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Olimpiadi

E’ Wierer o Innerhofer l’alternativa a Fontana portabandiera?

Io portabandiera??? Ma non scherziamo… credo che essere scelto come per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi sia il massimo riconoscimento sportivo… vale più di un oro mondiale, una coppa del mondo, una o più medaglie olimpiche… e non può prescindere dalle medaglie olimpiche appunto, che sono a mio parere il primo parametro da tenere in considerazione per la scelta di questo ruolo… quel giorno quell’atleta rappresenterà l’Italia degli sport invernali ed è giusto che sia scelto per merito…
Con queste parole lasciate sulla sua pagina facebook Federico Pellegrino si è autoescluso dalla lista dei papabili candidati a ruolo di capitano della spedizione azzurra in Corea e indirettamente ne avrebbe esclusi altri.
Se il palmares olimpico fosse l’unico parametro da prendere in considerazione per la scelta di ogni nazione, Arianna Fontana sarebbe l’unica opzione possibile e la cerimonia di apertura in Corea del Sud si trasformerebbe in una parata di stelle, senza precedenti, con Fourcade, Hirscher, Hanyu, Vonn (in alternativa Shiffrin o Shaun White) fra gli altri a sfilare. Sarebbe bello vedere la prima coppia marito e moglie, proprio loro, Bjørndalen per la Norvegia e Domracheva per la Bielorussia, mettere in mostra le 11 medaglie d’oro di famiglia. In realtà non è scontato che accada. 
I comitati nazionali seguono però diversi criteri e fattori molteplici che non sempre mettono al primo posto i risultati pregressi ottenuti ai Giochi. Gli Usa per esempio cercano spesso e volentieri la storia che merita più che il personaggio. Anche Fisi, Fisg e Coni è probabile valutino nella scelta finale altri aspetti, fra cui gli impegni nelle gare all’indomani della cerimonia, il peso specifico della federazione e del gruppo sportivo di appartenenza, la regione di provenienza e il gradimento degli sponsor. Soprattutto in questo caso, visto che a differenza degli altri paesi nella top 15 dei più medagliati ai Giochi invernali l’Italia è l’unico a non aver vinto ori 4 anni fa, si tratterà forse di individuare un profilo che possa soddisfare più requisiti.
Se si prendesse in considerazione chi è salito sul podio a Sochi 2014 la cerchia dei candidati si restringerebbe nell’ordine a Fontana, Innerhofer e Wierer, bronzo nella staffetta mista mentre Kostner sarebbe da escludere in quanto è già stata portabandiera a Torino 2006. Al 90 per cento quindi il nostro portacolori sarà un finanziere, visto che tutti e tre, come anche Sofia Goggia, sono in forza alle Fiamme Gialle, che a PyeongChang 2018 oltretutto festeggia i 50 anni dalla prima medaglia d’oro della propria storia ottenuta con il fiemmese Franco Nones. E quindi proprio il parere della Guardia di Finanza si presume possa essere determinante.
Fontana ai 5 podi olimpici ha dalla sua pure un titolo iridato nel quadriennio olimpico, che solo Pellegrino può vantare tra gli azzurri, ma la Fisi ha raccolto così tanti piazzamenti, podi e vittorie per non meritare un altro alfiere a Cinque Cerchi. Nell’era dei social la partita, non c’è dubbio, è vinta a mani basse dalla più forte biathleta azzurra di tutti i tempi. Con Innerhofer è lei la più corteggiata da aziende e soprattutto da follower. Su Instagram i suoi aficionados sono quasi 30 volte di più rispetto a Fontana e quanti quelli di Inner, Fill e Goggia messi insieme. Senza contare che nell’ultimo quadriennio oltre alla bergamasca, solo Wierer ha avuto una stagione da vittorie multiple (staffetta storica compresa), doppia cifra di podi e terzo posto finale nella generale! Inoltre Dorothea accontenta Alto Adige dove è nata, Trentino dove vive e Livigno e l’Alta Valtellina che l’ha adottata. Mai tanto lo short track che il biathlon hanno avuto un portabandiera italiano. Considerato che gli ultimi due sono stati Giorgio Di Centa e Armin Zoeggeler, per la logica dell’alternanza che suggerirebbe toccasse a una donna, il testa a testa finale potrebbe essere proprio tra Wierer e Fontana.
In alternativa ci sarebbe un bel jolly nella manica. Se le Filippine hanno affidato il compito a Pechino 2008 al pugile pro Pacquiao (quindi non in gara), l’Italia perché non potrebbe convocare il winterman per eccellenza, Simone Moro. Il quasi 50enne alpinista bergamasco proprio in Asia ha firmato le sue memorabili quattro ed irripetibili prime invernali sugli 8000 e il lunedì dopo la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi festeggia il primo anniversario dalla conquista del Nanga Parbat.

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