È salita tre volte sul podio nella prima tappa di Coppa del Mondo, disputata ad Oroslavje, terzi posti che le sono valsi la convocazione per il suo primo Mondiale. Chiara Becchis è emozionata, ad appena diciotto anni vestire la tuta della nazionale in una rassegna iridata ha un sapore speciale. La sorella minore di Emanuele e Francesco vuole vivere al meglio questo momento e il resto della Coppa del Mondo di skiroll, prima di tuffarsi nella stagione invernale, nella quale sarà protagonista nel fondo con la tuta del Comitato Alpi Occidentali, con l’obiettivo di ottenere i risultati necessari per entrare, tra un anno, almeno nel gruppo osservati della nazionale Under 20, un traguardo sfiorato di un soffio quest’anno.
Ciao Chiara, tra poco inizierà il Mondiale di Solleftea: descrivici le tue sensazioni.
«Innanzitutto sono emozionata, perché per me è il primo Mondiale. Ho un po’ di agitazione e di tensione, dovuta al fatto che porterò i colori della mia nazionale e questo mi fa sentire molte responsabilità, mettendomi un po’ di pressione. Ovviamente sono felicissima di poter rappresentare l’Italia in una manifestazione iridata e per questo motivo spero di fare bene».
La stagione è partita bene, addirittura tre podi in Coppa del Mondo.
«Lo scorso anno partecipai a una sola tappa di Coppa del Mondo, in Trentino, raccogliendo un terzo e un quarto posto. Sono quindi andata in Croazia con l’obiettivo di migliorarmi e ce l’ho fatta, arrivando tre volte terza, anche nella sprint, dove non eccello. Per me è stata la prima gara all’estero, così ho chiesto un po’ di aiuto ai miei compagni più esperti, per capire alcune cose organizzative».
In Svezia vai con quale obiettivo?
«Ovviamente fare il massimo che posso, anche se non ho un vero e proprio obiettivo circa i risultati. Ci saranno diverse atlete forti, una maggiore competizione rispetto alla gara in Croazia, perché per esempio la Svezia avrà tre atlete in più rispetto alla Coppa del Mondo. Sarà difficile, ma darò tutto, sperando basti per arrivare sul podio».
C’è una gara sulla quale punti in modo particolare?
«Si, la 13km individuale in tecnica libera del primo giorno, un format di gara nel quale mi trovo molto bene e preferisco alla mass start. Lo stesso mi accade anche nel fondo, mi trovo meglio quando devo gareggiare da sola, piuttosto che con altre atlete, dalle quali a volte mi lascio condizionare, cosa che mi porta a seguire il loro e non il mio ritmo. Nelle individuali riesco a sfruttare la mia capacità di gestirmi bene e arrivare al traguardo spendendo tutte le energie a disposizione, anche se in inverno mi è accaduto a volte di partire troppo forte. Tornando alla domanda, poi, mi piacerebbe anche rientrare tra le due atlete che faranno la team sprint».
Ti preoccupa il fatto che si gareggerà su skiroll a ruote lente?
«No, in realtà penso anche di essere un po’ avvantaggiata da questo, dal momento che in questa stagione mi sto allenando esclusivamente sugli skiroll lenti, mentre quelli veloci li utilizzo soltanto alla vigilia delle gare».
Hai un buon rapporto con le tue compagne di squadra?
«Certamente, quest’anno c’è un bellissimo clima in squadra. Mi trovo bene sia con le ragazze sia con i ragazzi».
I tuoi fratelli, Emanuele e Francesco, ti danno consigli su come affrontare le gare?
«Si, soprattutto nelle sprint, dove faccio un po’ più di fatica, e nelle mass start, nelle quali bisogna essere più tattici e loro hanno molta più esperienza».
Come loro, anche tu hai iniziato praticando pattinaggio?
«Si, ho iniziato facendo pattinaggio con una società di Savona, poi ho seguito i miei fratelli sulla strada dello sci di fondo e, di conseguenza, dello skiroll, sport che in fin dei conti è il giusto riassunto delle due discipline precedenti. A volte ancora mi alleno sul pattinaggio, perché mi è utile soprattutto per la velocità».
Nel frattempo fai anche parte della squadra di fondo del Comitato Alpi Occidentali. Quali sono i tuoi obiettivi?
«Vengo dalla mia miglior stagione, tanto che per un soffio non sono rientrata nel gruppo delle atlete di “interesse nazionale”. Il mio obiettivo, quindi, è disputare una bella stagione per riuscire a raggiungere questo traguardo nella prossima».
Qual è la tua gara preferita?
«L’individuale in pattinato, stile che preferisco al classico, nel quale comunque non vado male».
Cosa fai al di fuori dello sport?
«Studio, frequento il Liceo Musicale e suono il flauto traverso».
È difficile conciliare sport e studio?
«In realtà la mia è una situazione un po’ paradossale (ride ndr). Riesco a organizzarmi meglio durante l’inverno, quando ho più impegni, riuscendo a conciliare alla perfezione studio e allenamento, che in autunno o primavera, quando ne ho meno, ma spreco tempo».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Non voglio pensarci, raccoglierò ciò che arriverà. Preferisco non volare con la fantasia, per non crearmi false illusioni. Meglio restare con i piedi per terra».
C’è un atleta che stimi in modo particolare?
«In realtà non ho un atleta per cui faccio il tifo. Più che altro seguo con interesse e stima diversi fondisti, in particolare quelli norvegesi e svedesi. Mi piace vedere i video dei loro allenamenti, quando li pubblicano sul web, perché c’è molto da imparare».