La notizia rispetto alle scorse settimane è stata lo scarno margine con cui la Norvegia è uscita vittoriosa dalla prova odierna di Titisee-Neustadt: infatti la Polonia è sembrata molto più che una semplice protagonista e con un pizzico di fortuna in più avrebbe potuto rovesciare i fragili equilibri su cui è poggiato il circuito maschile del salto speciale.
Nella primissima rotazione della gara è stato lo sloveno Tilen Bartol a far saltare il banco avendo realizzato il miglior punteggio parziale, ma ci ha pensato subito Peter Prevc a rimettere la Slovenia nei quartieri meno nobili della classifica ed è dunque subito emersa la nazione scandinava a comandare la competizione grazie ad un eccellente Daniel Andre Tande.
Solo al termine della prima serie il quartetto scelto da Alexander Stockl ha perso la leadership a favore dei polacchi trascinati da un super Kamil Stoch: la Polonia è riuscita a rimanere in testa ancora per un salto, il secondo di Piotr Zyla, per poi perdere l’inerzia della gara da questo momento in poi.
Infatti la prestazione della Norvegia è stata basata su ottime performance di tutti gli atleti: complessivamente il migliore è stato il leader del movimento Tande, capace di atterrare due volte a 139.5 metri, ma il momento decisivo è stato l’eccellente salto da 141.5 metri nella seconda serie di Anders Fannemel che è riuscito ad incrementare il vantaggio scandinavo anche se si è trovato a fare i conti con un certo Dawid Kubacki.
Dunque per i norvegesi è la terza vittoria stagionale, ma manca ancora all’appello la prima a livello individuale. A confermare questa statistica c’è il sorprendente aumento di rendimento dei norge quando si tratta di gare a squadre, infatti Johann Andre Forfang, Robert Johansson e compagni trovano in queste occasioni degli exploit altrimenti poco noti. La striscia di 5 vittorie consecutive parrebbe non voler venire ad essere interrotta, poiché il prossimo team event di primo livello si terrà durante i Mondiali di volo di Oberstdorf (21 gennaio 2018), terreno oltremodo fertile per gli specialisti norvegesi.
Piazza d’onore un po’ amara per la Polonia: l’anello debole del quartetto è risultato nuovamente Zyla, al contrario si sono visti Stoch e Kubacki su livelli di assoluta eccellenza con il primo che ha realizzato il miglior punteggio assoluto di giornata soprattutto grazie ad un primo salto pazzesco: il bicampione olimpico di Sochi 2014 è atterrato a 142.5 metri con telemark e senza grande aiuto dal vento. Dal canto suo Maciej Kot ha svolto il proprio compito di giornata seppur si è trovato nella stessa rotazione di Tande a cui si è dovuto inchinare in entrambi i salti.
Terzo gradino del podio per la Germania (Markus Eisenbichler, Karl Geiger, Andreas Wellinger, Richard Freitag): i tedeschi erano pronosticati quasi in linea con coloro che gli hanno preceduti, quindi la posizione non è deludente, ma l’andamento della gara si. Infatti hanno faticato parecchio Geiger ed Eisenbichler al cospetto degli altri due membri del quartetto che al momento sono al vertice del salto mondiale. In prospettiva futura è evidente che Werner Schuster sia alla ricerca del miglior anello debole della squadra, poiché ha finora ruotato gli atleti a sua disposizione in questo ruolo con Stephan Leyhe a Wisla, Pius Paschke a Ruka e quest’oggi Geiger: probabilmente passerà proprio da questi ultimi ogni possibile sogno di gloria teutonica per i prossimi giochi olimpici.
Ottimo quarto posto per la Slovenia (Tilen Bartol, Peter Prevc, Anze Semenic, Jernej Damjan) considerato il momento di smarrimento che sta vivendo l’intero movimento guidato da Goran Janus: il migliore è stato ancora una volta il veterano Damjan, mentre gli altri tre si sono espressi complessivamente sul medesimo livello. Fa davvero molto strano vedere che non è più la famiglia Prevc a fare le fortune slovene dopo più di un quadriennio al vertice nazionale.
