sprint, nello skiathlon e nella 30 km, tutti format dove una norge ha primeggiato a Sochi.
Insomma. Perché Bjørndalen sì, mentre Fourcade, Svendsen, Domracheva, Kuzmina, Gut, Veith, Shiffrin, Mayer, Ligety, Stoch, Frenzel, Graabak, Bjørgen, Falla, Kowalczyk, Cologna e così via no?
Forse perchè Ole non è stato convocato e gli altri sì? Allora, per le varie federazioni nazionali il gioco potrebbe diventare quello di non convocare volutamente campioni olimpici in carica in maniera tale da avere un pettorale in più. La situazione diventerebbe ingestibile.
Se invece la risposta dovesse essere che il caso di Bjørndalen è speciale, perché si tratta di concedere l’ultima passerella all’uomo più titolato nella storia dei Giochi olimpici invernali, allora il Cio ne uscirebbe ancora peggio. Primo perché si piegherebbe a logiche da esibizione che nulla dovrebbero centrare con i Giochi olimpici. Secondo perché un tale trattamento sarebbe umiliante nei confronti del norvegese, a cui verrebbe assegnata una wild card con la consapevolezza che non sarebbe un fattore per le medaglie.
Insomma, si spera che questa voce rappresenti un’autentica boutade. Per i motivi appena esposti, se diventasse realtà, sarebbe comunque un passo falso da parte del comitato olimpico internazionale.
AGGIORNAMENTO: Pochi minuti dopo la pubblicazione dell’articolo, il quotidiano norvegese Aftenposten ha comunicato di aver interpellato il Cio in merito, ricevendo come risposta una secca email: "Non esistono wild card ai Giochi olimpici".
Fine della questione e un plauso a chi ha replicato in questo modo.
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