Da cinque anni Race Director dello Sci di Fondo in seno alla FIS, il francese Pierre Mignerey è la persona che nelle ultime due stagioni ha raccolto pareri e suggerimenti da tutte la parti interessate, fossero esse tecnici, organizzatori, reti televisive, e preparato il pacchetto di modifiche al programma di gare che è stato illustrato alla Sessione FIS di Zurigo e che sarà esaminato e votato al prossimo incontro di maggio a Atene.
A una settimana dalla presentazione in terra elvetica, Mignerey si è offerto ai taccuini del sito tedesco xc-ski.de per illustrare in maggiore dettaglio il pacchetto con la premessa che "si tratta di proposte che saranno la base di discussione e di futura valutazione. L’obiettivo non è quello di fare una rivoluzione ma di rendere più semplice e intelleggibile il programma di gare: partire dalla tradizione per rendere più interessante il prodotto Fondo a tutte le parti interessate, senza dimenticare bambini e giovani".
La modifica più probabile e, contemporaneamente, la meno criticata nelle reazioni della prima ora è la cancellazione della skiathlon a favore del ritorno di una prova a inseguimento in tecnica libera sulla base dei risultati ottenuti il giorno precedente nella gara in tecnica classica. Il gruppo di lavoro ha analizzato tutti i programmi evidenziando pro e contro e ha riconosciuto che la Skiathlon presenta più argomenti a favore della sua eliminazione che ragioni per conservarla nel programma. Questo formato di gara fu introdotto per unire le due tecniche e garantire suspense e rimonte dopo il cambio degli sci; una attesa che è andata delusa e le prove si sono trasformate in mass start con un cambio di attrezzatura a metà gara. D’altra parte le infrastrutture richieste sono duplicate rendendo complessa la sua organizzazione al punto che solo poche località riescono a prepararla in modo adeguato per non parlare dei costi in termini di equipaggiamento degli atleti che rappresentano un problema a livello di Continental Cup e categorie giovanili dove praticamente la Skiathlon non viene mai disputata. Una serie di ragioni più che sufficiente a far pendere la bilancia verso la sua eliminazione.
Più controversa sarebbe la cancellazione dal programma delle prove Sprint in alternato, la proposta che ha provocato le reazioni più accese. Pierre Mignerey spiega come vi siano molteplici ragioni e come prima cita l’appeal su bambini e ragazzi al momento attratti da formati come il Cross-Country Cross che non trovano però uno sbocco naturale in quanto viene proposto sul campo e in TV nelle gare di massimo livello. Alcuni sono arrivati a proporre, narra il Race Director, l’introduzione diretta del Cross-Country Cross mentre l’opinione dominante è quella di inserirne alcuni elementi nelle prove attuali, non elementi artificiali ma dossi, curve in discesa, piccoli salti, tutte cose che non possono essere affrontate con la tecnica classica.
Un ulteriore aspetto da considerare è l’evoluzione della stessa tecnica che è sempre più difficile da giudicare, si può forse farlo in Coppa del Mondo ma non si riesce nelle categorie giovanili. E’ sempre più complesso garantire una competizione corretta e il fondo non vuole diventare uno sport nel quale i risultati vengono decisi dalla giuria.
"Sprint significa velocità", chiosa Mignerey, "e se si vuole la velocità si usa la tecnica che la garantisce, la tecnica libera". A chi sostiene che la cancellazione delle Sprint in alternato rappresenterebbe l’inizio della fine della tecnica classica, il francese risponde "le due tecniche sono nel nostro DNA e vi rimarranno ma il modo migliore per far sì che questo avvenga è che ogni tecnica venga utilizzata nei formati più consoni. Meno tecnica classica ma di qualità maggiore è la soluzione".
L’ultimo passaggio della lunga intervista fa riferimento a una modifica non particolarmente evidenziata nei giorni scorsi; si è parlato di introduzione di una prova di Team Sprint mista senza sottolineare quanto questo porterebbe alla soppressione delle due prove mono-gender. A giudicare dalle parole di Mignerey i pareri su questa possibilità sono molto discordanti; il Fondo perderebbe un titolo alle Olimpiadi e ai Campionati Mondiali e, soprattutto, nel calendario della Coppa del Mondo si tratterebbe di un singolo evento di breve durata che non si sposerebbe con le necessità degli organizzatori. Non viene però nascosto il fatto le prove miste sono di moda e potrebbero ampliare il numero delle nazioni competitive. Si tratterà, quindi, di una decisione difficile da prendere.
Se questo è lo stato dell’arte, i prossimi otto mesi vedranno discussioni con il CIO, i detentori dei diritti TV e tutte le altre parti interessate. Saranno ancora possibili delle modifiche prima che la proposta finale venga presentata al prossimo congresso FIS senza dover dare per scontato che tutte le modifiche diventino effettive sin dalla prossima stagione.
Fondo: arrivano tutte le ragioni dietro le modifiche proposte
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