Forse sarebbe il caso di fermarsi e sospendere la Russia per un anno, fare le giuste ricerche e chiarire ogni sospetto. Va fatto per il bene dello sport, umiliato dalle Olimpiadi di Sochi e dal doping di stato, che sta uscendo fuori dal rapporto McLaren. Ma anche per il bene degli stessi atleti, i russi che non fanno uso di doping, perché è inutile prenderci in giro: dopo quanto accaduto è difficile per tutti riuscire a vedere una vittoria di un atleta russo, chiunque esso sia, senza un pregiudizio. E anche questo non è giusto.
È di ieri infatti la notizia della sospensione da parte della FIS di sei fondisti russi, i cui nomi non sono stati resi ancora noti. Questo per le “manipolazioni sui campioni di urina prelevati durante le Olimpiadi di Sochi”. Ma non solo, anche l’IBU, federazione che organizza la Coppa del Mondo di biathlon, ha sospeso due atleti, i cui nomi non sono stati ancora resi pubblici. Una ripercussione pesante questa vicenda l’ha causata anche sui calendari, considerato che la tappa di Coppa del Mondo di fondo a Tyumen è stata cancellata. Lo stesso è stato fatto anche dall’IBU: Tyumen non potrà ospitare l’ottava tappa della Coppa del Mondo di biathlon e Ostrov invece non organizzerà i Mondiali Giovanili e Juniores.
