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Sci di fondo

Conosciamo la promessa trentina Simone Daprà: “Passo a senior consapevole delle mie capacità”

Sta dominando la Coppa Italia ed è terzo nella classifica generale della Coppa Europa Junior. Simone Daprà sta vivendo una stagione molto positiva, nella quale ha confermato quelle che erano le aspettative di chi lo segue da tempo e ha indicato in lui una delle grandi promesse del fondo italiano. Nato a Panchià, vicino al Lago di Tesero, come tanti ragazzi della zona è cresciuto vedendo grandi campioni sfidarsi in Val di Fiemme nei Mondiali o nel Tour de Ski, sognando un giorno di essere protagonista su quelle nevi. A pochi giorni dalle tre gare di Seefeld che chiuderanno la Coppa Europa, l’abbiamo intervistato, scoprendo un ragazzo che ha una grande consapevolezza dei propri mezzi.

Ciao Simone. Manca poco al termine della stagione: sei soddisfatto per come stanno andando le cose?
«Si, la stagione sta andando molto bene, meglio del previsto. Nelle gare di Coppa Italia a cui ho preso parte, sono sempre arrivato primo o secondo (4 vittorie e 3 secondi post ndr); in Coppa Europa sono terzo nella classifica generale, ho ottenuto molti piazzamenti e diversi podi; anche il Mondiale Juniores è andato bene con due piazzamenti tra i primi otto».

Nel fine settimana, a Seefeld, si chiuderà la Coppa Europa: con quale obiettivo parti per l’Austria?

«Innanzitutto voglio difendere il terzo posto, perché il quarto in classifica mi è dietro per poco più di cento punti e in tre gare può sempre accadere di tutto. Cerco sempre la prima vittoria e il prologo di 3,3 km si adatta bene alle mie caratteristiche. I primi due in classifica? Brugger al momento è quasi imbattibile, quando ha partecipato, ha sempre vinto o è arrivato secondo, mentre Collet è meno costante, ma anch’egli fortissimo».

Qual è la tua gara preferita?
«Quella che prediligo è la 10km in tecnica classica, ma quest’anno mi sono sorpreso anch’io per come sono andato nelle gare sprint. Sono campione italiano sia in skating sia in classico, vado bene in sprint e nella distance. Oggi quindi non c’è un format nel quale sono più forte rispetto agli altri».

Ti ritieni quindi un fondista polivalente?
«Si, ed è una cosa positiva, perché se sei polivalente hai più chance di ottenere dei buoni risultati, avendo un numero più alto di gare nelle quali metterti in gioco. Se vuoi vincere il Tour de Ski, per esempio, devi essere polivalente, perché se già ti manca lo sprint sei limitato».     

Dal 30 gennaio al 5 febbraio scorso hai partecipato ai Mondiali Giovanili. Come sono andate le cose negli Stati Uniti?
«Sicuramente è stata una bellissima esperienza, più bella rispetto a quella dell’anno precedente a Rasnov. Sono stato molto bene con tutto il team italiano, dai compagni agli allenatori. Sono doppiamente contento per i risultati che ho conseguito e per essere riuscito a disputare tutte le gare. Infatti, visto che ero andato bene nelle prime gare, gli allenatori hanno deciso di farmi fare anche quelle successive».

Rispetto alla Coppa Europa hai avuto l’occasione di affrontare anche russi, scandinavi e americani. Che impressione ti hanno fatto?
«Il livello è certamente più alto rispetto alla Coppa Europa. Io, però, non mi sono dato per vinto, sono partito deciso a fare delle belle gare. La gara skiathlon è stata strepitosa, perché al traguardo sono stato il migliore tra quelli della Coppa Europa, arrivando quinto. Il livello è alto, sapevo già in partenza che lo sarebbe stato, anche se devo ammettere che i norvegesi me li aspettavo ancora più forti».

Sogni di poter presto esordire in Coppa del Mondo?

«Certo, spero il più presto possibile. Prima però dovrò affrontare al meglio la prossima stagione, perché sarà molto difficile visto che passerò da junior a senior».

Ti senti pronto per questo passaggio nei senior?
«Diciamo che ci arrivo abbastanza consapevole delle mie capacità, sapendo che non sono ancora pronto per livelli alti come quelli di Coppa del Mondo. Ci sarà tanto da lavorare e lo farò con la consapevolezza di poter fare molto bene se mi allenerò nel migliore dei modi».

Com’è nata la tua passione per il fondo?
«Questo sport fa parte della mia famiglia, tanto che fu mamma la prima persona a mettermi gli sci da fondo ai piedi. Due anni fa, poi, quando ho iniziato a ottenere dei buoni risultati a livello italiano, ho capito che il fondo poteva diventare il mio lavoro, così ce l’ho messa tutta».

Hai un atleta che stimi in modo particolare?
«Alex Harvey. Di lui mi piace la spontaneità, il modo di fare e di approcciare alle gare. Sono contento della sua vittoria nella 50km».

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Essendo nato a Panchià, vicino al Lago di Tesero, sogno di vincere l’ultima tappa del Tour de Ski sul Cermis»

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