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Giorgio Brusadelli: “L’assenza della nazionale a Bobbio è un’occasione persa”

Rispetto, umiltà e disciplina premiano sempre: basta attenervisi. A dirlo, essendo questa la sua disciplina di vita, è Marco Labirio, imprenditore, titolare della Gamma, azienda di Bobbio, epicentro della valle del Trebbio. Una cittadina in provincia di Piacenza che ha ospitato in questo fine settimana due gare di skiroll: la sprint, che costituiva la penultima tappa della Coppa Italia, e il campionato italiano in salita a tecnica classica sui tornanti che, staccandosi dal Penice, portano alla frazione di Ceci. Gli ultimi titoli tricolori di una stagione iniziata sotto l’egida della FIHP, la federazione hockey e pattinaggio che per tanti anni ha “introitato” anche questa disciplina sportiva, e conclusa con la FISI, la federazione degli sport invernali dei quali lo sci a rotelle è da sempre una componente a livello FIS, la Federazione internazionale.

Per Labirio questo campionato costituiva anche il modo più pratico di festeggiare il cinquantenario di affiliazione dello sci club alla FISI, della quale, almeno a livello di Comitato Alpi Centrali, è sempre stato una delle colonne. Era il “padre nobile” capace di suggerire, senza mai farlo pesare, il percorso da seguire per il bene del Comitato e dei suoi tesserati. E lo ha fatto forte dell’esperienza maturata nello sviluppo della sua azienda, la Gamma, che produce componenti per phone e apparecchi elettrici. Nata nel 1961 come Elettroteca, che lavorava un minerale per resistenze elettriche e cresciuta con brevetti del Politecnico di Milano, Bergamo e Parma, appare oggi un fiore nel deserto. Un antidoto alla fuga dalla montagna. Lo scriveva il 10 giugno Giangiacomo Schiavi sul Corriere sottolineando quella che, per tanti anni, è stata la parola d’ordine di questo personaggio. “Resistere ai disagi di una logistica sull’Appennino emiliano che non aiuta l’impresa. Resistere alla tentazione di delocalizzare e sfruttare i vantaggi di una manodopera a basso costo. Resistere all’inerzia di un sistema che non mette il wifi come bene di pubblica utilità per poter competere a livello globale. Ha rischiato tutto, cercando di dimostrare che la passione, la qualità del prodotto, l’affidabilità dell’impresa e l’attenzione alla persona sono un fattore competitivo che bypassa ogni difficoltà. Un orgoglioso e tenace senso di appartenenza l’ha spinto a non mollare quando tutti gli altri l’hanno fatto, perché altrove le condizioni erano migliori. Ma oggi, nella crisi, il suo coraggio e la sua visione positiva sui giovani, l’innovazione, la responsabilità d’impresa, è premiata con una notizia controcorrente: nuove commesse nel mondo e l’assunzione di 50 nuovi tecnici in una cittadina che da tempo elencava solo sottrazioni: perdita del catasto, perdita della Pretura, perdita delle carceri, perdita di un ospedale multispecialistico, perdita di giovani e di occupazione”.

Complessivamente, contando i posti a tempo determinato, quasi 200 assunzioni che dimostrano la dimensione del “personaggio Marco Labirio”. Meritevole di attenzione e di rispetto sul piano imprenditoriale ma, per quello che ci riguarda, anche per ciò che ha fatto a beneficio degli sport invernali che, per lo sci di fondo, possono contare sulla struttura delle Vallette dove si è svolta la premiazione del campionato di skiroll. Meritevole di tutela come fosse l’ultimo panda, è stato invece tradito da chi, in nazionale, ha giudicato improcrastinabile un test della squadra da effettuare altrove. Hanno quindi tenuto lontani da Bobbio gli atleti che da questo personaggio avrebbero
avuto tanto da imparare: dal profilo pratico a quello psicologico della” resistenza” sopra indicata, che dal mondo del lavoro può essere tranquillamente trasferita a quello sportivo. E, nel contempo, prendere contatto con un ambiente che, in futuro, potrebbe essere un luogo ideale per qualche raduno. Occasione persa: speriamo sia l’ultima.

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