Da molti anni il punto di riferimento delle specialità nordiche in Piemonte è lo Sci Club Alpi Marittime con sede a Entracque in Provincia di Cuneo, che sta crescendo tanti giovani piemontesi, i quali stanno raccogliendo numerosi risultati nelle gare giovanili, battendo anche atleti provenienti dal Nord Est, terre che hanno lo sci nordico nel proprio dna. Per conoscere questa bella realtà della provincia cuneese abbiamo intervistato il suo Presidente, Gian Pietro Pepino, ex Consigliere della FISI ed ex vice del Comitato Alpi Occidentali.
Buongiorno Presidente Pepino, può raccontarci la storia dello Sci Club Alpi Marittime?
«Lo Sci Club Alpi Marittime è nato dalla fusione tra Sci Club Entracque e Sci Club Valle Gesso che aveva sede a Valdieri. Abbiamo iniziato facendo sci alpino e sci nordico, poi ci siamo concentrati soltanto su quest’ultimo sotto tutte le sue forme, in particolare il biathlon. La fusione è stata fatta negli anni novanta e abbiamo iniziato a costruire, facendo crescere gradualmente di anno in anno il livello tecnico della società e la qualità di servizi offerta agli atleti. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Alessandro Biarese, che purtroppo è mancato a 36 anni. Lui è stato con noi per molto tempo, avendo un ruolo fondamentale nella trasformazione dello Sci Club da un quasi doposcuola a una vera società agonistica. Ora come direttore tecnico abbiamo Amos Pepino, che lavorava con noi già quando c’era Alessandro e abbiamo 70 giovani con 8 allenatori, che si dedicano a loro. Inoltre abbiamo anche un vivaio formato da 26 bambini della baby sprint. Non sappiamo ancora se faranno agonismo, ma li seguiamo tutti i giorni. Anche gli atleti più grandi, che sono nel giro delle nazionali, si allenano qui. Oltre all’allenamento atletico, svogliamo anche quello al tiro per il biathlon, avendo a disposizione un poligono artigianale sia ad aria compressa sia a carabina».
È soddisfatto dei risultati che state raggiungendo?
«Sicuramente. Abbiamo tre atleti provenienti dal nostro sci club che sono oggi nei Gruppi Sportivi Militari e di Polizia, una cosa che per noi rappresenta un grande successo. Pietro Dutto è nelle Fiamme Oro, ha già preso parte a delle gare della Coppa del Mondo di biathlon e punta a riprendersi un posto in nazionale. Anche gli altri due sono atleti di biathlon molto giovani: Andrea Baretto, che è nell’Esercito e ha anche partecipato ai Mondiali Militari, e Luca Ghiglione, che fa parte delle Fiamme Gialle. In questi ultimi tre o quattro anni hanno sempre rappresentato l’Italia nelle diverse manifestazioni giovanili. Nell’ultimo anno i due hanno ottenuto primo e secondo posto nei Campionati Italiani Juniores maschili e Ghiglione ha anche vinto la Coppa Italia di biathlon. Vero, gareggiano per i Gruppi Sportivi, ma si allenano spesso con noi e li abbiamo cresciuti, quindi questi successi li consideriamo un po’ nostri. Dietro di loro abbiamo tanti ottimi elementi più giovani. Ai campionati italiani di biathlon aria compressa abbiamo vinto moltissimo sia tra i ragazzi sia tra le ragazze e ci siamo anche attirati addosso l’invidia delle altre società italiane. Certo, magari chi vince a 14 anni non è detto si ripeta successivamente, ma questi risultati dimostrano che stiamo lavorando bene. Gaia Brunetto ci ha regalato diverse soddisfazioni, così come Matteo Vegezzi che in questa competizione ha vinto tutte le quattro gare disputate. Abbiamo fatto molto bene anche nel fondo, cogliendo ottimi risultati al Trofeo Topolino in Val di Fiemme, dove partono 300-400 ragazzi per categoria e rappresenta un bel confronto con i loro coetanei. Ai campionati ragazzi-allievi dell’inverno scorso, pur essendo più giovani di un anno rispetto agli altri, ci siamo comportati molto bene. Insomma credo che, grazie al nostro lavoro perché seguiamo molto questi ragazzi, stiamo dando molte soddisfazioni a loro e alle rispettive famiglie».
Nel corso dell’ultimo inverno, in particolare nella vostra zona, ci sono stati problemi con la neve. Questo vi ha creato molte difficoltà?
«Per fortuna noi abbiamo un impianto comunale che è dotato di innevamento artificiale, così Entracque era l’unico posto dove si sciava in Piemonte e potevamo disputare uno sprint notturno, grazie a un chilometro e mezzo innevato, che avevamo a disposizione già a fine novembre. Una cosa che, per un un paese sito a 900 metri di quota, è tanta roba. Siamo riusciti a vivere di rendita per mesi, grazie ad appena cinque giorni di freddo. Certo, mancavano salite impegnative e così siamo stati costretti ad allenarci su un anellino pianeggiante, ma questo non ci ha impedito di fare comunque bene».
Insomma gli impianti a disposizione sono molto validi.