Lavori in corso invece nella squadra austriaca (Manuel Fettner, Manuel Poppinger, Gregor Schlierenzauer, Stefan Kraft) quest’oggi quinta a 6 decimi dalla Slovenia. Il grande punto fermo rimane Kraft, il secondo migliore assoluto di giornata dopo Stoch, mentre bene o male tutti gli altri devono ancora fare qualche step di miglioramento: infatti quest’oggi il peggiore è stato addirittura Schlierenzauer, ma non molto meglio hanno fatto gli altri due atleti selezionati. Sicuramente con un Michael Hayboeck in più i ragazzi Rot-Weiß-Rot potranno riavvicinarsi a quel podio colto a Wisla.
Dopo i fasti di Ruka il Giappone (Ryoyu Kobayashi, Noriaki Kasai, Taku Takeuchi, Junshiro Kobayashi), trascinato dal più navigato dei fratelli Kobayashi, è tornato nei suoi soliti ranghi avendo chiuso in sesta piazza. Oltre alle performance di Junshiro, ci sono da segnalare un paio di prestazioni interessanti da parte di Kasai (nella prima serie) e di Ryoyu (nella seconda manche), entrambe facilitate dal buon vento frontale del momento.
Hanno chiuso la top 8 la Finlandia (Janne Ahonen, Eetu Nousiainen, Andreas Alamommo, Antti Aalto) e la Svizzera (Gregor Deschwanden, Andreas Schuler, Killian Peier, Simon Ammann): per i finnici è stata la prima volta stagionale che sono riusciti a marcare punti per la Nations Cup in gare a squadre, in netto progresso rispetto a qualche settimana fa; per gli elvetici è stata addirittura la terza volta su tre gare che hanno raggiunto questo obiettivo, che fino a qualche manciata di mesi fa pareva quasi un miraggio.
Fuori dalla zona punti troviamo in nona posizione la Repubblica Ceca (Tomas Vancura, Lukas Hlava, Roman Koudelka, Vojtech Stursa) ancora alle prese con le enormi difficoltà che sta avendo dalla fine della passata stagione invernale. Non molto meglio se la passano i russi (Dimitry Vassiliev, Mikhail Nazarov, Evgeniy Klimov, Denis Kornilov) che quest’oggi hanno addirittura chiuso undicesimi, nonché ultimi.
Tra la Russia e la squadra ceca si è collocata l’Italia: il decimo posto è stato in linea con le aspettative della vigilia, ma meno prevedibile era il fatto che il miglior azzurro fosse Alex Insam, l’unico capace di atterrare nella zona del punto K. Hanno invece faticato di più Sebastian Colloredo e Davide Bresadola, anche per colpa delle condizioni del vento poco clementi, mentre Roberto Dellasega ha fatto ciò che era nelle sue corde, in linea con quanto fatto vedere nella qualificazione.
TEAM EVENT – TITISEE-NEUSTADT HS 142
1. NORVEGIA (Johansson R., Tande D. A., Fannemel A., Forfang J. A.) 1083.6
2. POLONIA (Zyla P., Kot M., Kubacki D., Stoch K.) 1082.8
3. GERMANIA (Eisenbichler M., Geiger K., Wellinger A., Freitag R.) 1054.7
4. SLOVENIA (Bartol T., Prevc P., Semenic A., Damjan J.) 1011.5
5. AUSTRIA (Fettner M., Poppinger M., Schlierenzauer G., Kraft S.) 1010.9
6. GIAPPONE (Kobayashi R., Kasai N., Takeuchi T., Kobayashi J.) 957.4
7. FINLANDIA (Ahonen J., Nousiainen E., Alamommo A., Aalto A.) 864.9
8. SVIZZERA (Deschwanden G., Schuler A., Peier K., Ammann S.) 831.3
9. REPUBBLICA CECA (Vancura T., Hlava L., Koudelka R., Stursa V.) 386.7
10. ITALIA (Dellasega R., Insam A., Colloredo S., Bresadola D.) 352.8
Clicca qui per i risultati completi.
La Norvegia vince di un soffio il team event di Titisee-Neustadt
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