Fin dal trial round tenutosi un’ora prima dell’inizio della competizione ufficiale si era capito che qualcosa era cambiato in seno al team scandinavo: tutti gli atleti scelti da Alexander Stockl hanno dimostrato una progressione nella qualità delle loro performance. Il picco delle prestazioni si è registrato nella seconda serie, in cui i norvegesi hanno sbaragliato la concorrenza.
Infatti, nel primo segmento di gara, l’evidente equilibrio di ieri ha continuato a persistere con ben 5 squadre che sono rimaste racchiuse nel giro di sole 17 lunghezze, con la Polonia a menare le danze, seguita dall’Austria, dalla Norvegia, dalla Germania e da un sorprendente Giappone.
Subito all’inizio della manche decisiva gli scandinavi hanno pescato un bel jolly con Johann Andre Forfang, atterrato a 129.5 metri in un momento in cui il large hill di Wisla è risultato estremamente performante al di là del dato legato alla compensazione del vento. A questo eccellente salto nessun altro concorrente è riuscito a limitare i danni entro i 15 punti di distacco (un’enormità considerati gli scarti risicatissimi del primo segmento di gara).
Da qui in avanti la strada è apparsa sempre più in discesa per i norvegesi, con un Anders Fannemel che si è sempre espresso sui livelli dei diretti avversari, un Daniel Andre Tande tirato a lucido, che ha dominato la sua seconda rotazione ed è risultato il migliore in assoluto di giornata, ed un Robert Johansson che ha concluso con una performance equivalente al minimo sindacale per ottenere il successo.
Dunque i norvegesi hanno vinto la terza competizione invernale a squadre consecutiva, prendendo in considerazione anche le due ultime della scorsa stagione disputatesi a Vikersund e Planica. In questo modo sembrerebbero aver superato le difficoltà di 12 mesi or sono ed essere tornati sui livelli del 2015-16, quando non ebbero alcun rivale e dominarono in lungo ed in largo la Coppa per Nazioni.
Secondo posto per i padroni di casa che hanno mancato il grande appuntamento con la vittoria di fronte al loro caldissimo pubblico. Nessun membro del quartetto è parso dominante con David Kubacki che è parso complessivamente il migliore grazie ad una buona costanza di rendimento sui due salti. Anche Maciej Kot ha fatto il suo, mentre Kamil Stoch è stato su alti livelli solo per metà gara, più precisamente nella seconda. Il più deludente di tutti è stato il beniamino di casa Piotr Zyla, preferito ad un più pimpante Stafan Hula, autore di una prestazione sottotono.
Comunque sia, al di là della piccola delusione legata alla mancata vittoria, il team polacco ha ottenuto l’ottavo podio consecutivo in questo format di gara ed avrà la possibilità di rifarsi già settimana prossima a Ruka, anche se i tifosi più accaniti avranno già messo nel mirino il 27 gennaio prossimo, quando sarà in programma il team event di Zakopane.
A pari merito, per la prima volta in un podio su 124 competizioni a squadre disputate nella storia, con la Polonia si è piazzata l’Austria, con una formazione rimaneggiata a causa delle assenze illustri: al di là di questo sia Daniel Huber che Clemens Aigner hanno fatto la loro più che discreta prestazione tenendo conto delle premesse, mentre la ciliegina sulla torta l’hanno messa i leader del movimento Rot-Weiß-Rot Michael Hayboeck e Stefan Kraft. Il primo ha mostrato un’efficacia elevata dei propri salti considerando la pausa per infortunio avuta nelle scorse settimane, mentre il detentore della sfera di cristallo è stato uno dei soli tre atleti ad aver superato la soglia dei 130 metri nei due giorni, nel suo caso baciati nella seconda serie.
