Per salire sul podio in ogni gara italiana di fondo, oltre che con Giorgio Di Centa, tutti i fondisti italiani devono fare i conti anche con Fabio Pasini, che a 36 anni è sempre molto competitivo e in corsa per le posizioni di vertice. L’ha dimostrato anche quest’anno, vincendo il bronzo nella 50km di Santa Caterina Valfurva, che ha chiuso la stagione del fondo italiano. Fratello di Renato, oro mondiale nel 2007, con cui è anche salito sul podio in una team sprint di Coppa del Mondo, oltre al fondo è anche un grande appassionato di sci alpinismo, come dimostra il suo decimo posto al Trofeo Mezzalama. Di tutto questo e tanto altro, abbiamo parlato con lui in questa lunga intervista.
Ciao Fabio, la stagione si è conclusa con il bellissimo podio ottenuto al Campionato Italiano.
«Sono rimasto un po’ sorpreso, perché pensavo di essere stanco al termine di una stagione lunga, invece ho ottenuto un bel risultato al Campionato Italiano, salendo sul podio sia in staffetta sia nella 50km individuale. Farlo a 36 anni è una soddisfazione ancora maggiore. La stagione è stata positiva, è iniziata bene, ho corso libero da qualsiasi pressione e i risultati sono arrivati. Sono anche riuscito a qualificarmi per la Coppa del Mondo, dove sono però andato male. Una cosa è certa: mi piace far fatica, mi diverto e il fisico regge ancora».
In stagione è arrivato anche il titolo italiano nella team sprint in coppia con Rastelli.
«Lo scorso anno eravamo caduti, quindi sono stato particolarmente contento per questa medaglia d’oro conquistata, anche se è arrivata dopo la squalifica della coppia Nöckler-Pellegrino, che a causa di una caduta non sono riusciti a toccarsi in un cambio. Ho vinto tre medaglie agli Italiani, anche in Coppa Italia sono sempre stato tra i primi tre o quattro. Insomma, è stata una stagione ricca di soddisfazioni».
Hai preso parte a poche gare di Coppa Europa, come mai?
«Potevo parteciparvi, in alcune occasioni sono andato, ma ho preferito lasciar perdere, perché è un circuito per giovani ed è giusto lasciare spazio a loro. Mi sono dedicato anche alle gare di sci alpinismo, che è la mia seconda passione».
Ti abbiamo visto splendido protagonista anche al Trofeo Mezzalama.
«Al termine della stagione del fondo, ho partecipato a tre gare di sci alpinismo. Ho chiuso al terzo posto a Bergamo, poi secondo al Trofeo Parravicini, quindi decimo al Trofeo Mezzalama. Me la cavo bene, anche se non ho un fisico molto adatto a questo sport, perché sono molto robusto e questo mi fa fare più fatica. Però mi piace sin da quando sono piccolo e a fine stagione mi dedico anche a questo».
Il prossimo anno ci saranno le Olimpiadi di PyeongChang: proverai a qualificarti?
«Come ho fatto nella stagione appena conclusa, partirò nuovamente senza pormi particolari obiettivi. Se corro, lo faccio per fare bene, quindi farò tutto il possibile per ottenere ottimi risultati, come fatto anche nell’ultima stagione, quando mi sono anche qualificato per la Coppa del Mondo. Se capiterà l’occasione di ottenere la qualificazione olimpica, ci proverò, ma non parto certo con questo obiettivo, sono consapevole che sarà difficile, anche se farò tutto quello che mi è possibile. Sono comunque già contento per quanto fatto nella mia carriera, visto che ho già partecipato a due Olimpiadi».
Dove trovi, ogni anno, gli stimoli per riprendere la preparazione e fare tanta fatica?
«Se me lo chiedi adesso, sono anch’io titubante a farlo (ride ndr), ma già so che tra un mese mi verrà voglia, perché il fondo è il mio sport, la mia vita, mi piace fare fatica e continuerò a farlo finché il fisico reggerà. Sicuramente qualche gara e gli allenamenti li farò anche quando smetterò».
Il momento dell’addio è ancora lontano?
