Ha appena concluso la sua prima stagione da senior, dopo aver vinto tanto da giovane. Paolo Ventura è stato uno degli elementi di punta del settore giovanile italiano in questi anni, vincendo ben tre titoli italiani, tanto da guadagnarsi l’arruolamento nel CS Esercito. L’ultimo è stato per lui un anno segnato da qualche problema di salute di troppo, ma nella 50km di Santa Caterina è stato il miglior Under 23, tagliando il traguardo in decima posizione e confermandosi atleta da distance, come il suo fondista preferito, quello Johan Olsson, che ha appena appeso gli sci al chiodo. Nato a Tesero, cresciuto a pane e sci di fondo, come tanti giovani della Val di Fiemme, Ventura ha visto per anni tanti campioni sfidarsi a pochi metri da casa sua e ora sogna di infilarsi la tuta della nazionale, mettersi gli sci e gareggiare davanti alla sua gente.
Ciao Paolo. Com’è stata la tua prima stagione da senior?
«Sono stato contento per come sono andate le prime gare della stagione, sapevo che non sarebbe stato facile salire di categoria, ma mi sono trovato molto bene con i miei compagni già durante gli allenamenti e le prime prestazioni sono state positive. Purtroppo intorno a metà stagione mi sono ammalato, ho saltato la trasferta di Planica e fatto fatica per un po’, poi nel finale di stagione ho recuperato e ho concluso bene».
Quali sono le principali differenze, avversari a parte, nel passaggio da junior a senior?
«Principalmente le distanze, perché ci sono gare più lunghe, e anche l’allenamento è un po’ più pesante, si fanno carichi maggiori».
Per quanto riguarda le gare italiane sei soddisfatto?
«Si, sono andate bene, rispettando quelle che erano le mie aspettative. A parte i Campionati Italiani in Val Gares, dove abbiamo avuto un problema un po’ particolare».
Quale?
«Avevo partecipato ai Mondiali Giovanili negli USA e gli sci non sono arrivati in tempo. Purtroppo una nevicata ha bloccato l’aereo che partiva da Park City e atterrava in Italia via Los Angeles. Alla fine mi hanno dovuto prestare degli sci per gareggiare».
Com’è stata questa esperienza mondiale negli USA?
«Rispetto a quella in Romania è stata tutta un’altra cosa, perché le piste erano favolose e anche il posto era fantastico. È stato bellissimo gareggiare sulle piste olimpiche, anche se io ho partecipato soltanto alla prova di skiathlon. L’impatto con gli avversari è stato un po’ complicato, perché sono subito partiti a tutta, tanto che noi italiani ci siamo trovati un po’ indietro».
Qual è stata la gara che ti ha dato maggiore soddisfazione in questa stagione?
«La 50km di Santa Caterina valevole per i campionati italiani, perché in una gara così dura non pensavo di andare tanto bene. Sono rimasto dietro ai primi, ho cambiato subito gli sci e il secondo paio erano molto buoni. Sono stato contento di fare tanto bene in una gara nella quale erano presenti molti nazionali».
Sei un fondista da gare distance.
«Si, le ho sempre preferite alle sprint, già da junior andavo meglio nelle gare a lunga distanza».
Quest’anno hai gareggiato nella 42km in Val Casies: parteciperai un giorno alla Marcialonga?
«Mi piacerebbe moltissimo. Già quest’anno avrei voluto farla, ma sono andato negli USA per il Mondiale Giovanile ed è stato, quindi, meglio così. Ma sicuramente, prima o poi, parteciperò».
Puoi raccontarci come hai iniziato?
«Diciamo che sono cresciuto a pane e sci di fondo, anche se i miei genitori non sono degli appassionati. Da bambino ho visto che c’erano dei corsi per i più piccoli, mi sono incuriosito e ho deciso di partecipare. Mi è subito piaciuto e non ho più smesso, partendo dai Cuccioli con l’Unione Sportiva Cornacci di Tesero, poi sono entrato nel Comitato Trentino, quindi aggregato in Finanza, con cui ho vinto tre ori giovanili, infine sono stato arruolato dal Centro Sportivo Esercito».
Cosa pensavi quando andavi a vedere le gare di Coppa del Mondo o i Mondiali a Lago di Tesero?
«Mi faceva uno strano effetto, perché iniziavo a pensare e fantasticare sulla possibilità di partecipare anch’io un giorno. Poi mi guardavo gli atleti, li vedevo ai Mondiali del 2013 e me li studiavo, cercavo di prendere spunto da loro».
Quindi uno dei tuoi sogni è quello di essere anche tu protagonista sulle nevi della Val di Fiemme.
«Certamente, mi piacerebbe tantissimo fare il Tour de Ski e gareggiare nelle ultime due tappe, quelle per me casalinghe, davanti al pubblico di casa, amici e parenti».
È questo il sogno nel cassetto?
«In parte, perché quello più grande è partecipare alle Olimpiadi. Non so dove o quando, ma mi piacerebbe esserci».
Molti tuoi compagni hanno già esordito in Coppa del Mondo; speri possa arrivare presto anche il tuo momento?
«Spero di avere una possibilità, magari più in una gara distance che una sprint. Quest’anno non ho avuto l’occasione, spero di riceverla presto».
C’è un fondista che stimi in modo particolare?
«Mi piace Olsson (l’intervista è stata fatta precedentemente all’annuncio del ritiro da parte dell’atleta svedese ndr). Mi ha stupito quando ha vinto la 50km ai Mondiali proprio qui in Val di Fiemme. Il suo modo di affrontare quella gara fu straordinario, un’impresa che non ho dimenticato».
Cosa hai provato nel momento in cui sei entrato nel CS Esercito?
«Per me è stata una grande soddisfazione. Avevo vinto tante medaglie a livello giovanile e speravo quindi di entrare. Sapevo di avere buone speranze, quando ero partito per Roma, anche se eravamo in dodici per appena due posti. Sono felice sia andata bene, anche perché ho trovato proprio un bel gruppo».
È stato difficile conciliare sport e scuola?
«Ho fatto un po’ di fatica, soprattutto perché era pesante studiare la sera, oppure tornare a scuola dopo le gare. Però ho avuto la fortuna di frequentare Ragioneria a Predazzo, quindi ad appena un quarto d’ora da casa mia. Facevo in tempo a tornare a casa e poi subito ad allenarmi, visto che le piste sono dietro casa».
Un’ultima domanda: quali sono le tue aspettative in vista della prossima stagione?
«Spero di fare un bel salto di qualità. So che abbiamo lavorato bene lo scorso anno e spero di essere ancora in squadra B per allenarmi di nuovo con gli altri compagni. Il mio obiettivo è ovviamente di migliorare ancora, soprattutto nelle sprint, perché sono fondamentali nei minitour. Se prendi distacco nelle gare più corte, poi si complica tutto».