Grandi delusi di giornata sono stati i tedeschi (quarti): dopo che ieri sembravano aver ribaltato il pronostico, quest’oggi si sono smarriti. Soprattutto il discusso Markus Eisenbichler, preferito ad un potenzialmente migliore Karl Geiger, e Stephan Leyhe hanno fatto sfumare alla Germania non solo la vittoria, ma anche un podio che sembrava quantomeno alla portata. Segnali positivi in vista della competizione individuale sono comunque emersi da Richard Freitag, riuscito anch’egli a superare i 130 metri, ed Andreas Wellinger, le cui caratteristiche tecniche si adattano alla perfezione al trampolino polacco.
Ottime notizie dall’estremo oriente: i giapponesi (quinti) sembrerebbero aver ritrovato la retta via smarrita completamente per tutta la scorsa stagione su neve, soprattutto per quanto riguarda il compromesso con i materiali. Trascinati da uno da Junshiro Kobayashi, uno degli uomini più in forma del momento che quest’oggi ha fatto segnare nuovamente il terzo punteggio assoluto, i nipponici si ripropongono nuovamente come una delle superpotenze del panorama internazionale. A completare una prestazione di squadra complessivamente ottima ci sono da segnalare il buon rendimento del fratello minore di Junshiro, Ryoyu; dell’evergreen Noriaki Kasai, terzo ed ultimo di coloro che sono andati oltre i 130 metri, e di Daiki Ito.
Mestamente sesti gli sloveni (Timi Zajc, Anze Semenic, Tilen Bartol, Peter Prevc): le uniche buone notizie sono le prestazioni positive dei due più giovani membri del quartetto, per il resto Prevc non sembra affatto quello di due stagioni fa. Chissà che queste debacle non inducano Goran Janus a rispolverare il più giovane dei fratelli Prevc, Domen, che d’altronde la scorsa stagione un podio l’aveva portato a casa da queste parti.
Hanno chiuso la top 8 la Svizzera (Andreas Schuler, Gregor Deschwanden, Killian Peier, Simon Ammann) e la Russia (Alexey Romashov, Mikhail Nazarov, Denis Kornilov, Evgeniy Klimov), entrambe che possono essere soddisfatte per il risultato ottenuto. Da segnalare una rovinosa caduta del veterano russo che ha battuto violentemente la testa, ma comunque è riuscito a lasciare la zona d’atterraggio (ancora una volta decisamente problematica) sulle proprie gambe, seppur con un collare protettivo: vedremo se domani riuscirà ad essere della partita nella prova individuale. Dunque Kornilov è il quinto atleta ad essere caduto in questi due giorni, premessa tutt’altro che felice per domani.
Anche l’Italia ha preso parte al team event: il quartetto selezionato da Lucasz Kruczek è stato composto nell’ordine da Alex Insam, Zeno Di Lenardo, Davide Bresadola e Sebastian Colloredo. Gli azzurri hanno terminato in nona posizione, in linea con le aspettative della vigilia. La seconda serie è stata mancata di 22 punti, con il gardenese che è risultato sottotono, ma difficilmente con un Insam al top avremmo visto gli italiani in zona punti.
TEAM EVENT – WISLA HS 134
1. NORVEGIA (Forfang J. A., Fannemel A., Tande D. A., Johansson R.) 1023.8
2. POLONIA (Zyla P., Kubacki D., Kot M., Stoch K.) 1006.5
2. AUSTRIA (Huber D., Aigner C., Hayboeck M., Kraft S.) 1006.5
4. GERMANIA (Eisenbichler M., Freitag R., Leyhe S., Wellinger A.) 990.0
5. GIAPPONE (Kobayashi R., Ito D., Kasai N., Kobayashi J.) 983.6
6. SLOVENIA (Zajc T., Semenic A., Bartol T., Prevc P.) 931.4
7. SVIZZERA (Schuler A., Deschwanden G., Peier K., Ammann S.) 853.0
8. RUSSIA (Romashov A., Nazarov M., Kornilov D., Klimov E.) 802.9
9. ITALIA (Insam A., Di Lenardo Z., Bresadola D., Colloredo S.) 379.0
10. REPUBBLICA CECA (Vancura T., Janda J., Hlava L., Koudelka R.) 276.1
Clicca qui per i risultati completi.
La Norvegia fa il botto a Wisla: vince il Team Event
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