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Biathlon

Andreas Plaickner ha le idee chiare: “Voglio migliorare sugli sci e partecipare alle Olimpiadi”

Ha concluso la stagione nel modo migliore, vincendo la medaglia di bronzo nella sprint valevole per i Campionati Italiani Assoluti, alle spalle di grandi atleti come Hofer e Dominik Windisch. Andreas Plaickner ha dimostrato di avere grandi qualità, soprattutto al poligono, ed è molto motivato a crescere sugli sci, per poter finalmente fare il suo esordio in Coppa del Mondo. Dei suoi obiettivi ha parlato in questa intervista, nella quale abbiamo scoperto un ragazzo molto simpatico e intelligente, ma soprattutto molto determinato, capace di porre piuttosto in alto l’asticella. Conosciamo meglio il ventitreenne altoatesino, cugino di Dominik Windisch.
Ciao Andreas. La tua stagione è terminata con un bel risultato, la medaglia di bronzo nella sprint valida per i campionati italiani.
«Ho concluso veramente bene con il terzo posto agli Italiani, peccato che non sia riuscito ad avere questo stato di forma per tutta la stagione. Comunque sono veramente contento per quella prestazione, ma anche nella mass start del giorno prima ero messo bene, peccato abbia però tutto sbagliando tre colpi nell’ultima serie».
Sei riuscito ad arrivare anche davanti ad atleti che fanno la Coppa del Mondo; questo risultato ti mette maggior fiducia in vista della prossima stagione?
«Certamente, ma anche maggiori motivazioni, perché ho visto che riesco a stare davanti ad atleti di Coppa del Mondo e sono riuscito a dimostrare a me stesso di avere le qualità per gareggiare in quella competizione. Non è una cosa da poco terminare davanti a due atleti che quest’anno sono riusciti anche ad andare a punti in Coppa del Mondo. Una bella iniezione di fiducia per la prossima stagione, che si somma alle motivazioni che già avevo, visto che il prossimo sarà l’anno olimpico».

Insomma punti molto in alto: non soltanto a esordire in Coppa del Mondo, ma anche a guadagnarti un posto alle Olimpiadi.
«L’obiettivo principale e la speranza, innanzitutto, è esordire in Coppa del Mondo nella prossima stagione, ma penso anche a un posto alle Olimpiadi, che ci sono ogni quattro anni. Devo pensarci per forza, devo credere di poterci andare, perché non ci sono tante possibilità di farlo nella carriera di un atleta».

Cosa ti manca, secondo te, per riuscire a raggiungere il livello degli atleti che sono in Coppa del Mondo?
«Ho visto quest’anno che devo migliorare ancora tanto sugli sci. In alcune gare sono anche riuscito a fare un buon tempo, ma devo farlo con maggiore continuità. Ho quasi sempre perso le gare sugli sci, raramente al tiro, perché al poligono ho già un buon livello. Quindi, nei prossimi mesi, lavorerò molto per migliorare sugli sci».

Un altro tuo highlight nella stagione è stato il bel dodicesimo posto ottenuto nell’individuale di Arber in IBU Cup.
«Quella gara è andata molto bene, ho commesso un solo errore al poligono, ma anche in quell’occasione ho perso tanto sugli sci, altrimenti potevo finire molto più avanti. C’erano condizioni difficili, molto vento, e non era certo semplice concludere la gara con un solo errore, come ho fatto io. Quel risultato mi ha messo tanta fiducia, perché mi ha dimostrato quanto posso fare bene al poligono, ma devo crescere sugli sci, dove in gara non riesco a ripetere il livello che ho mostrato più volte in allenamento. C’è tanto da lavorare».

Com’è nata la tua passione per il biathlon?
«Abitavo molto vicino ad Anterselva, dove ogni anno si disputa la Coppa del Mondo. Sono cresciuto andando sempre lì e ho visto vincere tanti campioni, che mi hanno fatto appassionare a questo sport. Ho iniziato presto a sciare e sparare, perché il tiro mi piaceva tanto. Con il tempo quello che per me era un gioco si è trasformato in una grande passione e ora sono contento sia un lavoro. Quando sono stato arruolato è stato l’avverarsi di un sogno e ringrazierò sempre la Finanza per avermi dato la possibilità di fare questo lavoro».

Nonostante questo, hai deciso di proseguire gli studi.
«Frequento l’Università in Germania, ho scelto la facoltà di Financial Management. Non è molto facile combinare sport e studio, bisogna organizzarsi bene la giornata, perché devi trovare le energie per allenarti e studiare. Però, se hai voglia, riesci a fare tutto. Quando frequentavo la scuola, devo ammetterlo, non mi piaceva tanto studiare, ora invece l’apprezzo, è quasi rilassante, perché sono tranquillo, seduto sul divano a leggere e imparare. Le due cose si combinano bene: quando mi alleno, sono all’aria aperta, chiedendo sempre il cento per cento al mio fisico; lo studio, invece, mi permette di stare a casa, riposare il corpo e imparare».
    
Chi è il tuo atleta preferito?
«Mio cugino, Dominik Windisch. Ci conosciamo da quando siamo piccoli e ho sempre apprezzato il suo atteggiamento, il modo in cui affronta le gare: è sempre felice, anche quando la competizione è dura, oppure  la gara è andata male. Ha la capacità di essere sempre sereno e tranquillo».

Ti ha mai dato consigli?
«Quando ci troviamo, parliamo un po’, anche perché ogni volta gli chiedo tanti consigli e lui me li dà sempre. Sono fortunato ad avere un rapporto così personale con un grande campione come lui». 

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Quello di ogni sportivo è vincere una medaglia importante e questo è quello che ti spinge ogni giorno ad andare fuori ad allenarti. So che è molto difficile riuscirci, perché tanti ci provano e il livello è altissimo. Io ci spero»

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