Al termine della conferenza stampa di presentazione della nuova stagione, che si è svolta martedì a Milano, abbiamo avuto l’occasione di intervistare il Presidente della FISI, Flavio Roda, che ha gentilmente risposto alle nostre domande, cercando di chiarire e affrontare diversi argomenti, che sono a cuore non soltanto ad appassionati e tifosi, ma anche a comitati e sci club, la cosiddetta “base”.
Buongiorno Presidente Roda e grazie per il tempo che ci sta concedendo. L’ultima stagione le ha regalato molte soddisfazioni, non soltanto per i risultati che sono arrivati dagli atleti, ma anche per l’assegnazione dei mondiali di Anterselva e Cortina. Immagino sia soddisfatto.
«Sicuramente, perché sono arrivati dei risultati molto importanti, soprattutto in quelle discipline che qualcuno dava già per morte, come lo sci di fondo, nel quale non abbiamo soltanto un fantastico Pellegrino con i suoi grandi risultati, perché dietro di lui ci sono altri atleti veramente forti. Per esempio abbiamo De Fabiani, che è uno dei migliori giovani al mondo. Anche nell’attività giovanile, poi, si sta facendo un grande lavoro. Per quanto riguarda l’assegnazione dei due mondiali, non è da tutti raggiungere un traguardo del genere. Questi hanno coronato anche il nostro importante impegno a livello internazionale. Soprattutto per quanto riguarda Cortina, siamo riusciti ad arrivare a una candidatura unica, non ripetendo gli errori fatti in passato. Su Anterselva c’è poco da dire, è stato un grande successo, perché ha vinto addirittura alla prima votazione, sostenuta da più paesi rispetto a quanto ci aspettassimo».
La possibilità di ospitare questi due mondiali porterà dei nuovi introiti nelle casse della FISI?
«Certamente. Come previsto nell’accordo sui diritti televisivi, dal Mondiale di Cortina la FISI percepirà una piccola percentuale degli stessi, che porterà nelle nostre casse circa 700 mila euro l’anno nei prossimi cinque anni. Molto di meno percepiremo per il Mondiale di Anterselva, perché ovviamente i diritti televisivi del biathlon hanno un valore più basso. Queste ulteriori risorse ci saranno di grande aiuto e cercheremo di investirle proprio sugli atleti, cercando di dargli il più possibile per permettergli di prepararsi al meglio».
Nel corso dell’estate abbiamo intervistato i presidenti della maggior parte dei comitati della FISI, i quali lamentano un costante calo dei tesseramenti. Come pensate di risolvere questo problema e rendere nuovamente appetibile la tessera FISI?
«Nella passata stagione il tesseramento era partito benissimo fino a novembre, poi purtroppo in quel periodo non è nevicato e ciò ha causato un tracollo netto. Ci siamo comunque difesi, attestandoci sui numeri degli anni precedenti, restando attorno agli ottantamila tesserati. Sicuramente crescere non è facile, perché il nostro tesserato è prettamente agonista, mentre in questi anni non siamo riusciti a coinvolgere il turista, il semplice appassionato. Dobbiamo lavorare proprio su questo punto e cercare di arrivare a queste persone. Ci auguriamo di farlo e, per esempio, potremmo riuscirci proponendo un doppio tesseramento, per l’agonista e il semplice appassionato, e coinvolgendo anche le scuole di sci che possono avere un impatto importante nell’aumento dei tesserati».
Un’altra problematica è il rapporto non sempre idilliaco con gli istituti scolastici; qualcosa si sta muovendo in questo senso?
«Si, perché con le scuole stiamo lavorando da un po’ di tempo con un progetto scolastico che è partito già da due anni. Inoltre ho notato che questi si stanno avvicinando e iniziano a dare maggior importanza agli sport invernali. Un aiuto ci arriva anche dalle istituzioni, perché per esempio nel decreto “La buona scuola” c’è la certificazione delle assenze per gli atleti di alto livello, che deve essere fatta proprio da noi. Inoltre, sempre nel decreto, è prevista la possibilità di seguire delle lezioni online attraverso una piattaforma».
