La nazionale italiana di fondo è tornata giovedì dal ritiro di Davos, l’ultimo prima della partenza della Coppa del Mondo, che inizierà il prossimo 26 novembre a Ruka, in Finlandia. Contattato da Fondoitalia, l’allenatore responsabile Giuseppe Chenetti ha fatto il punto della situazione a una settimana dal via.
Buongiorno Chenetti: com’è andato il ritiro di Davos?
«Bene. Abbiamo trovato delle condizioni ottimali, soprattutto considerato il periodo, perché non è semplice trovare una pista di quattro chilometri come quella di Davos. Il clima era invernale e abbiamo potuto svolgere degli ottimi test e lavori di rifinitura. Sono complessivamente soddisfatto, visto il buon livello generale della squadra. Ho visto particolarmente bene De Fabiani, che ha vinto il test per distacco, mostrando un’ottima tenuta perché le sue prestazioni sono cresciute nel corso dei giri, dove anziché calare continuava a migliorare. Ho trovato in crescita anche gli altri».
Nel corso della preparazione Federico Pellegrino ha accusato un problema muscolare: qual è la situazione?
«Purtroppo c’è da segnalare questo piccolo imprevisto dello stiramento di Pellegrino. Giovedì ha effettuato una risonanza, che ha confermato la sua guarigione completa da questo problema. Certo, sicuramente il suo stato di forma è stato un po’ condizionato da questo problema, perché ha perso tre-quattro lavori importanti che abbiamo svolto. Però ha ripreso gli allenamenti e sta già recuperando terreno. Non posso nascondere che per l’esordio di Kuusamo la sua condizione sia un grande punto di domanda, però le sensazioni sono buone. Certo, per essere competitivi alla prima gara dell’anno bisogna essere al top, ma Federico avrà altri due lavori importanti da svolgere, uno a casa in questi giorni e l’altro in Finlandia, che raggiungeremo già lunedì. Speriamo di portarlo al top proprio all’ultimo momento. Quell’infortunio non ci voleva proprio, perché stava benissimo prima di Davos, mi aveva chiamato la settimana prima per dirmi che era già in ottima forma. Ora non si sente al meglio, ma non è detto che non possa trovare già per l’esordio la sua miglior condizione».
Il resto della squadra come sta?
«Gli altri sono convinto possano fare bene, sono più fiduciosi rispetto allo scorso anno, quando alla vigilia erano più titubanti, mentre ora sono più carichi e convinti. La prima gara è sempre la più difficile, perché tutti gli atleti si presentano al massimo della condizione. Lo scorso anno a Kuusamo non facemmo male, andammo a punti con Noeckler e Pellegrino, mentre De Fabiani sfiorò il podio, perdendolo solo negli ultimi 50 metri. Quest’anno siamo ancora più fiduciosi e combattivi».
Come ha trovato le atlete della squadra femminile dopo il certosino lavoro di Costantin?
«Molto più mature, soprattutto sulla gestione della gara. Costantin ha fatto un lavoro meticoloso, è stato bravo, perché si è concentrato molto sull’insegnare alle atlete come gestire bene lo sforzo, perché dovevano lavorare molto su questo aspetto, nel quale hanno bisogno di essere guidate. Osservandole in questi giorni, ho notato che il lavoro fatto in estate ha portato degli ottimi risultati soprattutto con le atlete veloci. Ho visto molto bene la Debertolis, mentre forse Virginia De Martin non è ancora nelle migliori condizioni. Bene la Scardoni, ma soprattutto Greta Laurent, che sta lavorando moltissimo ed è l’atleta che è maggiormente migliorata nel corso dell’estate. A Kuusamo era andata bene nella passata stagione, quindi ho ottime aspettative per l’esordio. Non ci sarà invece Gaia Vuerich, perché la gara è in classico, quindi preferisce restare in patria e prepararsi per la gara successiva».
Concludendo: cosa si aspetta dalla gara di Ruka?
«Preferisco non parlare di risultati, perché farli sulla gara d’esordio è sempre un po’ azzardato. Diciamo che come minimo mi aspetto un piazzamento tra i dieci di De Fabiani e Pellegrino, un risultato medio a conferma del lavoro svolto, ma da loro può sempre arrivare qualche sorpresa in positivo. Per quanto riguarda gli altri, almeno un paio di piazzamenti a punti da Rastelli e Noeckler, mentre Salvadori deve essere lasciato crescere, ha bisogno di qualche gara per ingranare, perché ha fatto un grande lavoro in estate e incrementato i volumi. Uscirà nel corso della stagione».
Fondo, dopo Davos la carica di Chenetti: “Siamo fiduciosi e combattivi”
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