La situazione politica in Oriente è sempre più instabile. Nei giorni scorsi il regime guidato da Kim Jong-Un ha svolto dei nuovi test nucleari e successivamente ha lanciato dalla Corea del Nord un altro missile che ha sorvolato il Giappone. Una situazione che sta allarmando tutti per la paura di una guerra nucleare, che avrebbe conseguenze a dir poco pesanti sull’umanità.
Nel frattempo, però, ci sono anche timori per i prossimi Giochi Olimpici, che si svolgeranno a PyeongChang, in Corea del Sud, proprio a pochi chilometri dal confine con la Corea del Nord. Il giornale svedese Expressen ha sentito a proposito due delle atlete di punta della loro nazionale di fondo, Anna Haag e Stina Nilsson.
La Nilsson è spaventata dalla situazione: «È terribile – ha affermato – in una certa maniera sto cercando di restare distante da quanto sta accadendo, perché è così orribile. Non credo neanche di poter esprimere la mia opinione, perché è una cosa molto seria e non ha nulla a che fare con lo sport. Sono spaventata e non voglio che la mia famiglia venga in Corea del Sud per seguire i Giochi. Mio papà vuole partire e seguire le gare, ma io non sono d’accordo, perché tutto è così incerto e preferisco sapere che sono a casa a vedere la tv, così so dove si trovano».
Anna Haag è altrettanto preoccupata e ritiene che non sia giusto disputare le Olimpiadi in una località la cui popolazione non può vivere con tranquillità: «È sempre pericoloso fare dei commenti politici – ha ammesso – perché è qualcosa che va al di sopra della mia conoscenza. Posso però dire che ho grande fiducia nel fatto che la Federazione Olimpica svedese non metterebbe mai a rischio le nostre vite per partecipare alle Olimpiadi. Spero che la situazione laggiù migliori, non per le Olimpiadi, ma per tutte le persone che vivono lì, perché noi ci andremo solo per tre settimane, mentre quella gente è lì sempre. Sono d’accordo con quanto detto nei giorni scorsi da Marit Bjørgen, non credo si dovrebbero svolgere delle Olimpiadi in una zona dove i residenti non sono sicuri. Le nostre competizioni sono un nulla in confronto, credo sarebbe giusto spostare i Giochi se la situazione non migliorasse».