Home > Notizie
Biathlon

L’entusiasmo di Nicole Gontier: “Questo gruppo è per me come una grande famiglia”

Un anno difficile, lontano dalla Coppa del Mondo e da quel gruppo al quale è tanto legata. È stato un periodo complicato per Nicole Gontier, che oggi è finalmente uscita dal purgatorio e sta tornando nel suo paradiso, fatto di allenamenti con le sue compagne di squadra della nazionale, anzi più che compagne chiamiamole amiche e con i tecnici che si fidano del suo grande talento sugli sci, di viaggi, poligoni e migliaia di persone a fare il tifo. La sua grande passione per il biathlon è coinvolgente, tanto da avercela trasmessa quando l’abbiamo contattata telefonicamente, di ritorno da Ramsau, per questa intervista.  
Ciao Nicole, sei di ritorno dal ritiro di Ramsau: come ti senti?
«Sono un po’ stanca, come normale che sia dopo il ritiro sulla neve, perché abbiamo lavorato tanto. In generale, diciamo che per il momento sto bene, sono serena e tranquilla. In questa preparazione stiamo lavorando molto sia sul tiro sia sulla forma fisica, poi vedremo cosa arriverà quando inizieranno le gare».    
Hai ottenuto degli ottimi risultati nel corso dell’estate, risultando protagonista sia in Val Martello sia a Hochfilzen; sei soddisfatta?
«Sono contenta soprattutto per come sono andata al tiro, perché finalmente sono riuscita a portare in gara quello che ho fatto in allenamento. Questo nonostante fisicamente non fossi al meglio, perché ero stanca per la preparazione. Questi risultati mi hanno dato la giusta tranquillità e sono serena perché spero di fare altrettanto in inverno».  
Sei stata quasi una stagione intera fuori dalla Coppa del Mondo: quanta voglia hai di tornarci?
«Tanta, perché mi è mancato tutto. Avrei tantissima voglia di risentirmi bene e tornare a provare le buone sensazioni che avevo due anni fa. Mi manca il sentirmi in forma sia fisicamente che mentalmente».  
Cosa ti è accaduto nelle prime gare della passata stagione, quando hai ottenuto risultati di gran lunga al di sotto delle tue possibilità?
«Non lo so spiegare benissimo, è stata solo una questione di testa. Ero arrivata all’inizio della Coppa del Mondo a novembre, che stavo bene fisicamente e mi vedevo anche migliorata al tiro, poi sono arrivate le prime gare ed è crollato tutto, non sono più riuscita a tirarmi fuori dalle difficoltà avute al tiro, così la testa si è portata dietro anche il fisico».  
Quanto è stato importante per te, sentire la fiducia che i tuoi allenatori allenatori hanno nei tuoi confronti, nonostante le difficoltà che hai avuto?
«Avere la loro fiducia per me è stata una cosa bella e importante, mi ha dato molto. Sono tanti anni che lavoro con questi tecnici e sarebbe stato traumatico per me non poter lavorare con loro e con le mie compagne. Per me questo gruppo è fondamentale, senza queste compagne e i tecnici non avrei mai raggiunto certi risultati che ho ottenuto in passato».  
Insomma le tue compagne di squadra ti sono mancate tanto?
«Sono tanti anni che lavoro con loro e sono convinta che i buoni risultati che ho raggiunto in passato, siano arrivati grazie a questo ambiente positivo e sereno. Con le mie compagne di squadra possiamo parlare di tutto e stiamo bene, andiamo in giro per il mondo stando sempre insieme in un unico appartamento, ci sentiamo una grande famiglia».  
Qual è il tuo obiettivo in vista della prossima stagione?
«Non ho un obiettivo in termini di classifica o gare, quello che voglio fare è lavorare al meglio per tornare alle mie sensazioni positive, ritornare a sentirmi bene fisicamente e mettere in pratica in gara quanto faccio in allenamento. Sto cercando di lavorare al meglio mentalmente, perché voglio essere concentrata e tranquilla al momento giusto. Non voglio pensare oltre, ma solo lavorare bene anche nel prossimo raduno in Norvegia. Poi vedremo cosa arriverà».  
