Mentre lo Sci Alpino, dopo il “flop” dei mondiale, chiude la stagione con il “botto” nelle gare finali di Coppa del Mondo (Aspen), i vari settori dello sci nordico continuano a balbettare, il fondo in particolare. Non fosse stato per la grande vena di Federico Pellegrino, dai Mondiali di Lahti saremmo tornati a mani vuote. Francamente non saprei a chi attribuire le colpe, a tutti ed a nessuno. Non conosco i tecnici che hanno ora le responsabilità di questo settore, penso però che siano persone professionalmente preparate (Pertile ?), con tanta voglia di dare il meglio di loro stessi, per arrivare ad ottenere risultati soddisfacenti.
Sono tempi in cui entrare nei top-ten rappresenta già un risultato altisonante, il chè non è altro che ritornare ai tempi pre-Nones. Forse da Albertville in avanti ci eravamo abituati male, cosicchè non salire sul podio era considerata una specie di debacle. Di certo i campioni non nascono come i funghi e fra una generazione e l’altra passano tanti anni. Non basta, le valli alpine ed appenniniche si spopolano, in molti paesi vengono chiuse anche le scuole primarie, cosicchè il tempo che si trascorre in corriera o sugli scuolabus, non può essere destinato agli allenamenti.
Ho fatto il responsabile del fondo del Comitato Regionale FVG, dall’80 all’88, tempi in cui nelle gare riservate ai cuccioli-ragazzi-allieve, si registravano fra i 180 ed i 200 iscritti, attualmente questi numeri sono praticamente dimezzati, perciò anche la selezione perde mordente, poiché è proprio dal confronto che nasce l’agonismo. Forse sarebbe opportuno coinvolgere i “cittadini”, non so però con quali risultati, ed una rondine non fa primavera. Nel periodo citato (80-88), i miei ragazzi passavano come rulli compressori in tutte le latitudini, ma erano i tempi dei Di Centa, dei Fauner, dei Sartor dei Piller Cottrer, dei Del Fabbro, dei Paruzzi e delle Baron, ed altri ancora, ed al timone dello staf tecnico c’era un certo Eliseo Sartor, il chè e tutto dire.
Non a caso, la staffetta dei Mondiali Junior di Asiago, che conquistò la Medaglia bronzo, era formata interamente da atleti del Carnico-Giuliano, scusate, del FVG. Noto però che forse siamo alla vigilia di una nuova primavera, poichè stanno spuntando degli elementi di sicuro interesse, ne cito alcuni: Cristina Pittin – Luca Del Fabbro – Martin Cora- dazzi, Davide Graz, non sono tanti da poter mettere assieme una staffetta onteramente targata FVG, in questi tempi lo considero già un mezzo miracolo. Vedo bene anche il biathlon e la combinata nordica, mentre stenta di più il Salto Speciale, settore quest’ultimo dove la fucina del Lussari non sforna più atleti di rango come ai tempi dei Bazzana, dei Ceccon e dei Pinzani, lo stesso Colloredo ha ormai palesato tutti i suoi limiti.
Tutto ciò premesso, ritengo indispensabile maggiori finanziamenti, che dovrebbero arrivare innazitutto dal CONI e quindi dagli sponsor, ma se la RAI non dedica maggior tempo a queste discipline, come fanno le TV tedesche ed austriache (spesso, se non sempre, non si trovano i risultati delle gare neppure su televideo) penso sia difficile trovare sponsor di spessore. Un appunto devo fare anche al Presidente Roda, (raramente lo vediamo inquadrato dalle telecamere ed ancor meno intervistato), Una sua presenza a Lahti forse poteva essere di stimolo ed incoraggiamento ai nostri atleti, non vorrei che si sentissero considerati dei figliastri!
L’opinione di Tita De Stalis: “Quale futuro per le discipline nordiche?”
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