Ha ripreso ad allenarsi, affrontando per la prima volta nella sua carriera la preparazione estiva con il Centro Sportivo Carabinieri, dal quale è stato arruolato nello scorso novembre. Paolo Fanton si sta allenando in vista di una stagione per lui molto importante, nella quale, oltre ad attendere conferme, vuole tornare a ottenere risultati di rilievo, prima in Italia e poi in Europa, per entrare in lizza anche per un posto ai prossimi Giochi Olimpici. Trentino, nato a Tesero, ha visto per anni i big del fondo sfidarsi sulle nevi di casa sua e oggi vede da vicino la possibilità di diventare lui stesso protagonista. Fanton vuole tornare in Coppa del Mondo, cosa che non gli è riuscita la passata stagione, dal momento che non ha potuto allenarsi con continuità durante l’autunno. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con il carabiniere trentino nella seguente intervista.
Ciao Paolo, come sta andando questa prima fase della preparazione?
«Ho ripreso l’attività con il CS Carabinieri nella nostra caserma ad Auronzo di Cadore, nella quale si sono spostate tutte le discipline nordiche. Abbiamo iniziato bene perché, nonostante qualche piccolo acciacco abbastanza normale in questa fase, ho ripreso subito al massimo, facendo molto skiroll e bici, una preparazione piuttosto vasta, perché in questo periodo si fa un po’ tutto».
Siete una squadra molto numerosa.
«Si, dopo l’annessione della Forestale ai Carabinieri, la squadra è più ricca. Siamo quattro atleti, perché oltre a me ci sono anche Muller, Bertolina e Gardener, mentre Clementi ha smesso, così come Di Centa, che è il nostro tecnico dei materiali, anche se ci dà pure supporto morale e tanti consigli, dall’alto della sua esperienza. Insieme a noi ci sono anche le donne che quest’anno non fanno parte della squadra A. Atlete di alto livello come De Martin, Vuerich, Roncari e Agreiter. Se ci aggiungiamo anche i tanti aggregati, saremo una quindicina quando siamo al completo».
Quali sono i tuoi obiettivi in vista della prossima stagione?
«Innanzitutto voglio iniziare subito bene in Coppa Italia, importante per essere poi convocato in Coppa Europa e successivamente in Coppa del Mondo. È un anno importante, perché ci sono anche i Giochi Olimpici e ovviamente ho in testa di provarci. Prima però partiamo dal basso per poi arrivare in alto, facendo un passo alla volta. Il pensiero olimpico c’è, voglio dare il massimo perché ho le potenzialità per arrivare a un certo livello, così come i miei compagni di squadra».
Ti sei arruolato nel corso dell’ultima stagione.
«Si, lo scorso novembre. È stata veramente una fortuna per me, perché avevo deciso che sarebbe stata la mia ultima occasione e alla fine della stagione avrei smesso se non fosse arrivato un arruolamento. Anche perché ero abbastanza al limite con l’età e le possibilità erano sempre più risicate. L’ho voluto e cercato fortemente questo traguardo, i risultati ottenuti negli ultimi anni mi hanno dato una mano per raggiungerlo».
L’arruolamento ti dà ora la possibilità di dedicarti anima e corpo al fondo.
«Mi libera anche dal pensiero e la preoccupazione circa il mio futuro, i dubbi che avevo sulla mia carriera. Ora posso concentrarmi al cento per cento su allenamento e sport, perché in precedenza la testa era impegnata anche su altro. Farò come lavoro quello che più mi piace».
Come giudichi la tua ultima stagione?
«È stata positiva per l’arruolamento, ma anche difficile. Questo perché essendo stato arruolato nei primi di novembre, sono dovuto andare a Roma per fare tre mesi di corso, fino al giuramento di febbraio. Così ero tutta la settimana a Roma, senza la possibilità di fare un allenamento diverso da corsa e palestra, salendo soltanto per le gare. Nonostante tutto, a fine stagione, quando ho ripreso gli allenamenti a pieno regime, ho fatto delle buone gare in Coppa Italia e mi sono qualificato per la Coppa Europa, facendo bene anche lì».
Torniamo indietro nel tempo: come hai iniziato a fare sci di fondo?
«La passione per il fondo è nata quando avevo dieci anni. Insieme a un gruppo di amici della mia Tesero, con i quali sono cresciuto nello sport e nella vita, abbiamo iniziato a fare fondo entrando nell’Unione Sportiva Cornacci. All’inizio non ero un gran fenomeno, ma con il tempo ho prima raggiunto i miei amici e successivamente li ho anche superati».
Sin da piccolo avrai visto tanti campioni gareggiare vicino casa tua?
«Già quando ero molto piccolo, la scuola mi portava spesso a vedere queste gare. Ho avuto l’occasione di vedere dal vivo tanti campioni tra Coppa del Mondo e Mondiali, così la passione è cresciuta e ogni anno, se ho la possibilità, vado ancora a seguire il Tour de Ski sulle nevi di casa, perché è bello vedere i più forti».
Sarebbe bello per te, fiemmese doc, gareggiare un giorno sulle nevi di casa.
«Punto ad arrivarci, perché voglio gareggiare con i più forti davanti alla mia gente. Sarebbe bellissimo partecipare al Tour de Ski e portarlo al termine già quest’anno, perché è una gara fuori dal comune, unica».
Secondo te, cosa ti manca per entrare a fare parte con continuità della Coppa del Mondo?
«Mi manca sicuramente qualcosa dal punto di vista tecnico. Ho tanta voglia di fare, ma ho bisogno di un allenamento più specifico e mirato sulla mia tecnica. Ci sto lavorando grazie all’allenatore del CS Carabinieri, Tullio Grandelis, per crescere tecnicamente e anche fisicamente, perché ho grande resistenza, ma mi manca potenza».
Qual è il tuo format di gara preferito?
«La 15km in tecnica libera, anche se nell’ultima stagione sono andato molto bene in classico, una cosa che mi ha stupito».
Da fiemmese ti piacerebbe un giorno partecipare alla Marcialonga?
«Certamente, perché secondo me chi abita qui deve farla per forza. Non puoi dirti un fiemmese doc se almeno una volta nella vita non hai gareggiato alla Marcialonga. Ho fatto una volta quella corta, ma prima o poi voglio provare anche quella classica sia da professionista sia in futuro da amatore. È una gara che al mondo ci invidiano tutti. Inoltre, un giorno vorrei partecipare anche alla Vasaloppet, un’altra competizione storica del fondo. Per farle senza sfigurare dovrò lavorare molto sulla tecnica classica».
Chi è il tuo fondista preferito?
«Mi piacciono diversi atleti, anche se il migliore è secondo me Northug. Mi piace il suo modo di fare, ha un carisma unico, oltre a essere un atleta fortissimo. È bello vedere le gare quando c’è lui, se è assente non è la stessa cosa, non c’è show. Ha un carattere particolare e questo ti tiene incollato davanti alla tv, chiedendoti cosa succederà. Quando è in forma fa delle cose spaziali, ha momenti di crisi come tutti, ma sa preparare i grandi eventi come nessuno».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Non ho un vero e proprio sogno, più la speranza di proseguire il più possibile con la mia carriera da professionista. Spero, poi, di partecipare a competizioni di alto livello come Mondiali e Olimpiadi, ottenendo risultati di rilievo».
Infine c’è qualcuno in particolare che vuoi ringraziare per essere arrivato dove sei ora?
«Ringrazio tantissimo il Centro Sportivo Carabinieri, che mi ha dato la possibilità di trasformare la mia passione per questo sport in un lavoro. A questo aggiungo la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto nelle scelte».