Metti una staffetta dove sette dei primi 15 biathleti della classifica generale di Coppa del Mondo non sono presenti, aggiungi una nebbia che per lunghi tratti, soprattutto a cavallo tra la seconda e la terza frazione, la fa da padrona fino a far pensare alla sospensione della gara con range time superiori al minuto e giri di penalità per cui è necessario il pallottoliere. Il risultato è una gara decisamente anomala dal cui cappello esce la vittoria della Svezia che sale sul gradino più alto del podio per la prima volta dal marzo del 2009 in una giornata da ricordare per i sudditi delle tre corone dopo il primo podio dopo sette anni della staffetta femminile dell’ora di pranzo.
Ponsiluoma, Nelin, Samuelsson e Lindstroem sono gli unici a pagare un solo giro di penalità nell’inferno degli otto poligoni (nella sessione in piedi della terza frazione) e mettono a frutto la loro capacità di mantenere nervi saldi e precisione in situazioni ambientali impossibili. Gli ultimi a arrendersi al passo degli svedesi sono stati gli azzurri: al lancio Thomas Bormolini incappa in un giro di penalità in piedi quando ancora le condizioni non erano probitive ma limita i danni a 50 secondi di distacco da Roesch, enfant du pays con il passaporto belga che si tiglie lo sfizio di vincere la frazione, e Volkov e un mezzo minuto da Norvegia e Austria. Nei momenti dove peggiore era la visibilità al poligono, Lukas Hofer mantiene i nervi saldi e si salva con la terza ricarica a terra per poi, con un solo errore in piedi e il miglior tempo di frazione, virare alla boa di metà gara a 15 secondi dal sorprendente Belgio e con 5 secondi di vantaggio sulla Svezia. Mentre intorno vi è il finimondo Dominik Windisch piazza un 100 % al tiro, sfrutta il giro di penalita di Samuelsson e di Birkeland (dopo i due di Christiansen promosso senza successo dalla IBU Cup) e lancia Thierry Chenal con 11 secondi di vantaggio sulla Svezia e 1’10" sulla Norvegia. E’ lotta impari per il valdostano alla terza uscita in Coppa del Mondo che vede avvicinarsi Lindstroem, regge a terra, ma sfiancato paga un giro di penalità in piedi lasciando via libera alla vittoria svedese. Tarjei Boe utilizza 4 ricariche nei due poligoni e non rappresenta una minaccia. Per l’Italia arriva il secondo posto a 1.10.8 dalla Svezia, il primo podio per una staffetta maschile dal 4 gennaio 2012 quando a Oberhof, in un’altra gara pazza -allora per il vento – arrivò la vittoria.
E’ terzo posto per la Norvegia che al termine paga tre giri di penalità e 2.04.6 dai vincitori; tre giri anche per la Russia, tutti a carico di Loginov in seconda frazione, dove Alexey Volkov al lancio presenta le sue credenziali per un ruolo importante nella staffetta olimpica. Sono addirittura sei i giri di penalità della Francia, con ben cinque a carico di Desthieux, che chiude al quinto posto a 2.41.3 meglio di una irriconoscibile Germania che inanella 10 giri (1 Rees e 9 incredibili per Kuehn) ed è riportata in sesta posizione da Doll e Peiffer.
Ponsiluoma, Nelin, Samuelsson e Lindstroem sono gli unici a pagare un solo giro di penalità nell’inferno degli otto poligoni (nella sessione in piedi della terza frazione) e mettono a frutto la loro capacità di mantenere nervi saldi e precisione in situazioni ambientali impossibili. Gli ultimi a arrendersi al passo degli svedesi sono stati gli azzurri: al lancio Thomas Bormolini incappa in un giro di penalità in piedi quando ancora le condizioni non erano probitive ma limita i danni a 50 secondi di distacco da Roesch, enfant du pays con il passaporto belga che si tiglie lo sfizio di vincere la frazione, e Volkov e un mezzo minuto da Norvegia e Austria. Nei momenti dove peggiore era la visibilità al poligono, Lukas Hofer mantiene i nervi saldi e si salva con la terza ricarica a terra per poi, con un solo errore in piedi e il miglior tempo di frazione, virare alla boa di metà gara a 15 secondi dal sorprendente Belgio e con 5 secondi di vantaggio sulla Svezia. Mentre intorno vi è il finimondo Dominik Windisch piazza un 100 % al tiro, sfrutta il giro di penalita di Samuelsson e di Birkeland (dopo i due di Christiansen promosso senza successo dalla IBU Cup) e lancia Thierry Chenal con 11 secondi di vantaggio sulla Svezia e 1’10" sulla Norvegia. E’ lotta impari per il valdostano alla terza uscita in Coppa del Mondo che vede avvicinarsi Lindstroem, regge a terra, ma sfiancato paga un giro di penalità in piedi lasciando via libera alla vittoria svedese. Tarjei Boe utilizza 4 ricariche nei due poligoni e non rappresenta una minaccia. Per l’Italia arriva il secondo posto a 1.10.8 dalla Svezia, il primo podio per una staffetta maschile dal 4 gennaio 2012 quando a Oberhof, in un’altra gara pazza -allora per il vento – arrivò la vittoria.
E’ terzo posto per la Norvegia che al termine paga tre giri di penalità e 2.04.6 dai vincitori; tre giri anche per la Russia, tutti a carico di Loginov in seconda frazione, dove Alexey Volkov al lancio presenta le sue credenziali per un ruolo importante nella staffetta olimpica. Sono addirittura sei i giri di penalità della Francia, con ben cinque a carico di Desthieux, che chiude al quinto posto a 2.41.3 meglio di una irriconoscibile Germania che inanella 10 giri (1 Rees e 9 incredibili per Kuehn) ed è riportata in sesta posizione da Doll e Peiffer.
STAFFETTA MASCHILE – OBERHOF
1. SVEZIA [1+9] in 1.19.44.1
2. ITALIA [2+11] a 1.10.8
3. NORVEGIA [3+14] a 2.04.6
4. RUSSIA [3+16] a 2.32.6
5. FRANCIA [6+17] a 2.41.3
6. GERMANIA [10+13] a 3.40.0
7. SVIZZERA [5+21] a 4.13.8
8. BULGARIA [5+15] a 6.03.1
9. AUSTRIA [5+12] a 6.10.2
10. CANADA [6+20] a 6.23.1
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