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Biathlon

La felicità di Ambra Fosson: “La convocazione in nazionale è una gioia”

Nell’ultima stagione ha vinto tre medaglie ai Campionati Italiani Aspiranti (argento nell’individuale di Forni Avoltri e nella sprint di Anterselva, oro nella staffetta di Forni Avolti) e ha concluso al secondo posto la classifica finale della Coppa Italia Aspiranti Under 17, alle spalle della sua conterranea Beatrice Trabucchi. Ambra Fosson ha disputato una bellissima stagione e ha raccolto il meritato premio, ricevendo la convocazione per la “squadra progetto giovani” della nazionale, insieme a Martina Vigna (bronzo mondiale lo scorso anno in staffetta), Marianna Sartor e proprio Beatrice Trabucchi. La giovane valdostana, classe 2000, è emozionata e motivatissima in vista della prossima stagione, come ha confermato nella seguente intervista rilasciata a Fondoitalia.

Ciao Ambra, come sta andando la prima fase della preparazione?

«È molto positiva, mi sto allenando bene e mi sento già in buone condizioni. Quindi sono davvero contenta».

Sei stata convocata per la squadra nazionale del “progetto giovani”. Immagino sia una grande soddisfazione per te.
«Sono stata felicissima quando ho ricevuto la chiamata, è stata una bellissima esperienza, resa ancora più bella dal fatto che non me l’aspettavo, sono rimasta sorpresa. Sapevo di aver disputato una bella stagione, ma la convocazione in nazionale era tutt’altro che scontata».

Come ti stai trovando con i nuovi allenatori e la squadra?
«Subito bene, ho trovato degli allenatori molto bravi e soprattutto disponibili, ai quali posso fare molte domande e chiedere qualunque cosa a me utile per crescere. Anche con i compagni di squadra ho legato subito. Ci sono tanti miei conterranei, visto che siamo quattro valdostani su dieci, ma anche gli altri atleti li conoscevo già, avendo comunque disputato diverse gare con loro in questi anni».

La convocazione in nazionale cosa significa per te?

«Sicuramente mi sprona a migliorarmi ancora, ad allenarmi con maggior impegno, a fare di tutto per sfruttare questa bellissima opportunità che mi è stata data. Non tutti gli atleti hanno questa occasione, quindi voglio sfruttarla».

Stai affrontando degli allenamenti diversi?
«Sono più duri, anche perché il prossimo anno affronterò una categoria nuova».

Qual è il tuo obiettivo in vista della stagione che stai preparando?
«Spero di disputare una bella annata, trovare delle buone sensazioni al tiro, soprattutto in piedi dove ho avuto qualche difficoltà di troppo. Inoltre voglio migliorare anche nella tecnica di sciata».

Dal 26 febbraio al 4 marzo ci saranno anche i Mondiali Giovanili di Otepää.
«Il Mondiale Giovanile rappresenterebbe per me una bella opportunità, un bel modo per affacciarmi su dei livelli più alti e confrontarmi con avversarie di alto livello».

Descriviti come atleta: qual è il tuo punto di forza e dove devi migliorare?

«Mi trovo molto bene nello sparare a terra, mentre ho qualche difficoltà in piedi, ma penso che sia principalmente un problema di testa. Probabilmente, avendo commesso qualche errore di troppo in passato, ho creduto di non poter sparare bene in piedi. Sto cercando di ritrovare sensazioni positive».

Torniamo indietro nel tempo: come hai iniziato con il biathlon?
«Ho cominciato prima con lo sci di fondo, quando ero bambina, seguendo mia mamma che andava a fare dei corsi. Mi è subito piaciuto, così mi sono iscritta allo Sci Club Brusson e ho iniziato a divertirmi insieme ai miei compagni. Gli allenatori mi hanno proposto di provare il biathlon e mi è subito piaciuto sparare, così ho iniziato e non ho più smesso».

È difficile conciliare l’impegno nello sport e lo studio?
«È complicato, perché si spende molto tempo per gli allenamenti, levandone così un po’ allo studio e costringendoti a studiare spesso la sera quando sei stanco. È difficile anche perché ci si trova a essere tanto via per le gare durante l’inverno, quindi recuperare tutto in estate e primavera non è semplice. Spesso mi porto anche i libri fuori, ma non è sempre facile aprirli nei weekend di gara».

Chi è il tuo idolo nel biathlon?

«L’idolo da bambina è Magdalena Neuner, mentre oggi Dorothea Wierer. Ho visto le ultime gare della carriera della campionessa tedesca, era fortissima, il top. Successivamente ho guardato spesso i video delle sue gare passate, veramente una fantastica atleta. Dorothea, invece, mi piace in tutto, ha una maniera di sparare impressionante, penso sia la più forte in questo. L’ammiro, spero di avere l’onore un giorno di conoscerla, sarebbe bellissimo, perché non ho ancora avuto questa fortuna, mi sembra anche una donna simpaticissima».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Ogni atleta sogna di arrivare ai massimi livelli, gareggiare in Coppa del Mondo, trovarsi lì con i grandi campioni che oggi si guardano solo in tv e vincere. Sogno di arrivare dove è oggi Dorothea Wierer, ripetere le gesta del mio idolo e diventarlo io stessa per qualche giovane. Ovviamente sono dei sogni».

Chi vuoi ringraziare per la tua prima convocazione in nazionale?
«Tutti gli allenatori che mi hanno allenata da piccolina, permettendomi di arrivare nella squadra del Comitato Asiva e successivamente i tecnici dell’Asiva che mi hanno permesso di entrare in nazionale. Ovviamente, poi, dico grazie ai miei genitori, senza i quali non avrei mai potuto fare questo sport»

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