È tornato a casa con una medaglia d’oro al collo, come suo fratello Emanuele, ottenendo il suo ultimo successo iridato da junior, dopo il trionfo nella team sprint del 2015 in Val di Fiemme, in coppia con Jacopo Giardina. Francesco Becchis ha concluso in bellezza i Mondiali di Solleftea, vincendo la team sprint in coppia con Mattia Armellini e confermando per l’ennesima volta che in pochi sanno gestire bene l’ultimo giro di una gara di massa quanto lui.
Lasciamo al campione del mondo cuneese la descrizione dell’ultima tornata: «Nei primi giri era per me importante restare dietro, affacciarmi il meno possibile e risparmiare energie. Anche nell’ultimo giro ho iniziato controllato, poi lo svedese, nella salita più tosta, è partito forte, ha fatto selezione e mi ha dato circa tre/quattro metri. Nella successiva discesa ho spinto e gli sono tornato sotto come, dietro di me, hanno fatto anche il russo e il norvegese. Al giro dello stadio ero in quarta piazza, abbastanza indietro, ma nel treno all’interno. All’inizio della curva conclusiva speravo che lo svedese si allargasse nella sua parte finale, così è stato e appena ho visto uno spazio libero mi sono infilato, passando al primo posto. Ero molto più fresco degli altri avversari, perché ero rimasto coperto senza prendere aria. Ho quindi fatto il rettilineo finale a tutta, ma ho sempre dato qualche occhiata al mio fianco, per vedere se da dietro veniva qualche avversario, che in quel caso sarebbe stato più lanciato di me».
Francesco Becchis ha quindi tagliato il traguardo ed è iniziata la festa: «Ho provato a fare un’esultanza alla Northug, ma non mi è riuscita benissimo (ride ndr). Poi ho iniziato a urlare come un pazzo. Avevo proprio bisogno di fare una bella gara, perché non ero soddisfatto di come erano andate quelle precedenti, tranne giovedì nell’individuale a cronometro. Mi sembrava di non aver ancora dimostrato nulla prima di oggi».
L’ARRIVO DI FRANCESCO BECCHIS
Mondiali Solleftea, Francesco Becchis ci descrive il suo ultimo giro d’oro
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