«Sicuramente, anche in estate abbiamo ospitato delle gare di skiroll e di biathlon estivo per ragazzini. Inoltre lo scorso inverno abbiamo organizzato tre gare regionali di sci di fondo e, anche se stiamo ancora aspettando la comunicazione ufficiale, nella prossima stagione dovremmo ospitare i Campionati Italiani Ragazzi di fondo. Da questa estate, poi, abbiamo introdotto tra le nostre attività anche il triathlon. Questo perché abbiamo ragazzi appassionati di sport outdoor, che hanno dimostrato di poter raggiungere delle prestazioni più che elevate anche in questo sport. Non a caso tre nostri ragazzi sono andati a Modena per i Campionati Italiani di triathlon. Siamo fortunati, perché nell’impianto dove c’è la pista di fondo, abbiamo anche una piscina dove d’estate si possono svolgere queste attività».
Com’è il vostro rapporto con le scuole della zona? I ragazzi della vostra società hanno problemi a conciliare studio e attività agonistica?
«Con alcune scuole superiori abbiamo problemi, mentre con altre c’è una maggiore comprensione. Ma a prescindere da questo, in tanti anni di esperienza ho notato una cosa: la maggior parte dei ragazzi che fanno bene lo sport, sono molto bravi anche a scuola. Devo ammettere, che di giovani con problemi a scuola ne abbiamo soltanto quattro o cinque su settanta, forse perché lo sci nordico è uno sport fatto di sacrificio perché richiede molto impegno. Ho come l’impressione che questo sport li aiuti anche ad organizzarsi la giornata e ottimizzare il tempo. Noi diamo molta importanza ai risultati scolastici dei nostri ragazzi, tanto che i nostri allenatori chiedono sempre informazioni su compiti in classe e interrogazioni. Vogliamo essere un punto di riferimento per la loro crescita».
Quanto è difficile, oggi, portare avanti l’attività di uno sci club in un periodo per tutti molto complicato dal punto di vista economico?
«È molto complicato perché costa moltissimo e non si può gravare troppo sulle famiglie, che coprono all’incirca un terzo delle nostre spese. Gli altri soldi per l’attività dobbiamo cercarli in altra maniera. Per fortuna il nostro sci club gestisce il centro di fondo e l’area camper annessa. Oltre alle entrate provenienti da questa gestione, abbiamo a disposizione diversi spazi pubblicitari, non soltanto su pulmino e tuta, ma anche transenne sulle piste».
Da anni la FISI registra il calo dei tesseramenti. Ne state risentendo anche voi?
«Abbiamo circa 150 tesserati, che non sono moltissimi se si considera quanti atleti abbiamo. Questo perché i genitori tesserano il figlio, ma raramente anche se stessi. È un problema che la federazione ha già da molti anni, è una costante e il problema ci sarà anche in futuro se non si cambiano alcune cose. Purtroppo in questi anni la federazione non è riuscita a far comprendere alle persone i vantaggi del tesseramento e a venderlo a una platea che non sia ristretta a quella degli addetti ai lavori».
Com’è il rapporto con il Comitato Alpi Occidentali?
«Ottimo, pensate che il presidente è tesserato con noi da tempo e pur essendo torinese, è un amico di Entracque ormai da anni. Anche con gli altri consiglieri abbiamo un buon rapporto».
Quali sono i vostri obiettivi a breve e lungo termine?
«Gli obiettivi sono almeno due. Il primo è generale ed è quello di dare la possibilità a chi vuole svolgere attività agonistica, di farla da noi. Abbiamo 70 bambini e sono tanti. Tutti sanno che non siamo un doposcuola, ma un posto dove si fa agonismo. Se un ragazzo viene da noi deve lavorare e impegnarsi, perché il nostro sci club non è un posto dove i genitori parcheggiano il figlio. Dai 12 anni in poi il ragazzo deve capire che è uno dei loro lavori insieme alla scuola. Il secondo è invece legato alla stagione che sta per iniziare, nella quale vogliamo fare bene ai campionati italiani ragazzi che probabilmente saranno in casa. Nel biathlon contiamo di confermarci e conquistare molti medaglie nelle categorie giovanili. Stiamo lavorando molto sul biennio 1999-2000, ragazzi che si stanno affacciando al circuito della Coppa Italia. Continuiamo a seguire con attenzione i nostri atleti passati nei gruppi sportivi militari. L’augurio è che Dutto possa riprendersi il posto in nazionale e tornare in Coppa del Mondo. Per quanto riguarda Baretto e Ghiglione, sono inseriti nella nazionale B e speriamo di vederli anche in IBU Cup. Sono due ragazzi giovani che hanno già l’opportunità di partecipare a un circuito internazionale e per noi, crescere atleti che a 18 anni vanno in un corpo sportivo militare, è un grande traguardo. Ma è bello anche fare in modo che chi non entra in un gruppo sportivo, possa restare con noi con il ruolo di allenatore. Quella è la nostra filosofia, cerchiamo di prendere il più possibile persone che abbiano il nostro colore arancione nel cuore».
Gian Pietro Pepino ci racconta lo Sci Club Alpi Marittime
Ti potrebbe interessare
Biathlon – Il programma del Mondiale Estivo di Nove Mesto: 26-29 Agosto
Nell'ultimo weekend di agosto in Repubblica Ceca saranno assegnati ben 12 titoli mondiali di biathlon estivo
Paralimpici – Giuseppe Romele centra il secondo successo nella Tappa di Coppa del Mondo finlandese
Il bis è servito. La trasferta azzurra a Vuokatti (Finlandia), sede della Prima Tappa di Coppa del Mondo di Sci
Biathlon – Ufficializzato il calendario di IBU Cup Junior, Europei Junior e Mondiali Giovanili; si parte dalla Val Martello
Partirà dall'Italia la stagione internazionale del biathlon giovanile, che avrà il suo momento clou della stagione