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Fate praticare lo sci nordico ai vostri figli: ora vi spiego perché

Oggi mi volevo addentrare in una dissertazione filosofico-scientifica e perorare la causa dello sci nordico, spesso visto come il fratello sfigato del più aristocratico sci alpino, ma per molti aspetti preferibile e ora mi propongo di argomentarvi il perché’ partendo dalla fiera delle banalità’ per concludere con piccole dissertazioni di una certa profondità e rilevanza. Iniziamo, quindi, questo piccolo elenco di 12 punti dal più "superfluo" per via via addentrarci in qualcosa di più significativo:
1. E’ sociale: si presta molto di più, per chi lo gradisce, alla pratica in compagnia (i binari ad esempio sono sempre due coppie) e su molti percorsi anche gli amici a quattro zampe possono approfittare della nostra sgambata e tenerci compagnia.
2. Comodità dell’abbigliamento e dell’attrezzatura: infatti, è sufficiente un qualsiasi completo ginnico comodo e leggero oppure uno più tecnico e attillato, un paio di guanti e un cappello caldo per essere pronti a praticare questa attività. L’attrezzatura, poi, è molto più pratica e soprattutto leggera, l’avvento della tecnica di skating e l’evoluzione dello sci squamato ci consentono di baipassare l’unica nota dolente ovvero la scelta e l’utilizzo della sciolina di tenuta. Aggiungiamo, inoltre, che ci evita di utilizzare quell’orribile orpello che risponde al nome di casco.
3. E’ molto più economico: infatti, attrezzatura (sia acquisto che noleggio), abbigliamento, biglietti giornalieri, lezioni di sci e iscrizioni a sci club e gare hanno prezzi incredibilmente più accessibili rispetto alle altre attività invernali.
4. Lo possono praticare tutti e a tutte le età: è adatto a qualsiasi persona da quando muove i primi passi fino alla maturità più avanzata, anche gli amici con diverse abilità possono trarre molti benefici e divertimento da questo sport e raggiungere incredibili livelli tecnici e di performance.
5. Bassissimo rischio infortuni: la casistica dei traumatismi in questa attività è molto modesta, oserei dire quasi irrilevante.
6. La sua varietà: la tecnica dello sci di fondo è composta da due tecniche e molti passi differenti che ci danno un numero enorme di varianti possibili nella pratica di questa attività, inoltre l’imprevedibilità del terreno ci costringe a continui adattamenti.
7. La natura: la pratica di questa attività ci conduce in una natura incontaminata spesso in boschi o accanto a ruscelli in un’immensa distesa bianca, priva dei rumorosi impianti di risalita e delle noiosissime code che questi comportano.
8. Aiuta a mantenere un fisico magro: si tratta di un’ottima attività aerobica che aiuta il mantenimento del peso e lo smaltimento degli eccessi adiposi.
9. Migliora equilibrio e coordinazione: la complessità della pratica, la varietà di tecniche e passi in funzione dell’adattamento alla variabilità del terreno, il rapporto precario tra avanzamento e scivolata ne fanno una pratica complessa a livello coordinativo ed un grande allenamento per l’apparato propriocettivo, quindi nei più piccoli stimola l’apprendimento di svariati schemi motori che ne proporranno una crescita sana e piena di risorse motorie mentre nei più grandi continua a stimolare e ad allenare queste importantissime qualità.
10. E’ estremamente salutare: stimola allena e mantiene efficiente il nostro apparato cardio-respiratorio e sviluppa la forza in tutti i distretti del corpo (è un’attività muscolare completa). Inoltre, non stressa le articolazioni; per i più giovani favorisce una crescita fisica armonica ed equilibrata sinonimo di futuro benessere e salute e per i più grandi stimola l’organismo verso un’armonia e un equilibrio come pochissime altre attività possono fare.
11. Fa bene al cervello: è stato dimostrato che praticare un’attività fisica importante in ambiente tranquillo e incontaminato libera la mente dallo stress della vita contemporanea e conduce in una sorta di meditazione che aiuta a vedere le soluzioni dei piccoli problemi della quotidianità.
Ora il dodicesimo punto, quello che io ritengo senza dubbio il più importante ma prima vorrei aprire una parentesi, ovvero ci terrei a sottoporvi una definizione da dizionario di una parola che sta prendendo posto nelle discussioni che riguardano la sfera psicologica del terzo millennio, la parola in questione è "Resilienza", ovvero la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.
In ecologia, la velocità con cui una comunità biotica è in grado di ripristinare la sua stabilità se sottoposta a perturbazioni.
In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle nuove realtà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.
12. E’ una scuola di resilienza: questa è una caratteristica intrinseca della razza umana che ci ha consentito di adattarci in tutte le tappe della nostra lunga storia e di raggiungere il livello evolutivo moderno. Per una serie di fattori sociali nel mondo occidentale questa caratteristica ha smesso di essere stimolata anzi viene al giorno d’oggi sempre più rifiutata, infatti è caratterista dell’uomo moderno il rifiuto e la fuga dalle difficoltà e nel momento in cui non si ha più spazio per scappare lo scoramento, l’afflizione e tutto quello che questi amari stati d’animo comportano, per capirci una gamma che svaria dalle crisi d’ira fino alla depressione. Bene, ciò detto lo sci di fondo è un potenziale potente strumento di allenamento per questa benedetta caratteristica umana. Spiego meglio: praticando lo sci infatti ci muoviamo in un ambiente difficile (freddo, scivoloso, variabile, faticoso, sconosciuto…), per muoverci possiamo solo ricorrere alle nostre forze e alle nostre doti tecniche e quindi dobbiamo faticare, una volta intrapreso un giro siamo obbligati a concluderlo, apprendere la complicata tecnica richiede abnegazione e sforzo costante, allenarci per migliorare le prestazioni richiede nuovamente abnegazione e sofferenza, se infine decidiamo di competere saremo soli contro il tempo, quindi unici responsabili del risultato senza alibi e senza scuse. Mi pare evidente che in un mondo dove la scuola non boccia più, dove i genitori fanno i tifosi dei figli e corrono a risolver loro ogni problema, dove l’assistenzialismo è rincorso da tutte le parti e dove il benessere ci rende tutti ignavi, quest’attività può aiutare a far capire che le difficoltà e la sofferenza sono implicite nella vita, ma sono anche transitorie e utili a spianarci la strada della gioia se interpretati in maniera costruttiva.

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