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Corpi Sportivi, Comitati e Sci Club

Nuccio Fontanarosa contro le disparità: “Vogliamo ridurre il gap con il Nord”

Nord-Sud: una dicotomia che si radica nella Storia dell’Unità d’Italia. Una sintesi troppo sommaria e, il più delle volte, abusata e travisata.
Discorso quanto mai trito e ritrito quello che colpisce i "due mondi" del Belpaese: disparità, iniquità e trattamenti di favore.
Certo, il mondo degli sport invernali è meno invischiato in certi intrighi di corte, ma in un qualche maniera è ascrivibile a ciò che concerne l’attività del Comitato Regionale Siculo, a cui a capo c’è Nuccio Fontanarosa.
Sotto le sua egida, le realtà isolana che portato interessanti risultati, soprattutto sotto l’aspetto gestionale e di promozione del tesseramento.
Presidente, cosa ci può della stagione invernale 2016/2017?
"E’ andata bene. Abbiamo avuto nel Criterium Interappenninico dello sci alpino il momento clou. Ci ha permesso di dare credibilità alle nostre zone. Un evento, a cui hanno partecipato circa 240 ragazzi, che ha mostrato come la Sicilia c’è ed è presente."
Qual è lo stato di salute del vostro movimento?
"Noi stiamo facendo il massimo. Non è facile. Stiamo riscontrando difficoltà nel fondo, dove ci sono sempre meno utenti. Lo skiroll ci sta dando una mano. Stiamo pensando, infatti, di fare qualcosa a livello di squadra e penso che potremmo dire la nostra più avanti. Questa stagione ha riaperto, dopo otto anni, Piano Battaglia. Cercheremo di investirci sopra per creare un movimento anche in quella zona. Quest’anno, inoltre, ospiteremo i Campionati Europei di alpinismo sull’Etna, assieme a due gare di livello nazionale. Dopo la Coppa del Mondo del 2010, un’altra importante manifestazione su cui puntare. Dobbiamo migliorare, ma la intrapresa è quella giusta."
Non avendo un grande bacino di utenza, è quanto mai primario promuovere il terriotrio e fidelizzare con il tesseramento.
"Quando sono diventato Presidente otto anni fa, i tesserati erano circa 300. Ora siamo a 600. Vuol dire che siamo in crescita. Dobbiamo promuovere la nostra attività e pubblicizzarla al meglio. La Regione ci sta dando una grossa mano con contributi che poi ripartiamo su base proporzionale ai vari sci club. Fortunatamente, dal lato economico, riusciamo a rimanere a galla, ma qualcuno deve capire che la medesima attività esercitata in Trentino, per noi costa 10 volte tanto. Lo sforzo degli sci club è encomiabile e la Federazione ci sta accanto, però vanno riviste alcune cose. Se ci mettono nelle condiozioni, vogliamo ridurre il gap che c’è con il Nord d’Italia."
Ha parlato di Regione e Federazione. Come e dove si può migliorare?
"Innanzitutto dai criteri per i punteggi delle gare. Non possiamo spendere soldi per andare a delle gare in cui non ci riconoscono alcuna classifica. Lo stesso dicasi per i contributi dell’attività giovanile e della promozione del tesseramento: è una questione sì economica, ma anche di immagine e rispetto del nostro operato: le disparità sono troppe. E non parlo solo del mio Comitato, ma tutti quelli del Centro-sud."
Quale crede sia il problema più limitante nello sviluppo di un’immagine della Sicilia invernale?
"Abbiamo l’Etna che ha una grande storia. Purtroppo la gestione del comprensorio è deficitaria e balbettante. Manca un piano completo quanto efficiente legato ai servizi offerti. C’è stata troppa presunzione. Ora servono manager e direttori di stazione che fanno quello come mestiere. Assieme ai progetti del MIUR, speriamo che si possa incentivare la gente a venire a sciare. E’ indubbio comunque che soffriamo una mancanza di cultura invernale."
Quali sono i vostri obiettivi?
"Vorrei che le stazione sciistiche recepissero il messaggio lanciato in precedenza: per crescere, bisogna collaborare assieme affinchè ne beneficino tutti quanti. In più, voglio riporare gare di sci alpino di alto livello sull’Etna: una storia nata nel 1958 con la Tre Giorni Internazionale dell’Etna, gara che vedeva alla partenza i migliori al mondo."

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