«In realtà non ho nemmeno deciso al cento per cento cosa farò il prossimo anno. Prima parlerò con l’Esercito, anche se la voglia c’è e l’intenzione è quella di continuare. Il fisico dovrà continuare a reggere, perché ho un piccolo problema alla schiena, ma gestendomi bene riesco ad allenarmi nel migliore dei modi».
Ti senti un punto di riferimento nella squadra del CS Esercito?
«Per me è una bella soddisfazione poter trasmettere qualcosa agli atleti più giovani. Al Centro Sportivo Esercito abbiamo un bel gruppo di atleti, siamo molto uniti anche con lo staff tecnico. Io, essendo più esperto rispetto ad altri, cerco di fare un po’ da traino nel corso degli allenamenti. Devo molto all’Esercito, perché mi permette di allenarmi e disputare gare con tranquillità, anche se non sono più un atleta della nazionale».
Hai pensato a cosa farai il giorno in cui deciderai di smettere?
«Ho già avuto alcune proposte da skiman, mentre per il momento non sono ancora né allenatore né maestro di sci. Vedremo cosa fare, sicuramente mi piacerebbe restare in questo ambiente e anche lavorare con i materiali non mi dispiacerebbe. Vediamo».
Torniamo inidietro nel tempo: come hai iniziato a fare fondo?
«Mio papà ha sempre sciato, sono nato in una località, Gromo, con uno storico sci club e avevo davanti a me degli esempi importanti come mio fratello Renato e Fabio Santus. Con papà, da piccolo, facevo sia fondo sia sci alpinismo e corsa in montagna. Ho iniziato, però, facendo discesa, poi sono passato allo sci di fondo già grandicello, tanto da cominciare direttamente dalla categoria “Ragazzi”, seguendo così le orme di mio fratello. Da lì è iniziato tutto, fino all’ingresso al CS Esercito».
Che effetto ti ha fatto gareggiare in Coppa del Mondo con tuo fratello?
«È stato bello poter condividere con lui tantissimi podi, salendoci anche insieme nella team sprint preolimpica di Vancouver. Ci allenavamo sempre insieme. Quando vinse l’oro mondiale in coppia con “Zorro” Zorzi, fu una grandissima soddisfazione».
Hai esordito in Coppa del Mondo ad Asiago nel 2001.
«Si, esordii nella sprint di Asiago. Per me fu emozionante, perché ero felice e onorato di poter gareggiare in Coppa del Mondo. Non mi sono mai ritenuto un fuoriclasse da giovane, ma mi sono sempre allenato con impegno per migliorarmi e ho raccolto tante soddisfazioni. Ho sempre sognato le Olimpiadi e sono riuscito a parteciparvi due volte. Ho realizzato tutti i sogni e gli obiettivi che mi ero posto, dimostrando che con lavoro e costanza si possono ottenere risultati».
Qual è stato, fino a oggi, il momento più bello della mia carriera?
«Sicuramente il mio unico podio individuale in Coppa del Mondo nella sprint in tecnica libera di Dusseldorf nel dicembre 2008. Poi, ovviamente, un’altra grande soddisfazione è rappresentata dal secondo posto ottenuto insieme a mio fratello nella team sprint di Vancouver. Due fratelli insieme sul podio non si vedono tutti i giorni».
In squadra con te nel Centro Sportivo Esercito ci sono Francesco De Fabiani e Maicol Rastelli, che hanno vissuto una stagione difficile.
«Sono molto amico di entrambi, due atleti fortissimi che hanno avuto problemi nell’ultima stagione. Sono cose che nella carriera di un atleta capitano. Francesco aveva tante aspettative e sicuramente per lui è stato un anno difficile. Secondo me quest’annata gli farà bene, ne uscirà più forte di prima, perché è un ragazzo di carattere, un predestinato. Sono sicuro che il prossimo anno tornerà ai suoi livelli e si esprimerà al meglio, uscirà fuori tutta la sua qualità, perché è il futuro del fondo. Anche Maicol ha delle grandi doti, deve soltanto trovare continuità e convinzione. A entrambi dico che il lavoro paga, quindi devono continuare a farlo con impegno e fiducia per esprimersi al massimo delle loro possibilità».