Ha vinto il suo secondo Mezzalama consecutivo, bissando il successo ottenuto nel 2015, sempre insieme a Damiano Lenzi e Matteo Eydallin. È un Michele Boscacci molto soddisfatto e felice quello che abbiamo incontrato al termine della gara.
Ciao Michele e complimenti per la vittoria. Il successo nel Mezzalama ha sempre un sapore particolare per voi atleti.
«Senza dubbio è una gara a cui tutti teniamo moltissimo, perché è una competizione storica e importante, soprattutto per il Centro Sportivo Esercito, che ha sede a Courmayeur, e noi che ne facciamo parte sentiamo quindi in modo particolare questa gara».
Avete dovuto lottare moltissimo per ottenere il successo.
«Si, abbiamo trovato una squadra avversaria fortissima, formata dagli svizzeri e Killian Burgada, che è andata molto forte. Dopo la prima ora di gara erano anche in testa e abbiamo dovuto inseguirli per un po’, quindi all’ultima salita abbiamo scollinato assieme e in discesa siamo andati all’attacco, prima con la corda e poi da slegati siamo riusciti a prenderci un buon margine. È stata una soddisfazione più grande per noi, proprio perché è stata una gara molto combattuta e il pubblico ha visto una bella bagarre e si è divertito. Certo è stata una gara molto faticosa, soprattutto per me, ma ho cercato di tenere duro e il sacrificio è stato ripagato a pieno».
Com’è stato gareggiare con i due atleti forse più in forma della stagione?
«Non è la prima volta che ci troviamo assieme, ma quest’anno loro erano gli atleti più forti del circuito, soprattutto nelle gare lunghe, anche se Damiano è andato molto bene anche in quelle corte. Diciamo che mi sentivo un bel peso addosso, non volevo frenarli (ride ndr). Quando ti devi confrontare con persone che quest’anno sono più forti di te, ti senti in dovere di non sfigurare, ho cercato di tenere duro ed è andata bene così».
In gara c’era anche tuo papà, che ha concluso al 14° posto della classifica generale. Ti ha fatto piacere?
«Certamente. Anche papà è andato bene, lui questa la gara l’ha vinta nel 2001 ed oggi è tornato a gareggiare. Mi ha fatto veramente piacere, perché anche lui era qui sotto al podio per festeggiarmi. Per un figlio è bello vivere questo momento con il proprio padre, ma credo che lo sia ancora più per lui vedere il figlio vincere la stessa gara sedici anni dopo. Non posso sapere cosa si prova, ma credo sia un’emozione bellissima».