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Sci di fondo , Skiroll

Grand Prix Sportful, Giorgio Brusadelli: “L’approdo dello skiroll nella FISI ha portato benefici”

Il Grand Prix Sportful, giunto alla 39° edizione, ha chiuso la stagione agonistica dello skiroll (deve concludersi solo la Coppa Italia). Alla grande, come sempre, mettendo in evidenza personaggi che stanno facendo la storia del fondo italiano e, come primo obbiettivo, hanno evidentemente in programma le prossime Olimpiadi. Puntano alle medaglie, è ovvio: ne hanno la possibilità e lo hanno dimostrato in questa occasione sui tornanti che dalla pianura di Feltre portano al Passo Croce d’Aune. Sono ragazzi di sostanza, attaccati al loro lavoro e non alle chiacchiere. Le classifiche che si trovano su questo sito, del resto, parlano chiaro: il meglio del fondo e del biathlon italiano ha dimostrato, sull’asfalto, quello che la squadra azzurra potrà ribadire sulle nevi coreane.
Atleti di una serietà non comune ai colleghi di tante altre discipline che vanno per la maggiore hanno dato vita ad uno spettacolo che le centinaia di appassionati assiepati sugli ultimi tornanti e al traguardo non dimenticheranno facilmente dopo aver visto come, malgrado la dura fatica, si possa trasformare l’agonismo in un divertimento. Per chi ne è interprete e per chi assiste. La volata di pura potenza cui sono stati protagonisti Federico Pellegrino e Anna Comarella la dice lunga sul valore del campione già consacrato e della ragazza ancora junior che ha tutti i numeri per farsi valere anche da senior. Ne sa qualcosa Dorothea Wierer, la  biathleta forte nel fondo quanto lo è nel tiro.
Una ragazza splendida, la giovane Anna. Altro bel personaggio che chi entra in fondoitalia.it ha già potuto conoscere  nelle interviste di Giorgio Capodaglio. E’ dai tempi della Belmondo e della Di Centa che se ne aspettava una con la grinta e lo spirito agonistico delle due primedonne di tempi non lontani. Sul piano tecnico c’è ancora da lavorarci sopra, ma ci penserà Pietro Piller Cottrer, allenatore del settore. Un grande campione che proprio nella tecnica aveva la sua arma migliore: il maestro ideale per la Comarella e per la squadra femminile che in questa occasione ha visto il rilancio di Virginia De Martin. Pietro è il capofila di uno staff di tecnici cresciuti con la guida di Chenetti, che ci fa guardare al futuro con un certo ottimismo qualora il buon Sepp se ne andasse in pensione. Ci è vicino ormai: non c’è legge Ferrero che possa fermare il richiamo degli affetti familiari. Ce ne faremo evidentemente una ragione: l’importante è che abbia dato una linea sulla quale continuare. Magari come consulente esterno.
Adesso, finalmente, ci sono tutte le possibilità, a cominciare da quella economica che, aggiunta ad una diversa mentalità, ha risolto uno dei tanti problemi che lo skiroll ha incontrato nelle ultime stagioni. Checché ne pensi qualche nostalgico, l’approdo dello skiroll nelle fila della FISI ha portato benefici tanto allo sport degli sci a rotelle  quanto alla federazione degli sport invernali che, grazie a Marco Mapelli che ne è stato promotore e al presidente Flavio Roda che l’ha vista di buon occhio, ha introitato una disciplina, preliminare allo sci, che può interessare il pubblico in ogni momento dell’anno e creare animazione nei centri abitati senza doversi recare in montagna e aspettare la neve. Lo si può praticare dovunque ci sia una strada con un buon fondo d’asfalto che garantisca, con lo spettacolo, le indispensabili misure di sicurezza per chi corre e per chi assiste. Per arrivare a questo connubio ci sono voluti quasi 40 anni. Fu Fabio Crestani, artefice dei primi attrezzi, a lanciarlo in  quel di Asiago. Arrivò anche a Milano, prima al Parco Forlanini  e poi addirittura nella zona del Duomo.
La Sportful fu la prima ad aderire e a perfezionare e potenziare di anno in anno la propria manifestazione. Si cominciò con la strada che sale al Monte Grappa e si è arrivati al Passo di Croce d’Aune  che, con le sue pendenze, a sua volta va ricordato per essere stato il motore della prima grande idea di Tullio Campagnolo. In una corsa ciclistica ci arrivò stremato. Pensò ad una soluzione che rendesse la pedalata più agile e produttiva di quanto non fossero quei “bacchettoni a leva “ piazzati sulla forcella posteriore  che spostavano la catena da un rapporto all’altro. Nacque così il primo  cambio per biciclette che porta il suo nome e ha dato l’avvio ad un’industria che ha contribuito a far  crescere il prestigio italiano all’estero.
La novità Sportful è il palco per le premiazioni. Pratico e comodissimo. Lo si sposta con il carrello di un furgone e si monta in pochi minuti. Ampia pedana, schermo gigante e apparecchiature fonetiche. Al primo, fatto con il ciclismo con il marchio Castelli, è seguito quello con il marchio e i colori dell’azienda di Fonzaso che ha esordito sabato pomeriggio con lo sprint nel centro di Feltre e che si è trasferito nel mattino di domenica in cima al passo di Croce d’Aune. Un motivo di attrazione in più. 

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