Ha ancora senso parlare di vittorie di Coppa del Mondo nello sci di fondo?
Dare una risposta al quesito è tutt’altro che semplice perché con il passare del tempo la fisionomia dei calendari è stata completamente stravolta e sono nati nuovi format di gara mutuati da altre discipline, ciclismo in primis.
Peraltro, andrebbe sottolineato come l’accezione “vittorie di Coppa del Mondo” lasci il tempo che trova in quanto in passato anche le gare di Olimpiadi e Mondiali assegnavano punti per la classifica generale, fatto che non avviene più da quasi venti anni.
A tal proposito, quando si parla di vittorie o podi individuali nello sci di fondo, sarebbe il caso di utilizzare la terminologia “successi o podi in competizioni di primo livello”.
Con primo livello si fa riferimento a cinque categorie ben distinte:
A) le abituali competizioni individuali di Coppa del Mondo (100 punti al vincitore)
B) i grandi o piccoli “giri” (Tour de Ski, Tour di chiusura, Tour di apertura)*
C) le tappe dei grandi o piccoli giri (di norma 50 punti al vincitore).
D) le competizioni individuali dei Campionati mondiali
E) le competizioni individuali olimpiche
* Per essere classificato come “piccolo giro”, un evento deve essere costituito da almeno tre tappe.
Proprio l’introduzione nel circuito dei cosiddetti “Tour” ha generato una confusione senza precedenti perché si è posto un problema di classificazione di podi e vittorie senza che la federazione internazionale (FIS) fosse da subito in grado di fornire una soluzione chiara e univoca.
Ciò premesso, quando si parla semplicemente di vittorie o podi di Coppa del Mondo sta ormai venendo meno la distinzione tra "tappe di Coppa del Mondo" e “tappe di grandi o piccoli giri”.
LINEE GUIDA DA SEGUIRE PER RISOLVERE I PROBLEMI
Ovviamente, in un sistema che si rispetti, la base di ogni ragionamento deve essere fondata sulla logica, salvo perdere completamente credibilità.
Va da sé che la vittoria finale nella classifica generale di un Tour deve essere considerata alla stregua di un successo di Coppa del Mondo. Il vincitore del Tour incassa, infatti, un cospicuo bottino di punti che varia da 200 a 400. Proprio l’attribuzione del successo finale a chi transita per primo sotto il traguardo dell’ultima tappa, oltre all’assegnazione dei punti, consente di porre un importante distinguo con la vittoria nella Tournèe dei Quattro Trampolini (salto), che non viene storicamente classificata come successo di Coppa del Mondo. Nel caso di specie, non ci sono punti in palio e la classifica finale è la semplice sommatoria dei risultati di otto serie di salto.
Per quanto riguarda, invece, la classificazione di podi e vittorie di tappa nel “Grandi o Piccoli Giri”, è sufficiente seguire due banali criteri in grado di dipanare in partenza ogni dubbio:
A) La vittoria in una tappa di uno dei tre "Tour" va sempre a chi incassa 50 punti.
B) In caso di ultima tappa di "Tour" non si può attribuire in automatico la vittoria di giornata a chi taglia per primo il traguardo. Per coerenza di sistema, la vittoria di tappa spetta a chi fa segnare il miglior tempo, anche qualora non vengano assegnati punti di Coppa del Mondo per la singola tappa. Non avrebbe, infatti, senso seguire criteri diversi per la scalata del Cermis (ultimo atto del Tour de Ski) e per le tappe finali di Tour di apertura e chiusura di Coppa del Mondo.
Uno dei nodi da sciogliere per cercare di dare maggiore credibilità al sistema resta proprio quello della classificazione/denominazione dei format di gara che prevedono una cosiddetta partenza “gundersen” (con ordine stabilito sulla base dei distacchi accumulati in uno o più atti precedenti).
Per eliminare alla radice ogni problema, sarebbe opportuno denominare “pursuit time” l’ultima tappa dei grandi o piccoli giri. In questo caso, il successo di giornata va attribuito a chi fa effettivamente segnare il miglior tempo.
Così facendo, verrebbe meno ogni equivoco con il vecchio “pursuit”, format di gara del passato destinato per acclamazione ad essere riesumato. Nel pursuit, competizione che prevede un prologo in tecnica differente, il successo va sempre all’atleta che transita per primo sotto il traguardo e che quindi incassa i punti di Coppa del Mondo destinati al vincitore (vedi quanto avvenuto a Dobbiaco nell’ultimo atto di Coppa del Mondo).
ESEMPIO DIDATTICO
Per passare dalla teoria alla pratica, è interessante calcolare i successi individuali della norvegese Marit Bjørgen, numeri alla mano l’atleta più vincente della storia nelle discipline olimpiche invernali.
A) Vittorie in abituali competizioni di Coppa del Mondo – 71 (41 “distance” / 31 “sprint”)
B) Vittorie in grandi o piccoli Tour – 11 (5 “Opening”, 5 “Final”, 1 “Tour de Ski”)
C) Vittorie in tappe di piccoli o grandi giri – 30 (11 “Opening”, 8 “Final”, 11 “Tour de Ski”)
D) Titoli mondiali individuali – 12
E) Titoli olimpici individuali – 4
VITTORIE IN GARE DI PRIMO LIVELLO – 128 (71+11+30+12+4)
VITTORIE IN GARE DI COPPA DEL MONDO O TOUR – 112 (71+11+30)