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Sci di fondo

Conosciamo il “Chicco Pellegrino Official Fan Club”, i tifosi del campione valdostano

Nel 2012, quando Pellegrino partecipò alla sprint che si disputò al Palazzo Sforzesco di Milano, in molti notarono la presenza di un gruppo di persone molto numeroso e rumoroso con le bandiere a sostegno di Federico Pellegrino. Si è presentato così il “Chicco Pellegrino Official Fans Club” il gruppo di tifosi del grande campione azzurro, fondato nel 2011 e arrivato oggi a 499 iscritti. Molti di loro saranno presenti anche a Lahti, dove, dopo aver già coronato il sogno di vincere la Coppa del Mondo di specialità, Federico Pellegrino andrà a caccia anche dell’alloro mondiale. Per saperne di più e dare informazione a coloro che, tra i nostri lettori, volessero appoggiare il campione azzurro iscrivendosi al suo fan club, abbiamo intervistato Stephanie Mathiou, colei che si è occupata dell’organizzazione della trasferta per i Mondiali di Lahti.

Ciao Stephanie, puoi raccontarci com’è nato il fan club a sostegno di Chicco Pellegrino?
«È nato nel 2011, quando si è saputo che Chicco avrebbe partecipato ai Mondiali. È iniziato tutto da un gruppo di quattro amici, poi con il tempo si è allargato. Oggi siamo una decina di persone a comporre il consiglio direttivo e abbiamo 499 iscritti».

Le tante vittorie conquistate da Federico hanno fatto crescere il numero degli iscritti?

«Si, eravamo già tanti, ma lo scorso anno c’è stata un’impennata dopo i grandi successi da lui ottenuti. Speriamo di vederli crescere ancora di più, significherebbe che Chicco avrà raccolto altri successi. La maggior parte degli iscritti vengono dalla nostra valle, ma ce ne sono molti pure da altre regioni di Italia e qualcuno pure all’estero».

Come ci si può iscrivere al fan club?
«Direttamente in loco, presso il foyer di Saint-Barthélemy, mentre a brevissimo dovrebbe andare online il nuovo sito di Chicco e ci sarà modo per farlo anche da lì, dal momento che chi vorrà potrà contattarci anche via mail. L’iscrizione è di 15 euro, compreso lo scalda collo di Chicco».

Avete seguito tante gare in questa stagione?    
«Abbiamo fatto delle trasferte di gruppo a Davos e La Clusaz, come da tradizione. Nella trasferta sono venuti insieme a noi anche i componenti del Fans Club Gressoney Monte Rosa. Molti di noi però si organizzano in gruppo e seguono anche altre gare. Alcuni sono andati in Val Mustair il 31 dicembre e un gruppetto era presente anche a Dobbiaco. A volte qualcuno avverte gli altri che andrà a seguire una gara, questi si uniscono e finisce che ci ritroviamo in trenta, come accaduto lo scorso anno a Planica, quando Chicco vinse la sprint e fece doppietta arrivando primo anche nella team sprint in coppia con Noeckler».   

Cosa vi spinge a viaggiare al seguito di Chicco Pellegrino?
«Parlo per me. Sono sempre stata appassionata di sci, facevamo parte dello stesso sci club e mi sono allenata con lui, siamo stati vicini di casa, tanto che andai a vederlo nella sua prima gara ad Oslo nel 2010. Quando è nato il fan club ho deciso di iscrivermi, perché lo seguivo già e andavo spesso a vedere le sue gare».

Andrete anche a Lahti?

«Si dal 22 al 27 per seguire la sprint, la prova di skiathlon e la team sprint. Siamo in 42 e il costo, gare comprese, è di 750 euro a persona. Abbiamo affittato diversi appartamenti nei pressi del campo gara per facilitare la gestione del tutto. Anche in questo caso è nato un po’ per caso, alcuni di noi avevano intenzione di andare, altri si sono uniti e così abbiamo deciso di organizzare questa bella trasferta».
State pensando di seguirlo anche in Corea del Sud il prossimo anno?
«Ci piacerebbe tanto, infatti vorremmo formare un gruppetto e andare lì. Dopo aver organizzato la trasferta di Lahti, mi concentrerò su quella coreana così non mi annoio (ride ndr)».  

Avete già fatto alcune trasferte lontano dall’Europa?

«Lo scorso anno alcuni di noi sono andati a seguire il Tour del Canada».

Il fan club si fece riconoscere per la sua passione nel 2012 a Milano.
«È probabilmente la soddisfazione più grande, perché furono organizzati cinque pullman per seguire la gara di Chicco al Castello Sforzesco di Milano, l’unica prova cittadina».

Al termine delle gare riuscite a incontrarlo?

«Certo, ci parliamo sempre. Lui non perde mai l’occasione per raggiungerci, chiacchierare un po’ sulla gara. Nonostante i tempi siano ristretti c’è sempre modo di salutarlo e fargli i complimenti».

Cosa avete provato lo scorso anno quando ha vinto la Coppa del Mondo Sprint al termine di una stagione ricca di successi?
«È stato emozionante vedere una persona che conosciamo da tanto tempo raggiungere quei risultati e ottenere certi obiettivi. Era bellissimo anche scoprire ogni giorno dei nuovi tifosi di Chicco, nuovi appassionati che si sono iscritti. È stato fantastico organizzare le trasferte e trovare tanta gente motivata nel seguirlo ovunque».

Avete fatto una bella festa al suo ritorno?
«Certo, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Nus e lo Sci Club di Saint-Barthélemy è stata organizzata una festa. Chicco è stata accolto da una vettura messa a disposizione dall’Audi ed è stato portato in piazza, intervistato, abbiamo simulato tutti gli sprint della stagione e la serata si è rivelata molto divertente. Inoltre, insieme allo sci club,s olitamente facciamo una serata di inizio stagione, nella quali presentiamo le trasferte principali che seguiremo, alla quale interviene anche Chicco. Un’altra viene fatta al termine della stagione, ovviamente con Federico sempre presente. Inoltre quest’anno si è svolto un raduno della nazionale a Saint-Barthélemy, così abbiamo passato una serata in compagnia di tutta la nazionale».

A proposito del resto della nazionale: quando seguite le gare sostenete anche gli altri azzurri?
«Certamente, tifiamo per tutti gli italiani. Chicco è quello che in qualche modo ci ha aperto la strada, ma la passione c’è sempre stata. Come ho detto prima, io ho sempre sciato e in passato ho fatto anche delle gare con Francesco De Fabiani e Greta Laurent, un motivo in più quindi per sostenerli ora che sono in nazionale. Chicco ha avuto il merito di far crescere questa passione che io e gli altri avevamo già dentro».

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