La squalifica di Alexander Legkov ed Evgeny Belov, con relativa privazione dell’oro olimpico di Sochi nella 50 km conquistato dal primo e dell’argento raccolto dalla staffetta russa pochi giorni prima, hanno chiaramente scatenato forti reazioni in Russia.
Al di là delle dichiarazioni scontate dei più, Svetlana Nageykina si è distinta per parole al di fuori del consueto e decisamente non politically correct.
L’oggi cinquantaduenne campionessa olimpica con la staffetta a Calgary 1988, capace peraltro di arpionare una vittoria e diciotto podi in Coppa del Mondo, ha avuto il coraggio di dire ciò che molti pensano, parlando “pane al pane e vino al vino”.
“È triste che questa storia riguardi solo i russi e che i campioni prelevati agli atleti di altre nazioni non interessino a nessuno nonostante nel corso degli anni anche in Norvegia e negli Stati Uniti ci siano stati scandali doping.
Sono solidale con i ragazzi sanzionati. Soprattutto con Legkov se davvero dovesse ritirarsi. Ora spero che i nostri atleti non vengano esclusi dai Giochi olimpici. Abbiamo molti ragazzi molto forti, capitanati da Sergei Ustiugov, e le ragazze stanno crescendo”.
Nageikina ha quindi avuto il fegato di gridare “Il Re è nudo”. Ovvero che, nonostante nessuno lo faccia notare, stia venendo applicato un doppio standard che nel caso della Russia sta assumendo contorni quasi persecutori.
Svetlana Nageikina: “Anche Norvegia e Usa hanno avuto scandali doping. Perché non interessano a nessuno?”
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