Quest’oggi a Sjusjøen giornata dedicata alle mass start. In campo femminile si sono però registrate molte assenze. Infatti tutte le tedesche hanno deciso di non prendere parte alla competizione con partenza in linea, così come le italiane eccezion fatta per Alexia Runggaldier, le bielorusse e diverse ucraine.
Di conseguenza il campo partenti è stato di livello decisamente più basso rispetto alla sprint andata in scena nella giornata di sabato.
La gara ha avuto ben poca storia, poiché si è risolta in un monologo di Marte Olsbu. L’ormai ventisettenne norvegese, reduce da un’annata fatta di alti e bassi dopo aver subito un’operazione nell’autunno 2016, potrebbe iscriversi alla categoria dei cosiddetti “late bloomer”. D’altronde nel marzo 2016 aveva messo in mostra prestazioni di primissimo piano.
La scandinava ha tenuto un passo sugli sci da prima della classe, prendendo il sopravvento sulla concorrenza nel momento in cui si è dovuto sparare in piedi. Dopo aver preso grande vantaggio al terzo poligono, ha gestito al meglio la situazione nella sessione conclusiva e chiuso in trionfo.
La Norvegia può quindi sorridere sia perché Olsbu appare pienamente recuperata, sia perché Synnøve Solemdal appare sulla buona strada per tornare al top. La sfortunatissima ventottenne di Kristiansund ha trovato lo shoot-out al tiro e ha ingaggiato un lungo duello con Anais Bescond per la piazza d’onore. Alfine ha avuto la meglio la transalpina, gravata da 2 penalità al tiro, ma la talentuosa nordica, frenata da una miriade di problemi fisici, ha tenuto botta in maniera incoraggiante.
A proposito di recuperi, Vita Semerenko ribadisce di poter essere un fattore durante l’imminente inverno. L’ucraina ha sbagliato tre volte al tiro, ma è stata in grado di concludere in quinta posizione. Va rimarcato un Giappone sugli scudi, in quanto Fuyuko Tachizaki ha chiuso quarta senza penalità e Sari Furuya ottava con un errore.
Bescond è stata l’unica nota lieta in casa francese. Marie Dorin Habert e Justine Braisaz sono apparse le brutte copie di sé stesse, classificandosi rispettivamente diciassettesima e venticinquesima con 3 e 8 errori. Non certo memorabili le prestazioni di Anais Chevaler e Celia Aymonier.
In casa Italia Alexia Runggaldier è, come detto, l’unica ad aver preso il via. Tuttavia non ha terminato la competizione, ritirandosi dopo due poligoni.
SJUSJØEN – MASS START FEMMINILE
1. OLSBU Marte (NOR) [1+0+0+0] 36’45”5
2. BESCOND Anais (FRA) [1+1+0+0] a 25”0
3. SOLEMDAL Synnøve (NOR) [0+0+0+0] a 31”6
4. TACHIZAKI Fuyuko (JPN) [0+0+0+0] a 48”7
5. SEMERENKO Vita (UKR ) [2+0+1+0] a 49”9
6. HOJNISZ Monika (POL) [1+0+1+0] a 1’01”5
7. FENNE Hilde (NOR) [1+1+1+1] a 1’22”0
8. FURUYA Sari (JPN) [0+0+0+1] a 1’28”8
9. CHEVALIER Anais (FRA) [0+0+1+1] a 1’30”7
10. KALKENBERG Emilie (NOR) [0+0+0+1] a 1’33”2
Monologo di Marte Olsbu nella mass start Sjusjøen

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