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Sci di fondo

Chenetti ammette: “Non siamo partiti come ci aspettavamo, ma ora …”

L’inizio di stagione non è stato positivo come si sperava per la nazionale italiana di fondo, che ha però dato dei segnali di rinascita a La Clusaz, in particolare con la staffetta maschile, mentre tra le donne sono arrivate le belle prestazioni di Debertolis e Stürz. Ne abbiamo parlato con l’allenatore responsabile Giuseppe Chenetti.

Buongiorno Chenetti, a La Clusaz sono arrivate delle risposte positive dalla squadra maschile, dopo un inizio molto complicato.
«Per fortuna ci sono stati alcuni segnali di ripresa. Purtroppo non siamo partiti come ci aspettavamo, immaginavamo di fare meglio, ma i risultati ottenuti nelle prime uscite non sono stati soddisfacenti. Non è stata colpa degli atleti, probabilmente si è trattato di qualcosa legato al programma di allenamento, che forse è stato un po’ pesante e gli atleti dovevano smaltirlo. Fino a pochi giorni prima dell’esordio a Kuusamo, nessuno di loro ha dato cenni di cedimento, così siamo rimasti alti come carico. I risultati sono così stati al di sotto aspettative. Abbiamo comunque mantenuto la stessa tabella fino a Lillehammer per vedere cosa succedeva, ma anche in Norvegia non si è visto nulla di straordinario, se non delle discrete gare di De Fabiani. A quel punto abbiamo fatto una settimana scarico, anche se c’era il rischio di non avere subito la giusta brillantezza. Invece a La Clusaz le cose sono cambiate. De Fabiani si sentiva ancora un po’ bloccato il sabato, ma la domenica in staffetta ha fatto delle belle cose, risultando addirittura il miglior come tempo. Anche Noeckler è andato benissimo, restando con i primi nel corso di tutta la frazione. Peccato che Pellegrino avesse un po’ di influenza, che l’ha rallentato, anche se lui addirittura avrebbe voluto partecipare anche alla gara del sabato. Anche l’ultima gara Coppa Europa ci ha confermato che gli atleti erano un po’ bloccati dal troppo lavoro, visto che finalmente Salvadori e Rastelli sono stati grandi protagonisti. Per questo motivo andiamo con grande fiducia al Tour de Ski».  

Qualcuno ha criticato la scelta di inserire Di Centa nella staffetta all’età di 44 anni.
«In questo momento non avevo altra scelta e chi polemizza non conosce le cose, perché è facile fare i direttore tecnici. Di Centa a 44 anni è ancora il più forte e da una parte dico anche purtroppo, perché significa che in questi anni non siamo ancora riusciti a trovare un pattinatore giovane. Noi aspettiamo e speriamo di trovarlo, ma per ora abbiamo provato di tutto e Di Centa è ancora davanti agli altri. Salvadori e Rastelli, sicuramente, possono rientrare nel discorso staffetta, ma a La Clusaz ho preferito non portarli, perché dovevano fare un risultato importante per far crescere il morale. Ora torneranno con maggior fiducia e si giocheranno il loro posto. Io sicuramente non faccio favoritismi e non guardo all’età: porterò in staffetta chi andrà più veloce rispetto agli altri, anche a 46 anni. Inoltre Di Centa in Francia si è comportato bene, si è dimostrato un osso duro, ha fatto la sua parte».

Al contrario tra le ragazze sono arrivati risultati di rilievo.
«Sono felicemente sorpreso per i bellissimi risultati di Ilaria Debertolis, noi sapevamo che prima o poi sarebbe sbocciata. Per il resto abbiamo ottenuto dei risultati normali, perché Vuerich e Scardoni hanno raggiunto posizioni che sono alla loro portata, anzi forse possono anche fare qualcosa in più. Una nota di merito poi per Giulia Stürz che è stata bravissima sia nella gara individuale sia nella staffetta. Ora attendiamo invece Virginia (De Martin Topranin ndr), perché ha fatto un percorso particolare e lavorato in vista del Tour de Ski. Speriamo torni ai livelli dello scorso anno».

Un pronostico: chi vincerà il Tour de Ski?
«Punto sempre su Sundby per quanto riguarda gli uomini, mentre tra le donne è più difficile, ma dico Heidi Weng per quello che ha fatto fino a oggi».

Un’ultima domanda: si aspettava il ritorno degli svedesi?
«Si, perché lo scorso anno erano completamente assenti. Certo credevo arrivasse più tardi, magari ai Mondiali, invece ci hanno subito mostrato quanta forza anno. Mi dispiace solo e non capisco per quale motivo non siano sempre presenti, saltando alcune gare, così come fanno altre nazioni: la Norvegia non ha presentato Klaebo e Northug nell’ultima uscita, mentre la Russia cambia elementi di gara in gara. Non riesco a capire perché».

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