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Sci di fondo

Il caso Johaug tiene ancora banco, tra forti polemiche e paranoie

Gli ultimi giorni sono stati davvero convulsi al Nord. Il nodo del contendere è nuovamente il caso-Johaug che, nonostante sia giunto a una sentenza definitiva, fa ancora discutere. Forti polemiche – con tanto di epilogo paranoico – si sono susseguite negli ultimi giorni tra la Norvegia e la Finlandia, mantenendo però l’epicentro in Svezia.
La miccia è stata accesa da un’intervista a Marit Bjørgen pubblicata la scorsa settimana dal quotidiano svedese Expressen, in cui la veterana norvegese ha dichiarato che “per come la vedo io Johaug non si è dopata. Conosco Therese molto bene e so come si comporta. Il suo non è doping. È stata squalificata perché non ha controllato adeguatamente la confezione della crema. Non nego che sia stata punita per aver violato la normativa antidoping, ma non ha certo preso quella sostanza per andare più veloce sugli sci”.
Le parole della trentasettenne norge non sono affatto piaciute ad Hasse Svens, giornalista della televisione svedese SVT, che commentando le dichiarazioni della fondista più vincente di sempre ha detto: “Questo è tipico di Bjørgen. Difende sempre Johaug in ogni modo possibile e anche impossibile. Strano che non capisca che se si viene trovati positivi all’antidoping, allora si è automaticamente dopati. Tutti sappiamo qual è l’autorità di Bjørgen in Norvegia, dove è una leggenda. Per questo penso che dovrebbe stare attenta a quanto dice. Sarebbe stato meglio stare zitta piuttosto che fare quelle dichiarazioni”.
La polemica ha persino sconfinato in Finlandia. Aino-Kaisa Saarinen ha infatti detto la sua, affermando che “le prove danno torto a Bjørgen. Anzi, Therese Johaug dovrebbe fare da testimonial anti-doping, andando negli sci club a spiegare ai giovani quanto è terribile essere trovati positivi. Se lo facesse, allora tornerei a stimarla. I norvegesi devono imparare a leggere le regole e a rispettarle”.
Dopo questo appassionato scambio di opinioni le acque – seppur rimanendo torbide – sembravano essersi calmate. Oggi però, sempre in Svezia, si è verificato un episodio che ha scatenato nuove grosse polemiche, sconfinando nel surreale (per non dire nella paranoia).
Si è tenuto un incontro la squadra svedese di fondo e i media. Tra i gadget distribuiti da Vattenfall, uno degli sponsor del team, vi erano tubetti di burro cacao. Molti giornalisti vi hanno visto una sorta di riferimento provocatorio proprio verso il caso-Johaug, che aveva usato il Trofodermin proprio per curare un’ustione alle labbra.
Addirittura la portavoce della federazione svedese di sci ha dovuto smentire ufficialmente questa impressione, cercando di sdrammatizzare la situazione. Tuttavia Johan Sares, direttore sportivo della squadra nazionale, si è dimostrato molto serioso dichiarando che non lo ritengo divertente e voglio pensare sia una pura coincidenza”.
Nonostante la rappresentante dell’azienda abbia detto che “si tratta solo di materiale promozionale, se qualcuno lo ha ritenuto uno scherzo di cattivo gusto ci scusiamo. Pensavamo solo a distribuire un prodotto utile per la salute”, alfine Vattenfall ha deciso di ritirare il burro cacao dal proprio stand per evitare ulteriori polemiche.
Insomma, manca meno di un mese all’inizio della Coppa del Mondo e le prime gare Fis su neve sono ormai prossime. Le temperature atmosferiche si abbassano, ma quella all’interno del circuito di fondo rimane bollente in merito alla vicenda Johaug che, nonostante sia giunta alla conclusione, continua a tenere banco.

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