È riuscito a recuperare una situazione economica difficile. Le nuove risorse saranno reinvestite anche sulla base, parlo di comitati e sci club, e sulla ricerca medica?
«Per quanto riguarda la ricerca medica, noi stiamo portando avanti un prezioso lavoro con la commissione medica, che d’inverno ha cento medici in giro per seguire le diverse manifestazioni. Non so quante altre federazioni abbiano tanti professionisti in questo settore che lavorano per esse. Passando all’attività giovanile, noi investiamo già molto sui comitati, se pensiamo che la tessera ci costa 14 euro, viene venduta a 30 e tutta l’eccedenza viene lasciata proprio a loro. La federazione non trattiene nemmeno un euro dai tesseramenti, soltanto il necessario per pagare la parte assicurativa. Per gli sci club è prevista una piccola quota, che viene data a coloro che attraverso i risultati rappresentano l’eccellenza. Quello che stiamo cercando di fare in questo momento è intervenire molto seriamente nell’attività giovanile. Per esempio attraverso il meccanismo degli “osservati” nello sci alpino e nel fondo. Per quanto riguarda quest’ultimo, abbiamo fatto un lavoro enorme anche a livello regionale, per esempio in Emilia e in Calabria, mandando i nostri tecnici nei comitati per allenare i loro atleti, facendogli svolgere la nostra attività. Nello sci alpino abbiamo creato dei gruppi allargati, dove abbiamo una trentina di ragazzini in più nelle squadre giovanili, i quali vengono convocati in 4-5 raduni proprio per averli sotto controllo e poterli testare».
L’accorpamento della Forestale con l’Arma dei Carabinieri potrebbe portarvi dei problemi, visto che arriverà per voi in piena stagione?
«Sentimentalmente dispiace un po’, perché la Forestale è uno dei nostri corpi storici. Comunque ho visto che già si stanno confrontando e probabilmente non cambierà più di tanto, perché ad Auronzo resterà il settore nordico e a Selva di Val Gardena l’alpino. Per quanto riguarda la tessera, chi l’ha fatta sotto la Forestale passerà automaticamente ai Carabinieri. È già stato tutto predisposto».
Torniamo al lato agonistico: quali aspettative ha per la prossima stagione riguardo fondo, biathlon, salto e combinata nordica?
«Nel biathlon e nel fondo dobbiamo confermare quello che abbiamo fatto lo scorso anno, che è già buono, puntando magari a una crescita nel contorno, perché speriamo di avere un maggior numero di atleti, soprattutto nel fondo. Nel salto abbiamo preso il miglior tecnico che c’era sul panorama mondiale, quindi abbiamo fatto un investimento enorme. Speriamo che nel giro di qualche anno possano arrivare risultati e in questa maniera possa ricrescere tutto il movimento. Per come eravamo messi le possibilità per il salto erano due: o chiudere oppure investire e prendere un tecnico di grande valore per vedere se si riusciva a ricostruire un sistema, perché tenere il salto così come stava non andava bene. Ne ho parlato anche con Malagò, che ha sottolineato come, se avessimo chiuso ora, non saremmo più riusciti a riaprire l’attività. La pensavamo allo stesso modo, infatti ho deciso di investire. Ho già visto che l’arrivo del nuovo tecnico ha portato entusiasmo e maggiore interesse. Purtroppo il problema di salto e combinata riguarda i numeri, perché i praticanti sono pochi e per questo motivo non possiamo aspettarci tantissimo. Dobbiamo cercare di mantenere quelli che abbiamo e incentivare i giovani, perché qualcuno bravino sta crescendo, in particolar modo dalla Val Gardena, dove stanno facendo un grande lavoro».
ESCLUSIVA – Il Presidente Roda parla a Fondoitalia: “Investiremo su atleti e giovani”
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