1 biglietto aereo per Kathmandu con partenza fissata per il 30 agosto, 1 zaino da 40 kg come bagaglio, 49 giorni lontano da casa, 8.156 mt l’altezza della vetta del Manaslu da raggiungere: ecco alcuni numeri della spedizione che affronterà a breve Laurent Perruchon, Lollo per gli amici.
Laurent, come ci si prepara per affrontare un 8.000 come il Manaslu?
"La cima più alta che ho raggiunto fino ad adesso è stato un 6.900 mt. La preparazione è soggettiva: io sono nato e cresciuto in Valle d’Aosta e le montagne valdostane sono la mia palestra. D’inverno mi alleno con gli sci d’alpinismo, corro parecchio, faccio lunghe camminate, per l’occasione anche con gli scarponi e lo zaino pesanti sulle spalle. Avendo il Monte Bianco e il Gran Paradiso, per esempio, vicino a casa, spesso sono partito per fare le vette e stare 6/8 ore in quota a 4.800 mt di altezza."
Quanto conta la preparazione fisica?
"E’ fondamentale. Poi il corpo di ognuno risponde in maniera diversa: c’è chi è un grande atleta forte nella corsa qui che però patisce la quota. Io fortunatamente non ho mai patito l’altitudine: ho sempre seguito i consigli che mi sono stati dati dai vari dottori, cioè di bere molta acqua, almeno 6/7 litri al giorno. In più, nei giorni di trekking di avvicinamento, si dovrebbe cercare di andare con calma, senza strafare. Ad esempio, una giornata di avvicinamento, che potrebbe richiedere circa 2 ore di camminata, per far meglio adattare il corpo è opportuno impiegarcene anche 4".
Cosa c’è dentro il tuo zaino da 40 kg?
"40 Kg sembrano tantissimi, ma in realtà per fare questo tipo di viaggio sono un po’ giusti: porto con me un tutone , 2 sacchi a pelo e un paio di scarponi, il tutto per l’alta quota. Solo con queste 4 cose raggiungo già i 9/10 Kg; poi ho un paio di scarponcini per il trekking e le scarpe per l’avvicinamento; ho piumini medi e leggeri: partendo da 1.000 mt ho necessità di avere attrezzature diversificate in base all’altitudine in cui mi trovo; 2 paia di ramponi, picozze, imbragature, chiodi da ghiaccio, corde, moschettoni, casco, arva, pala e sonda, abbigliamento intimo, oltre a del cibo che mi porto da casa, quali, ad esempio, delle barrette, dei sali per integrare, dei gel, soprattutto da usare dai 2.000 mt in su, biscotti, marmellate."
Quale sarà la tua alimentazione?
"Laggiù hanno parecchi carboidrati dal momento che hanno molto riso e patate, ma non hanno molta carne. Mi porterò, quindi delle barrette proteiche, della mocetta, della salsiccia e del prosciutto tutto sottovuoto. In tal modo riuscirò a mangiare a giorni alterni anche la carne."
Da dove arriva questo desiderio di fare un 8.000?
"Mi piace la montagna e ho la fortuna di fare un lavoro che mi porta quasi tutti i giorni a scalare, arrampicare, fare sci alpinismo. Avrei già dovuto fare questo viaggio l’anno scorso proprio nel periodo in cui avrebbe dovuto nascere mio figlio e così ho lasciato perdere. Il mio sogno sarebbe quello di fare le "Seven Summits" ma è abbastanza proibitivo economicamente. Però la voglia di viaggiare ed arrivare a toccare nuove mete, senza contare la soddisfazione personale, è sempre forte e così ho deciso di intraprendere questa nuova avventura."
Che temperature troverai durante il tragitto?
"Una giornata normale, senza vento, in cima si possono avere -20°; in caso di vento le temperature possono arrivare anche a -40°, anche oltre. Il passaggio più delicato del Manaslu è dal campo 4 alla cima dove arrivi ad essere su un crinale anziché su un versante: questo tratto è molto battuto dal vento, quindi devo sperare di trovare la finestra di bel tempo con meno vento possibile in modo da poter attraversare quel pezzo indenne. Mentre al campo base, in una giornata normale, si possono avere tranquillamente anche 10°. In questo periodo, che stanno terminando i monsoni, sta nevicando tutti i giorni."
Come sarà una tua giornata tipo di riposo?
"All’interno del campo base, in una giornata di riposo, ti svegli con calma dopo aver cercato di dormire. Dopo una settimana dormire a 5.000 mt diventa più facile. Cerchi di lavare qualche cambio e fai prendere aria alla tenda. Più che altro fai una vita sociale, a cui non siamo più abituati: visto che non ci sarà la TV e internet si avrà tutto il tempo per parlare con altre persone di tutto il mondo. Dopo il pranzo, c’è poi il momento di organizzare nuovamente tutto il materiale: si fa mente locale delle cose già portate al campo base successivo e cosa ancora potrebbe servire."
Cosa ti aspetti da questo viaggio?
"Innanzitutto che vada tutto bene. Ovviamente spero di poter raggiungere la cima: sarebbe una grande soddisfazione sia per me che per la mia famiglia, oltre che per mio padre che mi guarderà dall’alto. Non prenderei come una sconfitta la possibilità di non arrivare alla vetta: certo, mi dispiacerebbe moltissimo, ma devo mettere anche in conto il meteo, le eventuali nevicate, la mia condizione fisica. Occorre anche tenere in considerazione la "testa": 49 giorni lontano da casa e dagli affetti potrebbe giocare la sua parte."
Fondo Italia scalerà il Manaslu, l’ottava montagna più alta del mondo.
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