Hai vinto due medaglie di bronzo con le tue compagne di staffetta ai Mondiali del 2013 e del 2015; quanto vorresti essere tra le quattro della staffetta nel prossimo Mondiale a Hochfilzen?
«Tantissimo. Ho sofferto molto nel vedere le staffette davanti alla tv, anche se ho sempre tifato per le mie compagne. Esserci, però, è un’altra cosa, è bello partecipare perché ci si sente unite, si è un gruppo. Condividere la gioia di un grande risultato insieme alle proprie compagne, è bellissimo ed emozionante. Anche quando una di noi raggiunge degli ottimi risultati individuali, le altre sono contente per lei, ma farlo insieme nella stessa gara è qualcosa di unico».  
Oggi far parte della staffetta italiana è molto più difficile rispetto al passato.
«Sicuramente, siamo sei atlete in squadra e tutte molto forti. Avere delle compagne di un livello così alto è però una cosa molto positiva per me, perché allenarmi con loro mi è di grande aiuto per migliorare e crescere ancora».  
Com’è nata la tua passione per il biathlon?
«Ho iniziato facendo sia fondo sia biathlon in Valle d’Aosta. L’ambiente del biathlon era più rilassato e tranquillo, mi ero affezionata agli allenatori, ai compagni, insomma a tutti coloro che avevo attorno. Ho scelto il biathlon perché stavo bene in quel gruppo, nonostante avessi qualche difficoltà al tiro. Aggiungiamoci poi che mi piaceva tanto sparare al poligono».  
Puoi descriverci le emozioni che hai vissuto nel 2015 a Oberhof, quando sei salita per la prima volta sul podio in una gara individuale?
«È stata la giornata giusta, nella quale ogni cosa ha girato perfettamente. I miei amici mi hanno anche montato un video, con le immagini della gara e si sente il commentatore che prima dell’ultimo sparo dice “può essere una grande giornata per Nicole Gontier”. Ho fatto un doppio zero quel giorno ed è stata davvero una grande giornata, perché sparavo bene, mi sentivo in forma e sicura di me. Sono stata anche fortunata, perché raramente ho fatto un doppio zero in carriera e magari se fosse arrivato in un’altra occasione non sarei mai salita sul podio. Insomma grazie a Dio è arrivato proprio quel giorno».      
Nel 2020 avrai 29 anni, l’età ideale per affrontare il Mondiale di Anterselva con la giusta maturità. Sei felice per questa occasione che potresti avere?
«Innanzitutto sono molto felice per il fatto che Anterselva sarà sede mondiale, non per me ma per tutto il movimento, per quello che Anterselva rappresenta per il nostro biathlon. È una località bellissima, la gara di Coppa del Mondo è sempre emozionante, tra le più belle sia per l’ambiente dato dai tifosi sia per la pista, che è molto impegnativa. Credo sia proprio il posto migliore per disputare un Mondiale. Una cosa è certa, io ad Anterselva ci sarò, spero come atleta e non solo come spettatrice (ride ndr)».  
Attraverso i vostri risultati, potete far crescere ulteriormente il movimento italiano del biathlon; questo ti fa sentire maggiori responsabilità?
«No, in realtà sento delle responsabilità nei confronti della Federazione e dell’Esercito che mi stanno dando la possibilità di fare come lavoro ciò che più mi piace, il biathlon, mettendomi a disposizione tutto quello di cui ho bisogno per rendere al meglio. Voglio ottenere degli ottimi risultati per ripagare, del lavoro fatto, coloro che stanno dietro le quinte della squadra, che investono su di noi, come gli allenatori che si fanno in quatro e anche altri, come il cuoco, che viene con noi gratuitamente, perché è un appassionato di questo sport. Ecco vorrei ottenere degli ottimi risultati come forma di riconoscimento per il loro lavoro».

Share:

Ti potrebbe interessare

Image
Image