Nella passata stagione ha dimostrato di avere un grande talento, concludendo al secondo posto nella classifica finale della Coppa Italia Fiocchi per Aspiranti, un risultato che gli ha permesso di entrare nella “Squadra Progetto Giovani” della nazionale. Tommaso Giacomel si è subito confermato in occasione dei Campionati Italiani Estivi, disputati lo scorso weekend ad Anterselva, vincendo l’oro nella sprint e l’argento nell’inseguimento. Figlio di Fabio Giacomel, ex atleta azzurro del fondo, il giovane aggregato delle Fiamme Gialle ha scelto il biathlon e ha intenzione di arrivare molto in alto, tanto che per prepararsi al meglio si è iscritto alla scuola sportiva di Malles, a due ore da casa. L’abbiamo conosciuto attraverso questa intervista, scoprendo un ragazzo molto determinato.
Ciao Tommaso, complimenti per gli ottimi risultati ottenuti nel weekend. Quali sensazioni hai avuto?
«È stato bello rimettere il pettorale, anche se siamo soltanto a settembre e la stagione invernale è ancora lontana. Ho sentito un po’ di stanchezza sugli skiroll, soprattutto il secondo giorno, perché venivo da un periodo di carico intenso. Ovviamente non ci siamo preparati pensando a queste gare, ma le abbiamo utilizzate principalmente come test».
Aver vinto due medaglie, nonostante sia ancora estate, ti mette maggiori motivazioni per proseguire la preparazione?
«Le motivazioni non mi mancheranno mai, perché troverò sempre gente forte di fronte a me, che vorrò superare a ogni costo. Sicuramente vincere queste medaglie mi hanno dato una grande soddisfazione, facendo crescere la mia voglia di lavorare per migliorare ancora».
Da quest’anno sei entrato nella Squadra Progetto Giovani della nazionale; una bella soddisfazione per te.
«Quando ho saputo della convocazione, sono stato molto felice, perché considero l’ingresso nella squadra del progetto giovani un bel punto di partenza per crescere ancora, sicuramente non un traguardo sul quale adagiarsi. Abbiamo già avuto alcuni raduni con allenatori molto competenti, come Alex Inderst e Michela Ponza».
Una convocazione figlia anche degli ottimi risultati della passata stagione.
«Dal punto di vista atletico ho avuto una stagione molto positiva, nella quale ho fatto un bel salto di qualità sugli sci, migliorando parecchio. Non sono però completamente soddisfatto per come sono andate le cose al tiro, anzi sono anche un po’ deluso, perché ho buttato via parecchie gare che avrei potuto gestire meglio».
Quali obiettivi ti sei posto per la prossima stagione?
«Vorrei qualificarmi al Mondiale Junior di Otepae, in Estonia, provare a migliorare sempre, soprattutto al tiro e magari vincere qualche medaglia agli italiani. So che sarà difficile, ma le sfide mi piacciono».
Temi il salto di categoria, visto che passerai tra i Giovani?
«Non ho paura, anzi questo rappresenta uno stimolo ulteriore per migliorare, perché gareggerò contro gente più grande».
Tra di loro anche Cedric Christille, medagliato agli ultimi Mondiali Giovanili?
«Cedric è il mio compagno di camera in occasione delle gare, andiamo molto d’accordo, anche perché è un ragazzo simpaticissimo. Lui rappresenta un ulteriore stimolo per me, perché ha vinto una medaglia strepitosa. Mi piacerebbe raggiungere un traguardo come il suo, certamente proverò a fare bene in tutte le gare a cui parteciperò».
E magari riuscire a entrare anche in un corpo sportivo.
«Per adesso sono aggregato con le Fiamme Gialle. Mi trovo molto bene con la squadra, ci aiutano molto soprattutto economicamente oltre che con i materiali, perché d’inverno abbiamo sempre degli sci ottimi. Ora starà a me meritarmi quella chiamata ulteriore. Farò di tutto per riuscirci».
Torniamo indietro nel tempo: com’è nata la tua passione per il biathlon?
«Mio papà era un fondista delle Fiamme Gialle e della nazionale, Fabio Giacomel, così la passione per la neve ce l’avevo nel sangue. Da piccolo, però, facevo discesa, anche perché mio padre non mi ha mai costretto a fare fondo, voleva che scegliessi da solo, perché lo sport di fatica doveva piacermi. All’età di sette anni ho deciso di mia spontanea volontà di provare lo sci di fondo e mi è piaciuto tanto, così ho proseguito e sono entrato nella US Primiero. Poi, grazie a Marcello Pradel, che ha comprato due fucili ad aria compressa, ho provato anche il biathlon e mi ha conquistato immediatamente. A quel punto ho deciso di proseguire con questo sport, iscrivendomi anche alla scuola di Malles, per potermi allenare al meglio».
Quali consigli ti ha dato tuo papà quando hai iniziato?
«Mio padre, che non mi ha mai obbligato a praticare lo sci di fondo, ha visto subito che avevo tanta passione per questi sport di fatica e mi ha invitato a proseguire sempre divertendomi. Quando sono arrivato all’età in cui dovevo allenarmi con maggiore frequenza, mi ha consigliato di continuare a farlo sempre con tanta passione e impegno, altrimenti sarebbe stato tempo sprecato».
È difficile conciliare scuola e attività sportiva?
«Grazie alla scuola di Malles sono molto agevolato, perché i professori ci vengono incontro spostando le interrogazioni o i compiti in classe, cercano sempre di aiutarci. In questa maniera riusciamo ad allenarci e studiare bene. Mi trovo molto bene e mi mancano ancora due anni prima di finire. Ho imparato bene il tedesco, che avevo già studiato alle medie, ma credo che conoscere almeno due lingue sia molto importante».
Chi è il tuo punto di riferimento o idolo nello sport?
«Amo moltissimo il ciclismo e apprezzo tanto Peter Sagan, perché è un fenomeno, è sempre concentrato, ma dà anche l’idea di prendere le cose alla leggera, anche se in realtà si impegna al massimo in ogni occasione. A qualcuno può sembrare anche sbruffone negli atteggiamenti, ma in realtà non è niente affatto così. Lo stimo. Nel biathlon, invece, apprezzo tantissimo Dominik Windisch, addirittura più di Fourcade. Lo conosco, ci ho parlato spesso in occasione delle gare, è sempre disponibile, sorridente, è veramente una bella persona. Sa cosa vuole e fa di tutto per ottenerlo».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Migliorarmi ogni giorno, perché già domani dovrò essere più forte di oggi. Ovviamente mi piacerebbe tantissimo andare alle Olimpiadi e tornare a casa con qualcosa, perché partecipare è già una grande cosa, ma vincere una medaglia sarebbe un coronamento di tutti i sacrifici fatti».
Chi vuoi ringraziare per quello che hai fatto fino ad oggi?
«Voglio ringraziare la mia famiglia, i miei nonni che mi seguono sempre, le Fiamme Gialle e Michela Ponza, che mi aiuta tantissimo. Ringrazio anche Alex Inderst per la nazionale e i miei allenatori della scuola: Andreas Kuppelwieser, Harald Egger e Patrick Tumler».