Per parlare dell’8 marzo e del ruolo che ha oggi la donna nel mondo dello sport, ma anche negli altri ambiti della società, non potevamo che chiedere un pensiero a Gabriella Paruzzi, che oltre ad aver vinto tantissimo come atleta, diventando un esempio per tutte le giovani che oggi si avvicinano allo sci di fondo, è a capo della Commissione Femminile della FIS, che con il suo lavoro sta permettendo alle atlete degli sport invernali di ottenere numerosi diritti.
«Negli ultimi anni noi donne abbiamo ottenuto più opportunità – ha spiegato Gabriella Paruzzi – maggiori spazi, come dimostrano le tante commissioni che sono nate nelle federazioni. Attraverso queste, noi donne riusciamo a far forza sul contesto generale, portando alcune problematiche che soltanto noi viviamo, come per esempio la maternità. Con la Commissione di cui faccio parte, siamo riuscite a far cambiare alcuni articoli del regolamento internazionale, portando all’assegnazione di un accompagnatore in più per le sportive neo mamme. Come sapete, tutte le nazioni hanno un numero fisso di accompagnatori, tra allenatori e skiman, noi abbiamo modificato le regole per far si che una nazione possa avere una persona in più al seguito se all’interno della squadra c’è una mamma. Ovviamente questa figura deve essere legata alla mamma e al bambino, non deve essere, per esempio, uno skiman».
La medaglia d’oro olimpica nella 30km dei Giochi Olimpici del 2002 ha quindi aggiunto che devono essere le donne stesse a guadagnarsi il giusto spazio. «La donna deve farsi valere e farsi spazio nella società attraverso le sue capacità e le sue doti. Certo, poi deve sempre trovare vicino a sé delle persone intelligenti che sappiano darle quello che merita. Vengo da una scuola nella quale abbiamo parlato di emancipazione femminile e del ruolo della donna nella società. Con me c’erano due imprenditrici, che hanno spiegato alle ragazze presenti l’importanza del sapersi sempre mettere in gioco. Io non credo alle quote rosa sempre e comunque, perché ci sono degli ambienti dove, oggi, se una donna vale, arriva. Per me una persona deve meritarsi un determinato ruolo o una carica, non ottenerlo soltanto per l’appartenenza a un genere. Io voglio essere votata e ricevere una carica per merito e non perché donna. Questo, ovviamente, negli ambiti in cui si è già raggiunta una parità. Poi, purtroppo, ci sono dei contesti in cui se sei donna è ancora molto difficile emergere e, fino a quando le cose non cambieranno, in questi casi bisogna avere queste quote, per permettere alle donne di essere introdotte anche in questi ambienti, che non sono ancora culturalmente pronti, e dimostrare le proprie capacità. Ma è solo una questione di tempo, perché io credo nel valore delle persone e se sei valida, arrivi, a prescindere dal genere».